
Il
frontespizio del trattato cabalistico Portæ Lucis («Il Cancello della
Luce»),
di
rabbi Abraham Joseph Gikatilla (1516).
Il lettore ci
scuserà se insistiamo sull'argomento della Kabbalah
pubblicando un altro articolo, ma ci preme che chi si accosta allo studio delle
origini dell'occulto comprenda la grandissima influenza esercitata sullo
sviluppo di quest'ultimo dal misticismo ebraico. Come abbiamo già detto in un
precedente articolo, la Kabbalah
costituisce l'ossatura portante e la base dottrinale di tutte le forme di
esoterismo. Leggendo gli articoli presenti nella sezione consacrata alla Massoneria, e in particolare
lo studio di Padre Giantulli, si rimane
impressionati dalle fortissime analogie esistenti tra gli insegnamenti
naturalisti impartiti nelle Logge di ogni obbedienza e quelli dei rabbini
cabalisti. Ma ancora più spaventosa è l'amara constatazione della rovina del
popolo che un tempo Dio aveva scelto tra tutte le nazioni. Accecati dalla
superbia e dall'invidia, i capi spirituali del giudaismo, dopo aver rifiutato la
messianicità e la divinità di Gesù Cristo, ampiamente testimoniate dalle
Scritture in loro possesso, a partire dalla Diaspora (70 d.C.), hanno iniziato
ad elaborare una nuova religiosità che di fatto è la negazione totale del
giudaismo mosaico, corrompendo non solo la lettera e l'interpretazione
dell'Antico Testamento, ma sostituendo la legge di Mosè con il Talmud e
con la Kabbalah, che altro non è se non un'amalgama blasfema di panteismo
pagano, di pratiche superstiziose e di gnosticismo. Il Dio che ha parlato dal
roveto ardente a Mosè, «Io sono Colui che è» (Es 3, 13), l'Essere
per eccellenza che ha trasmesso l'esistenza a tutto ciò che esiste, e che ha
creato l'uomo a sua immagine e somiglianza (Gn 1, 26), viene dunque
spogliato di tutte le Sue infinite perfezioni e ridotto ad una massa informe
priva di attribuiti e qualità, alla quale i cabalisti, tramite la magia
teurgica, possono attingere ogni potere per giungere all'autodeificazione, sunto
e mèta di ogni forma di satanismo.
|
«Disse loro
(ai farisei) Gesù: "Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da
Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato.
Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle
mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i
desideri del padre vostro» (Gv 8,
44).
|
l La Kabbalah
ebraica
L'esistenza
di un mondo spirituale e di entità malefiche è menzionata in tutta la Bibbia.
Cristo esorcizzò numerosi posseduti da spiriti maligni. Ciò nonostante, vi è una
rigida ed irremovibile regola: bisogna letteralmente lasciarli stare, senza
invocarli o comunicare con loro. È ovvio che entità spirituali possano
facilmente eludere i limitati poteri dell'uomo. «Non avrai altro Dio
all'infuori di me», recita il Primo Comandamento. Dio disse a Mosé: «Non
ti prostrerai davanti a loro (agli idoli) e non li servirai»
(Es 20, 3). Laddove la Bibbia rappresenta Dio come l'Intelligenza
Suprema, Creatore e Signore, i concetti pagani e atei dell'ebraismo riconoscono
il panteismo. In altre parole, c'è una grande essenza naturale, al di
fuori della quale le vite individuali errano ciecamente senza direzione. Il
«pan» (la natura) «teismo» (relativo al divino) afferma che la
summa della natura è Dio. L'uomo diventerebbe l'onnipotente
«dio» luciferino. È predetto in varie profezie bibliche che
l'Anticristo incarnerà tale concetto 2.
La Universal Jewish Encyclopedia (del 1943), alla voce «Kabbalah», riporta: «Nonostante la
Palestina costituisse il luogo di nascita del misticismo ebraico, il luogo in
cui la Kabbalah fu concepita e ottenne maggior importanza fu
Babilonia». Essa inoltre afferma: «Le speculazioni mistiche del
Talmud e il sistema della Kabbalah sono un'unica entità che ha origine nel primo
e si completa nella seconda». La Kabbalah ebraica comprende una vasta
letteratura sulla magia e sullo spiritismo basati su mero panteismo.
«Ad Aaron ben Samuel fu attribuito il merito di aver importato in Italia
questa misteriosa dottrina da Babilonia, circa a metà del IX secolo; da qui,
essa si diffuse in quasi tutti gli altri Paesi cristiani d’Europa» 3.
La Kabbalah, altrimenti detta Kabbalah, significa «tradizione»,
quella propria del paganesimo di Babilonia, degli egizi e di altri filosofi
pagani, compendiata nella religione ebraica.
l Hassidismo cabalistico
Il ramo
hassidico dell'ebraismo è specializzato nella Kabbalah. Ci viene riferito
che, nella seconda metà del XIX secolo, circa metà di tutti gli ebrei erano
cabalisti. Il termine «hasidismo», così come tanti altri termini talmudici,
possiede diverse dizioni: «chassidismo», con la «c» e la doppia «s», e
«hassidismo», con la «h» e la doppia «s». Entrambe le edizioni della Jewish
Encyclopedia (del 1905 e 1943) usano tuttavia la prima delle due dizioni.
Hassidismo è la denominazione di un movimento religioso afferente al talmudismo
«che si affermò su quasi metà delle masse di ebrei». Il suo principale
promotore fu Israel Ba'al Shem Tob (abbreviato in Besht).
Nacquero dinastie a titolo ereditario di capi hassidici, taumaturghi, veggenti,
medium e guaritori che impiegarono l'ebbrezza etilica, il canto e la
danza per creare stati di «estasi». Il male veniva giustificato se impiegato
come catarsi. Gershom Scholem (1897-1982), capo
del Dipartimento di Misticismo Ebraico della Hebrew University della
Palestina, nel suo libro di conferenze 4
tenute nel Jewish Institute of Religion di New York, del comunisteggiante
rabbi Stephen Wise (1862-1949), elogia Ba'al Shem Tob,
l'«evangelizzatore» dell'hassidismo del XVIII secolo; così fece pure
rabbi Louis Finkelstein (1895-1991), direttore del Jewish
Theological Seminary of America, nell'opera The Pharisee. Scholem
definisce Ba'al Shem Tob «un vero Ba'al Shem, meritatamente [...] un
maestro del cabalismo pratico e un mago» 5.
![]() | ![]() | ![]() |
Israel Ba'al Shem Tob | Louis Finkelstein | Stephen Wise |
Egli
conclude il libro affermando che il misticismo ebraico deve ancora giocare il
suo ruolo più importante. Questo passo coincide sicuramente con i riferimenti
biblici ai prodigi operati dall'Anticristo su ordine di Satana 6.
La Universal Jewish Encyclopedia, alla voce «Hassidismo», afferma che esso «non ha
portato nessun rinnovamento nella religione ebraica» 7.
Ecco un'altra citazione dalla Jewish Encyclopedia del 1905: «Gli
insegnamenti dell'hassidismo [...] si fondano su due concezioni
teoretiche: 1) Il panteismo religioso [...]; 2) L'idea di una
comunione fra Dio e l'uomo [...] che fu estrapolata dalla Kabbalah
[...], secondo la quale non solo la Divinità esercita un'influenza sugli
atti umani, ma che anche l'uomo esercita un'influenza sulla
volontà e sui sentimenti della Divinità. Ciascun atto o parola dell'uomo
producono una relativa vibrazione delle sfere celesti. Da questa concezione
deriva il fondamentale principio pratico dell'hassidismo, la comunione con Dio
col proposito di unificarsi con la fonte della vita onde
influenzarla». Il panteismo è il più antico tra i concetti pagani che
designa Dio come il compendio della natura. La summa della totalità della
natura in «dio» conferirebbe all'uomo conoscitore di taluni segreti di governare
il tutto. Nell'hassidismo ebraico, «Ba'al Shem», o «Maestro del Nome», viene
chiamato il santo o zaddik che, secondo la Universal Jewish
Encyclopedia, «impera tramite il possesso del più vasto numero possibile
di [...] “scintille” di emanazione divina [...]. Egli siede
allo stesso livello di Mosè e dei Profeti, e parla non solo con l'autorità della
Toràh, ma possiede anche la possibilità di modificarla o di abrogarla. Gli
hassidici devono vivere sottomessi allo zaddik, arrenderglisi con amore e
fiducia, recargli doni, esaudire qualsiasi suo desiderio e non interrogarsi
sulla sua condotta anche quando questa paia discostarsi dalla norma
comune».
l La Kabbalah e Dio
La
Kabbalah costituisce membra e sangue dell'ebraismo talmudico, che è esso
stesso paganesimo dal principio alla fine. Esso utilizza a mò di
«sepolcro imbiancato» l'Antico Testamento per celare la negazione di ogni legge
morale in esso presente esortando ogni forma di pratica occulta e
demoniaca, quelle pratiche che proprio nelle Sacre Scritture
veterotestamentarie erano esecrate come abomini. La Kabbalah possiede due
aspetti: uno teoretico e uno pratico o teurgico (la realizzazione dei miracoli).
Il «dio» della Kabbalah è l'«En Sof», lo sconosciuto e
imperscrutabile mare della mente o materia dalla quale ogni creazione
emergerebbe. «La dottrina dell'En Sof - dice la Jewish
Encyclopedia - è il punto di partenza di tutte le speculazioni
cabalistiche. Dio è l'essere infinito e illimitato al quale nessuno e nulla può
avere il diritto di associare qualsiasi attributo» 8.
Mosè Maimonide (1138-1204), detto anche Rambam, perno del
talmudismo medievale, «contribuì alla dottrina cabalistica dell'En Sof
prescrivendo l'impossibilità di ascrivere attributi a Dio, a meno che non si
tratti di attributi di natura pitagorica» 9.
Pitagora (575-490 a.C.) era un mago pagano che costruì una dittatura per
mezzo della creazione di una cortina di ferro, e che attribuì potere creativo a
lettere e numeri proprio come la Kabbalah. Le «dieci intelligenze» del
pagano Aristotele (384-322 a.C.), ossia il
Sole, la Luna e i sette pianeti, ciascuno governato da uno Spirito Sovrano che
regge il funzionamento dell'Universo secondo complicate carte astrologiche del
tempo, coincidono biunivocamente con i «dieci Sefirot» della Kabbalah
teoretica. Tre triadi, genitore maschile e femminile e la loro progenie, con
l'aggiunta del tutto o En Sof, formano un disegno rappresentante ogni
condizione della vita e ogni qualità dalla A alla Z. Il sesso costituisce il Re
e la Regina glorificati. L'anima trasmigrerebbe attorno ad essi e di nuovo verso
la sconosciuta e imperscrutabile fonte, l'En Sof, in una condizione di
nirvana, o annullamento, come nell'induismo. «I mistici dell'ebraismo
descrissero un amore per Dio da parte dell’uomo di grado elevatissimo e sotto
una forma sensibile che attinge direttamente dalla vita materiale»
10.
«Ad essa strettamente connessa [...] è la dottrina della
trasmigrazione dell'anima, nella quale la Kabbalah profuse grande
impegno» 11.
![]() | ![]() | ![]() |
Universal Jewish Enc. | Mosè Maimonide | Pitagora |
Vi sono
«dieci classi di angeli, alla presidenza dei cui capi siede Metatron,
che fu mutato in fuoco» 12.
Metatron è l'Entità Spirituale Sovrana di questo universo e dell'ebraismo
talmudico, collegato al dio Sole (da altri chiamato Mithra). I dieci
Sefirot, o intelligenze della Kabbalah, sono designati come entità
maschili e femminili della procreazione: «Kether» o «Corona» o «Io sono»,
emana il «potere virile o mascolino», da cui «il potere passivo o
femminile [...] nell'unione con il potere virile [...] si
riproduceva»; cosicché i Sefirot maschili e femminili si rigenerano:
«Perciò, ogni triade è dotata di forza, controforza e del proprio legame
connettivo: letteralmente, agenti passivo e attivo e la loro
combinazione» 13.
«Essi erano tutti combinati nell'"Adam Kadmon” (l'Uomo
Primordiale)» 14.
Nell'opera The Kabbalah 15,
oggetto di ulteriore approfondimento da parte di Isaac Ginzburg 16,
viene esposta la dottrina fondamentale della Kabbalah: «Dio è
illimitato nella sua natura. Egli non ha né volontà, né
intenzione, né desiderio, né pensiero, né pulsione, né
azione» 17.
Di seguito: «Egli (Dio) non può essere carpito e rappresentato; per
questa ragione è denominato "En Sof", come se in un certo senso egli non
esistesse» 18.
Segue la descrizione delle emanazioni autogene, i «Dieci Sefirot» e «i
diversi mondi che si sono evoluti gradualmente e in successione. Questi mondi in
evoluzione sono la splendente e manifesta immagine dei proprî progenitori, i
Sefirot, che reggono tutto quanto». I Sefirot creano le anime e le
anime devono risalire alla fonte «dalla quale sono state emanate [...].
Allora la creatura non sarà distinta dal Creatore» 19.
Continua la descrizione: «L'anima governerà l'Universo: essa
comanderà, e Dio le obbedirà» (pagg. 145-146). Considerando la
distinzione fra brahamini e intoccabili nelle caste dell'induismo, e le
differenze proprie del talmudismo fra gli «asini» gentili - che non godono dello
status di essere umano, siano essi vivi o morti - e gli ebrei invece
«umani», sarà facile definire i ruoli tra chi dovrebbe governare e chi invece
obbedire, in una visione di Dio ridotto ad una massa indefinita, mera essenza e
fonte dalla quale l'uomo attinge e plasma a suo piacimento. Ecco cos'è rimasto
dell'antico monoteismo ebraico!
![]() | ![]() | ![]() |
Metatron | Il dio Mithra | Adam Kadmon |
l Kabbalah
teoretica
Due qualità
dominano la Kabbalah teoretica ebraica. Ogni attributo di intelligenza,
conoscenza, amore o controllo è sottratto al Dio biblico e ridistribuito fra le
entità spirituali, che, come nel paganesimo, erano invocati come «altri dèi»,
così sovente deprecati dai Profeti. Quest'atto di alienare Dio dalla Sua
intelligenza riducendolo a massa di «essenza autoinfusa» - l'En
Sof - altro non è che panteismo (il compendio della natura come Dio, senza
alcun Essere supremo). Denominato «emanazione» dalla Kabbalah ebraica,
«immanenza» dal talmudista Baruch Spinoza (1632-1677), o «la vera
dimensione dell'ideale ugualmente definita sia dalla Kabbalah che da
Hegel» 20,
o «materialismo dialettico» da Karl Marx
(1818-1883), il sunto è lo stesso vecchio concetto ateistico della natura in
attesa di essere dominata dall'essere umano. Il dio luciferino è sempre l'uomo.
La grande eresia dello gnosticismo, che quasi spazzò via il cristianesimo dalla
Terra nei primi secoli, è - per ammissione - cabalistica. E l'idea gnostica e
cabalistica dell'inesistenza del male rivive oggi nella Christian
Science («Scienza Cristiana») 21,
che non ha nulla né di cristiano né di scientifico, ma in compenso costituisce
un grande polo d’attrazione per centinaia di ebrei che, come espressamente
riportato dalla Universal Jewish Encyclopedia, possono essere
christian scientists senza dover rinnegate il loro talmudismo. Sempre la
stessa opera afferma: «Così come il divino possiede una reale essenza, il
male è ciò che non possiede essenza, l'irreale o entità apparentemente
reale» 22.
Ancora: «Il male, secondo la filosofia cabalistica, è inesistente,
anticipando così la Christian Science» 23.
l Kabbalah
pratica
Qualsiasi
espediente per detronizzare Dio e insediare al suo posto l'anima dell’individuo
è utilizzato dai cabalisti ebrei. «Dissociazione, negromanzia,
esorcismo [...], bibliomanzia e misticismo dei numeri e delle
lettere furono organizzati in sistemi completi. Da qui deriva la dottrina
cabalistica dell'alfabeto celeste, i cui caratteri sono le costellazioni e le
stelle. Perciò, l'Astrologia fu legittimata, la bibliomanzia trovò
la sua giustificazione nel postulato che le sacre lettere ebraiche non sono una
semplice rappresentazione delle cose, bensì catalizzatori di poteri
divini per mezzo dei quali la natura può essere sottomessa
(dall'uomo)» 24.
Ma la pratica cruenta del tracciare cerchi per circoscrivere lo spazio agli
spiriti, di cavare gli occhi ai galli, di scuoiare gli agnelli gettandone il
sangue tutt'intorno al fine di eseguire strani incantesimi atti a richiamare gli
spettri dei defunti, come vietato dalle Sacre Scritture, vengono celati come
parte di una tradizione «esoterica» e segreta, affidata alla custodia dei
cosiddetti Ba'al Shem ebraici.
![]() | ![]() | ![]() |
Baruch Spinoza | Karl Marx | Georg Hegel |
l Trasmigrazione delle anime
La
reincarnazione o trasmigrazione delle anime è una dottrina comune nella
Kabbalah. Alla voce «Trasmigrazione delle anime», la
Jewish Encyclopedia dichiara che se fallisce nell'intento di «lavare» un
demone dalle mani, l'uomo può trasformarsi in un fiume. Tale teoria è causa di
grande degrado nell'induismo. Nella Kabbalah, ogni anima corrisponde ad
un dato particolare anatomico dell'Universo dell'Adam Kadmon, alcuni dei
quali sarebbero organi «inferiori», e altri organi «superiori». Il
dibbuk, o spirito da cui si è posseduti, può essere espulso unicamente da
un taumaturgo Ba'al Shem, come è stato menzionato di recente (1955) dalla
letteratura ebraica quando uno di essi fu presumibilmente visto durante
l'abbandono del corpo che, sotto coercizione, lo ospitava. Tutta la stampa
ebraica riportò l'evento. Un documentario recente ha illustrato un rituale
induista nel quale - vista orribile - una capra veniva dissanguata tramite una
pugnalata. Il rituale era collegato a Kali, «la dea indù. Essa era
presentata come una donna di colore con quattro braccia, una collana di teschi
al collo e mani di giganti massacrati come perizoma. Le sue palpebre e i suoi
seni appaiono grondanti il sangue dei mostri che essa ha ucciso e divorato. Una
delle mani regge una spada, un'altra una testa umana mozzata. Essa è la dea
della morte e della distruzione; capre e altri animali le sono sacrificati sugli
altari ad essa dedicati. Negli antichi testi indù venivano esaltati i sacrifici
umani a questa dea sanguinaria. La sua adorazione è presumibilmente
caratterizzata da rivoltanti rituali segreti» 25.
Per quanto concerne il sesso, lo squallore, il maltrattamento degradante delle
ragazzine e delle donne di basso rango sociale, e ovviamente la suddivisione in
caste, l'ebraismo e l'induismo sono strettamente assimilabili. Se l'appagamento
sacrificale degli spiriti è tenuto segreto nel giudaismo e manifesto
nell'induismo, il sistema delle caste, che nell'induismo raggiungono con le
sottocaste le duemila unità, è molto più semplificato nel giudaismo, nel quale
ne compaiono solo due: gli umani e gli animali, ossia gli «ebrei» e i «non
ebrei», i «brahamini» o semidivini ebrei, e gli «intoccabili» (perché impuri)
non ebrei.
l Lo Zohar, testo principale della
Kabbalah
Lo
Zohar («Libro dello Splendore») è stato tradotto in diversi e consistenti
tomi. Esso è molto più pornografico nell'accezione più degenerata, se possibile,
del Talmud stesso. Lo Zohar è un testo attendibile. Come il
Talmud, esso persegue l'annullamento di tutti i significati letterali
della Bibbia. Ciò si realizza in esso per mezzo dell'allegoria. Se i «savi» del
Talmud forniscono sempre lo schermo di valore «sublime» al proprio
rovesciamento del codice morale biblico, lo Zohar è più subdolamente
fuorviante, riducendo l'esistenza a puro naturalismo tramite la propria
trasposizione in linguaggio sessuale al fine di deificare l'uomo.
Basata su metodi cabalistici, la principale dottrina dello gnosticismo era
«l'armonizzazione» degli opposti detta «sincretismo». Per
mezzo di essa, il nero può essere benissimo rappresentato come bianco. Che
Lucifero si manifesti sempre come un angelo di luce è realtà biblica: «Ciò
non fà meraviglia, perché anche Satana si maschera da angelo di luce. Non è
perciò gran cosa se anche i suoi ministri si mascherano da ministri di
giustizia; ma la loro fine sarà secondo le loro opere» (2 Cor 11,
14-15). La Kabbalah ha gettato le basi dello gnosticismo che ritrova oggi
espressione in organizzazioni come la National Conference of Christians and
Jews («Conferenza Nazionale degli Ebrei e dei Cristiani»), che inganna
l'ignaro pubblico circa la possibilità di una «fratellanza tra Cristo e
l'Anticristo». «Lo Zohar, testo di prominenza nella Kabbalah», compare al
principio della relativa sezione della Universal Jewish Encyclopedia che
asserisce: «Le comunità cabalistiche innalzarono lo Zohar allo stesso
rango [...] sul quale veniva posto [...] il Talmud [...].
La lettura di tale testo veniva considerato un dovere spirituale dagli hassidici
e dagli ebrei orientali, e alcune sue parti avevano applicazione nella liturgia
[...]. Gli insegnamenti dello Zohar costituiscono praticamente una
combinazione di tutti gli elementi dell'antica Kabbalah: le dottrine dell'Uomo
Primordiale (Adam Kadmon), dei Sefirot, della Creazione e della Mercabah
[...], il misticismo delle lettere e dei numeri, con particolare riferimento
ai nomi di Dio».
![]() | ![]() | ![]() |
Lo Zohar | Il Talmud | Jewish Encyclopedia |
La
Jewish Encyclopedia del 1905 afferma riguardo dello Zohar:
«Esso contiene una completa teosofia cabalistica», definendolo «non
opera di un singolo autore», nel sottotitolo del quale è menzionata la
stretta connessione con l'induismo: «È necessario accertare dove e quando gli
ebrei familiarizzarono intimamente con la filosofia induista, la quale più di
ogni altra corrente esercitò un'influenza sullo Zohar», ponendo nelle
successive pagine ulteriore enfasi a tale similarità. Il sufismo musulmano
formulò anch’esso simili dottrine: «Tutte queste sètte possedevano degli
scritti sacri che mantenevano nel segreto, e tali scritti costituirono
probabilmente il nucleo dello Zohar». Una sezione del libro è descritta come
«l'interpretazione mistica delle Scritture per mezzo della [...]
Gematria [...], la dottrina della metempsicosi [...], e
l'importanza del lavaggio delle mani [...]. Lo Zohar si profonde in
ripetuti sforzi nell'imprimere nella mente del lettore il concetto che la
narrazione e i precetti della Bibbia contengono verità più elevate del proprio
significato letterale». Secondo la Jewish Encyclopedia, lo Zohar
nella sua stesura più recente (posteriore al XIII secolo) «si diffuse tra
gli ebrei con grande velocità [...], e numerosi rappresentanti
dell'ebraismo talmudico iniziarono a considerarlo un testo sacro invocandone
l'autorità in decisioni concernenti alcune questioni rituali».
l «Glorificazione dell’Uomo»
La stessa
Jewish Encyclopedia riporta che gli ebrei «erano attratti dalla
glorificazione dell'uomo e dalla dottrina della sua
immortalità [...] presenti nello Zohar, che esso dichiarò signore del
creato. Difatti, secondo lo Zohar [...], l'uomo influenza il mondo ideale
dei Sefirot [...], e nonostante i Sefirot attingano unicamente all'En
Sof, quest'ultimo è dipendente dall'uomo». Come
precedentemente precisato, l'En Sof è la massa chiamata «Dio», un'essenza
autoinfusa priva di intelligenza, sconosciuta e imperscrutabile. La teoria
darwinista dell'evoluzione, così come la teoria dell'immanenza di Spinoza,
entrambe riconducibili al panteismo, sono simili trasposizioni in chiave moderna
delle idee cabalistiche. La Universal Jewish Encyclopedia chiarisce
inoltre che quando numerosi teologi e filosofi presero a chiamare le teorie
dello Spinoza con il loro nome legittimo - ateismo - i suoi stessi
insegnanti di Kabbalah, che erano anche membri del Beth Din (il
tribunale della legge talmudica) si affrettarono a scomunicarlo per evitare
l'ulteriore insorgere di ostilità alla già impopolare comunità ebraica. Ciò
nonostante, proprio da tale momento egli conquistò il titolo di «Spinoza il
Benedetto». Ciò gli derivò unicamente dall'aver dato voce alla Kabbalah,
la reale culla della fondamentalmente ateistica religione «ebraica» (in realtà
babilonese). Karl Marx, egli stesso nipote di un rabbino ebreo, conferì
all'En Sof una denominazione ancor più subdolamente criptica -
«materialismo dialettico-storico» - mentre il cosiddetto trionfo della
rivoluzione marxista alimentata dall'ebraismo fungeva da corona alla folle
teoria del salto della vita da germe a pesce, da mammifero a scimmia, e quindi
da primate a uomo.
l La procreazione e «Dio»
Riferisce
la Jewish Encyclopedia: «Elementi dello Zohar [...]
serpeggiavano nella liturgia del XVI e del XVII secolo [...], le cui
caratteristiche salienti erano costituite dalla rappresentazione dei più elevati
pensieri umani tramite emblemi dell'umanità e passioni umane, nonché dell'uso
di una terminologia erotica nel rappresentare le relazioni tra uomo e Dio,
una religione equiparata all'amore [...]. Il piacere dei sensi, e
soprattutto l'intossicazione da tale piacere (l'attuale pornodipendenza;
N.d.R.), caratterizzano il sommo grado di amore divino come contemplazione
estatica, così come la stanza delle libagioni rappresenta unicamente lo stato
intermedio del passaggio delle qualità umane in quelle divine e della loro
esaltazione». Non vi è nulla di nuovo rispetto ai pagani che consultavano
oracoli, indulgevano nel sesso degenerato e nell'ebbrezza al fine di adorare gli
antichi dèi della sessualità proprî di tutte le civiltà pagane, nulla che essi
non possedessero secoli e secoli prima. Non stupisce che le denunce operate
senza parsimonia dai Profeti siano state «allegorizzate» nel nulla! Legate
generalmente allo Zohar e alla Kabbalah sono le dottrine della
metempsicosi o trasmigrazione delle anime, del culto dei sette pianeti, del
Sole, della Luna e dell'indefinito En Sof, ridotte a schema dalle figure
dei dieci Sefirot che si spingono oltre e di nuovo indietro verso la
massa, l'En Sof, altresì corrispondenti alla figura pagana delle dieci
intelligenze aristoteliche (o spiriti «capo» dei corpi celesti).
![]() | ![]() |
A sinistra:
trattato cabalistico sulla demonologia. A destra, rabbi Aryeh
Levin (1885-1969), uno zaddik di Gerusalemme.
|
l Scholem, i talmudisti «divini» e la
«santa comunione»
Le letture
di Ghershom Scholem furono archiviate dall'Institute of Judaism di New
York di rabbi Wise come opere contenenti «le maggiori tendenze nel
misticismo ebraico», e comparvero nella lista presente in Who's Who
in World Jewry come libro di testo della cattedra di misticismo ebraico
della Hebrew University di Palestina. Alcuni suoi brani, estratti
dall'opera The Zohar: the Book of Splendor 26,
rivelano: «Il libro dello Zohar, il più importante lavoro letterario della
Kabbalah [...], è un'opera di saggezza segreta». Come il
Talmud, che utilizza versetti biblici palesemente inesistenti, lo
Zohar utilizza un versetto inesistente per dipingere i talmudisti come
divinità: «La Presenza Divina come incarnazione mistica della Comunità
d'Israele». Mentre nello stile blasfemo degno del culto del dio Baal, la
copula viene definita «santa comunione»: «Dio scelse il popolo
d'Israele e nessun altro tra i popoli, e lo insediò sulla Terra in una singola e
unica nazione [...].
Egli lo chiamò "nazione unica" [...]. Quando mai
"unico" è detto di un uomo? Quando egli è contemporaneamente maschio e
femmina 27
[...]. Allora, e solo allora, egli è designato unico senza difetto di
sorta [...]. Solo quando il maschio e la femmina sono congiunti essi
formano un corpo unico; così come, ci è stato insegnato, un uomo non sposato è,
per così dire, diviso in due». Questa è la «santa comunione»... La sezione
del libro intitolata «The Rose of Sharon» («La Rosa di Sharon»)
rappresenta un'altra scena di copula nella quale «la comunità d'Israele è
chiamata "Rosa di Sharon"; ciò a causa del suo desiderio di essere irrigata dal
fiume profondo [...]. Essa viene chiamata "Rosa" quando è in procinto di
giacere con il Re, dopo di che, quando ella si sarà congiunta con lui nei suoi
baci, il suo nome diviene "Lily"». Tuttavia, a quanto pare, questo estratto
richiede un ulteriore rafforzamento. Affermano i rabbini: «La vera devozione
di Israele a Dio, nonché il suo desiderio nei Suoi confronti, rende possibile a
queste due anime di convogliare le acque inferiori verso le superiori
rinsaldando una relazione perfetta e bramando la dedizione reciproca, onde
portare altri frutti. Quando essi aderiscono l'uno all'altra, allora dice la
Comunità d'Israele nella grandezza del suo affetto: "Imprimimi come sigillo sul
tuo cuore"» 28.
Vi è molto altro ancora dello stesso tenore. Con quella costante diversità di
dizione caratteristica dei talmudisti, nel saggio di Scholem sullo Zohar
Dio viene chiamato «En Sof l'Infinito. Né forma, né nome egli ha, e nessun
contenitore esistente può accoglierlo, né egli è commensurabile con altri
mezzi» 29.
Segue quindi un iniquo attacco al cristianesimo molto comune nel talmudismo. Il
nostro «crimine» sarebbe quello di ascrivere l'Intelligenza a Dio e di aver
recepito l'insegnamento di Cristo secondo cui Egli è la personificazione del
Padre, vero e reale Spirito d'amore: «Chi ha visto me ha visto il Padre»
(Gv 14, 9). Afferma lo Zohar: «Guai all'uomo che osasse
identificare il Signore con un qualsiasi attributo [...]; men che meno
con qualsiasi forma umana esistente [...]. In esso non vi è né
attributo, né somiglianza, né forma» 30.
Nel saggio di Scholem sullo Zohar si legge ancora: «I nomi e i gradi
dell'anima dell’uomo sono tre: "Nefesh" (anima vitale), "Ruah" (spirito) e
"Neshamah" (la più interiore delle anime). Queste tre sono comprese l'una
nell'altra, ma ognuna ha un'essenza autonoma. Mentre il corpo si decompone nella
tomba [...], Nefesh soggiorna con esso, fluttuando di tanto in tanto per
questo mondo, recandosi raminga tra i viventi [...]. Ruah si reca
nel Giardino dell'Eden terreno [...]. Durante i sabbath, gli equinozi e
nelle ricorrenze festive, essa scende alla sfera celeste [...], ma
Neshamah ascende per prima al suo posto nel dominio dal quale essa è stata
emanata [...]. Quando i figli dell'uomo [...] si recano alle tombe
di coloro che sono dipartiti, allora Nefesh si risveglia, corre a rinvigorire
Ruah che infine desta [...] Neshamah» 31.

l La Kabbalah e il mondo
Il mondo è
esplicato da uno scritto rappresentante tre triadi copulanti - maschio, femmina
e progenie - ai quali sono associati nomi fantastici. L'En Sof che li
circonda è l'essenza divina che è «infusa» attraverso queste tre entità per poi
tornare a sé stessa. Secondo la Kabbalah, Dio sarebbe privo
d'intelligenza. Letteralmente: «Dio è l'infinito e illimitato
essere al quale niente e nessuno potrà mai ascrivere alcun attributo; colui che
potrà perciò essere denominato semplicemente l'En Sof "senza fine"» 32.
Descrivendo i dieci Sefirot, che includono le tre triadi generatrici, la
stessa fonte denomina «Yesod ("fondamenta") l'elemento riproduttivo,
la radice dell'intera esistenza» 33.
Alla voce «Kabbalah», la
Universal Jewish Encyclopedia del 1943 enfatizza lo stesso concetto:
«Ma l'En Sof, essendo illimitato, non può divenire il creatore diretto, non
avendo né volontà, né intenzione, né desiderio, né pensiero, né linguaggio, né
azione, né attributi che appartengono ad esseri finiti» 34.
l Metatron
Metatron è
il principe di questo mondo, il «demiurgo» del Talmud e della
Kabbalah. Secondo la Jewish Encyclopedia (voce «Metatron»), egli è l'equivalente del dio
persiano del Sole Mithra. Con un dio ridotto ad ammasso protomorfico, privo di
attributi, qualcuno deve pur rivestire il ruolo di regnante, e Metatron (Mithra)
serve all'uopo. Il Talmud arriva talvolta quasi a ridicolizzare l'En
Sof associandogli caratteristiche comiche come grandi piedi o il tuffarsi
nei mari assieme ai pesci, o l'insegnare la Toràh ai bambini morti per un
quarto della giornata. Metatron insegna loro per ben tre quarti! Quest'ultimo
dettaglio, come pure riportato nel Talmud 35,
è menzionato nella Jewish Encyclopedia alla voce «Metatron», assieme al suo essere
«Signore di tutti i guardiani celesti, di tutti i tesori e di tutti i
segreti». Lo Zohar definisce la sua natura con la precisa asserzione
che egli siede appena al di sotto di Dio. Non solo viene qui identificato con il
«Mithra zoroastriano», il dio Sole, ma è possibile renderlo visibile tramite
incantesimi, droghe e «mediante altri mezzi», similmente al
«demiurgo». Alla voce «Mercabah»,
la Jewish Encyclopedia descrive i rituali spiritistici di Mithra dedicati
a «Metatron», le lettere del cui nome possono essere aggiunte a quelle della
parola «Sheddai» (Dio). I non-ebrei, ignari di ciò, non sanno che l'uso
delle lettere per ottenere cifre numerologiche è una pratica preponderante
nell'odierno ebraismo, così come al tempo di Cristo.
l Le lettere crearono il mondo, non
Dio
Si noti
l'affermazione presente nella Jewish Encyclopedia 36
per la quale attraverso la Kabbalah «ci si può rendere maestri della
Creazione», un'idea luciferina. Si possono inoltre immolare
bestie selvatiche al fine di «diffondere il terrore per il mondo». La
stessa Jewish Encyclopedia 37
ci fà sapere che le lettere dell'alfabeto ebraico, specialmente le quattro
consonanti della parola Yahwéh, il Tetragramma, possiedono un potere
magico, tant'è che queste crearono il mondo! Si legge che quest'idea
«nacque presumibilmente in Caldea», (Babilonia). Che i rabbini avessero
creato un vitello terzogenito e se ne fossero cibati è riportato nel
Talmud 38.
Il passo compare nel Talmud 39.
![]() |
«E Dio
disse: "Sia fatta la luce", e la luce fu» (Gn
1, 3).
|
l La Kabbalah esalta gli
ebrei
La
Kabbalah, afferma la Jewish Encyclopedia, conferisce la posizione
di vertice della condizione umana «allo stile di vita autenticamente ebraico,
quello cioè legato all'ebraismo talmudico [...]. Nella Kabbalah, l'ebreo
è riconosciuto come l'Uomo. Nonostante il colorito repertorio della sua
metafisica, la Kabbalah non tenta mai di minimizzare l'importanza dell'ebraismo
storico, ma al contrario la enfatizza [...]. I cabalisti hanno
sviluppato a fondo la magia ebraica» 40.
«La demonologia, perciò, occupa un ruolo di rilievo nell'opera di molti
cabalisti [...]. Molti altri cabalisti svilupparono le proprie teorie
sulla dissociazione, sulla negromanzia e sull'esorcismo. L'Astrologia venne
legittimata e la bibliomanzia trovò la sua giustificazione nell'asserzione che
le sacre lettere ebraiche non sono le uniche con tali doti. Con questa
ancestrale visione pagana del compendio della natura come divinità nella quale
l'uomo è creatore, meri strumenti di rappresentazione delle cose come i
caratteri della scrittura divengono strumento di controllo di poteri divini
attraverso i quali poter sottomettere la natura» 41.
l La Kabbalah: il Sefer
Raziel

l La
Kabbalah: il Sefer Yetzirah
Il Sefer
Yetzirah, o «Libro della Creazione», è un altro compendio di pratiche
spiritistiche della Kabbalah originario della Caldea o di Babilonia. Ecco
cosa afferma la Jewish Encyclopedia alla voce «Kabbalah»: «La credenza nel potere
magico delle lettere del Tetragramma e di altri nomi di Dio [...] pare
sia originaria della Caldea [...]. La Kabbalah teurgica [...],
sotto la denominazione di Sefer (o "Hilkot") Yezirah, riferisce di una pratica
che consentì ai rabbini babilonesi del IV
secolo di "creare magicamente un vitello"» 46.
I riti della Mercabah, ispirati dall'uso di droghe, di incantesimi,
ecc..., erano destinati al dio del Sole (Mithra), chiamato nel talmudismo
«Metatron», Principe del Mondo. Chiunque sia familiare con la descrizione di
Isaia dell'Anticristo e dell'ascesa del governo di Babilonia sul mondo
(Is 14), rimane impietrito dalle seguenti parole riguardanti l'abilità di
divenire maestri della creazione per mezzo del Sefer Yetzirah, piegando
gli spiriti dell'al di là all'obbedienza e ottenendo da essi di essere innalzati
alla conoscenza e al potere attraverso le pratiche cabalistiche. La Jewish
Encyclopedia riferisce: «"La Kabbalah pratica" o l'arte dell'impiego
della sapienza del mondo occulto onde perseguire i proprî propositi, si fonda
sul misticismo approfondito nel Sefer Yetzirah. Secondo questo testo, Dio creò
il mondo per mezzo delle lettere dell'alfabeto che egli combinò nei modi più
vari. Se si apprendono queste combinazioni e le permutazioni applicandole nel
posto e nel momento giusti, si può divenire con facilità maestri della
creazione» 47.
Segue la ridicola affermazione che «tutte queste formule proclamano il
monoteismo». Si noti nella stessa sezione della Jewish Encyclopedia
che per mezzo della scrittura di amuleti demoniaci su di un feto, ossia
su di una creatura non ancora nata, l'evocazione di demoni può essere operata
con maggiore successo. Con il termine «monoteismo» i talmudisti intendono
propriamente il «panteismo», ossia il concetto pagano secondo cui il compendio
di tutta la natura è Dio, una sconosciuta e imperscrutabile massa di essenza,
spirituale o materiale, della quale l'Universo è composto, epurando la figura
del Dio «antropomorfico» della Bibbia che i farisei hanno orgogliosamente
ripudiato, trasferendo tutti i poteri ad esso attribuiti a «potenze di
intermediazione»; sì, proprio quelle che ospitano gli spiriti degli déi pagani
dei quali Metatron, il dio Sole, è l'attuale capo. Platone (428-348
a.C.), Pitagora e i pagani, tra i quali i Profeti a lungo fecero proseliti molti
secoli prima di Cristo, possedevano la stessa visione «monoteistica» del mondo
qui menzionata, nel quale essi, come «superuomini», potevano innalzarsi a
«maestri della creazione» e dittatori del popolo. Spogliato dei suoi inganni e
delle sue falsità, non ritroviamo nulla di monoteistico nel giudaismo talmudico,
né si riscontra in esso una qualsiasi comunanza con il cristianesimo, al quale
pare irrimediabilmente e diametralmente opposto.


Note
1 Traduzione dall'originale
inglese di un estratto (pagg. 34-37) dell'opera The Jewish Religion: Its
Influence Today («La religione ebraica: la sua influenza odierna»), a cura
di Piero Pisani. Scritto
reperibile alla pagina web
L'intero scritto della
Dilling, di cui presentiamo solo queste pagine, è un'opera scientifica corredata
da moltissime note e da trecentodieci fotocopie visualizzabili dei testi
originali ebraici citati.
2 Cfr. Is 14, 12-19;
Dn 11, 36-38; Mt 24, 15; Mc 13, 14.
3 Cfr. Universal Jewish
Encyclopedia, pag. 616.
4 Schocken Books, New York
1946.
5 Pag. 349.
6 Cfr. 2 Ts 2,
9.
7 Cfr. Universal Jewish
Encyclopedia, pag. 240.
8 Cfr. Jewish
Encyclopedia, voce «Kabbalah», pag. 472.
9 Ibid., pag.
465.
10
Ibid.
11 Ibid., pag.
476.
12 Ibid., pag.
475.
13
Ibid.
14 Tale teoria la si
ritrova nel processo triadico di tesi, antitesi e sintesi dell'idealismo
hegeliano, e nel concetto di «progresso» proprio del materialismo
dialettico-storico di Karl Marx (N.d.A).
15 Cfr. Jewish
Encyclopedia, voce «I Dieci
Sefirot».
16 George Routledge &
Sons, Londra 1925.
17 Perciò si smentirebbe
l'intera impostazione biblica basata sulla volontà, sul pensiero, sull'azione e
sull'intelligenza di Dio (N.d.A.).
18 Visione alquanto
riduttiva dell'originale concetto di Divinità (N.d.A.).
19 Ciò non è nient'altro
che il nirvana induista, definito da Nesta Webster (1876-1960) come
«l'estinzione dell'esistenza individuale tramite l'assorbimento dell'anima in
un'entità spirituale suprema» (N.d.A.).
20 Cfr. Universal
Jewish Encyclopedia, pag. 474.
21 La Christian
Science è un movimento religioso fondato nel 1879 negli Stati Uniti
d'America da Mary Baker Eddy (1821-1910). D'obbedienza protestante non
trinitaria, si dà per missione di ripristinare il cristianesimo primitivo e il
suo elemento perduto di guarigione. La chiesa madre di questo movimento, la
Prima chiesa di Cristo, Scientista, ha la sua sede centrale a Boston (Stati
Uniti) e conta alcune centinaia di migliaia di seguaci, soprattutto in questo
Paese (N.d.R.).
22 Cfr. Universal
Jewish Encyclopedia, pag. 477.
23 Ibid., pag.
620.
24 Cfr. Jewish
Encyclopedia, voce «Kabbalah», pag. 479.
25 Cfr. American
International Encyclopedia, voce «Kali».
26 Schocken Books,
1949.
27 Chiara allusione
all'Androgino Primitivo della Kabbalah. Secondo quest'ultima, all'inizio
della Creazione Adamo era «perfetto», e quindi dotato di entrambi i sessi. Solo
successivamente Dio avrebbe creato Eva come essere distinto e separato da Adamo
(N.d.R.).
28 Cfr. The Zohar: the
Book of Splendor, pagg. 69-70.
29 Ibid., pag.
79.
30 Ibid., pag.
78.
31 Ibid., pagg.
96-97.
32 Cfr. Jewish
Encyclopedia, voce «Kabbalah», pag. 472.
33 Ibid., pag.
475.
34 Cfr. Universal
Jewish Encyclopedia, pag. 619.
35 Cfr. Abodah Zara
3b.
36 Cfr. Jewish
Encyclopedia, pag. 584.
37 Ibid., pag.
458.
38 Cfr. Sanhedrin
67b.
39 Ibid. Anche la
demonologia è citata nello stesso trattato. Si leggano anche i relativi passi
nella Jewish Encyclopedia (pagg. 549, 681, 682).
40 Cfr. Jewish
Encyclopedia, pag. 478.
41 Ibid., pag.
479.
42 Cfr. Universal
Jewish Encyclopedia, voce «Sefer
Raziel».
43 Cfr. Berechoth
55a; Universal Jewish Encyclopedia, voce «Alfabeto».
44 La Bibbia menziona
Bezalel nei seguenti passi: Es 31, 2; 35, 30; 36, 1-2; 37, 1; 38, 22; 1
Cr 2, 20; 1, 5.
45 Il codice Atbash
descrive l’uso dell'ultima lettera al posto della prima.
46 Cfr. Sanhedrin
65b, 67b.
47 Cfr. Jewish
Encyclopedia, pag. 568.
Nessun commento:
Posta un commento