martedì 16 aprile 2013

SAN BERNARDO CONDANNA BENEDETTO XVI ( sulla questione della conversione degli ebrei )

Liber Accusationis Quartus
1. Lo scisma e lo scandalo

Nel gennaio 1988, dopo la pubblicazione del libro La scelta di Dio  da parte del cardinale Lustiger, l’abbé de Nantes denunciava il « grande scandalo » di un « ritorno in forze del giudaismo talmudico nella Chiesa, col fine ultimo di sottomersela interamente, sotto la copertura dell’ecumenismo e della… libertà religiosa »
In questa opera, rispondendo all’ l’Appello al Judizio  di Dio interposto nel 1987 dall’abbé de Nantes, Jean-Marie Aaron Lustiger, allora arcivescovo di Parigi, affermava che il giudaismo è l’eterna alleanza, essendo la razza e la religione messianica divenute la salvezza di tutti :
« Poiché la Chiesa di Cristo, per via di una primaria infedeltà, si è gettata nell’eresia della Libertà religiosa a vantaggio indistinto di ogni e qualsiasi religione, essa si trova oggi abbandonata alla sola religione che abbia avuto, un tempo, una fonte divina, la sola che abbia posseduto qualche verità, qualche forza, ormai tutte usate contro colei che le è succeduta nelle lacrime e nel sangue : il Sangue di Gesù “ Segno di contraddizione ” » (Georges de Nantes, Judaisme ou Catholicisme : Aaron Jean-Marie Lustiger doit choisir,  C.R.C., n. 239, gennaio 1988).

RITRATTAZIONE

Si può dire che l’opera di Benedetto XVI, “ Gesù di Nazareth”,  aggrava lo scandalo. Sulla questione degli ebrei, il Papa afferma di avere una migliore « comprensione » di tutti coloro che l’hanno preceduto durante venti secoli di tradizione cattolica, che viene da lui accusata di « numerosi malintesi, gravidi di conseguenze, che al riguardo hanno pesato sui secoli passati. Mediante una nuova riflessione, noi possiamo tuttavia riconoscere che, in mezzo a tutti questi oscuramenti, è sempre apparsa  la possibilità dell’orientamento di una giusta comprensione » (p. 61).
Infatti, in favore della sua « nuova riflessione », il Papa pretende di trovare un appoggio, nel XII secolo, in san Bernardo e,… nel XX-XXI secolo, in un’abbadessa di nome Ildegarda Brem, che avevo scambiato per santa Ildergarda, contemporanea e corrispondente di san Bernardo (Il est ressuscité, n. 104, aprile 2011, p. 18). Macché ! Si tratta di una contemporanea, abbadessa di un convento cistercense situato nella Vorarlberg, in Austria, e corrispondente di Joseph Ratzinger !
Commentando una lettera dell’abate di Chiaravalle, che esortava il popolo e il clero di Francia a prendere le armi per difendere la Chiesa di Oriente – che attualità ! – questa religiosa scrive : « La Chiesa non deve preoccuparsi della conversione degli ebrei, perché bisogna attendere il momento stabilito da Dio, fino a che la totalità dei pagani non sia entrata (Rom. 11, 28). Di più : gli ebrei stessi sono una predicazione vivente, alla quale la Chiesa deve rinviare, perché realizzano la Passione di Cristo (cfr. Ep. 363) ». Da intendere : Israele s’identifica col Messia sofferente.

SAN BERNARDO CONDANNA BENEDETTO XVI

Nella citata epistola n. 363, san Bernardo non dice che non bisogna convertire gli ebrei, ma solo che non bisogna massacrarli !, proprio perché « tutti coloro che muoiono nel loro indurimento sono perduti in eterno » (n. 6)
E’ vero che nel De Consideratione, in cui san Bernardo richiama Papa Eugenio III ai propri doveri, Benedetto XVI trova un passo che sembra andare nel senso da lui preteso ; ma deve cominciare col mutilarlo, per non ricevere egli stesso una sferzante ammonizione !
L’abate di Chiaravalle, scrive Benedetto XVI, « ricorda al Papa che non gli è stata affidata la sola cura dei cristiani : Tu sei debitore anche verso gl’infedeli, gli ebrei, i greci e i pagani”. Tuttavia egli si corregge immediatamente ».
Non è esatto. Il santo infatti continua :
« Di conseguenza, per trattenere i convertiti e ricuperare i traviati, non devi trascurare di convertire i miscredenti. Non devi trascurare nulla per ricondurre alla fede coloro che si sono lasciati sedurre, e per confutare i loro seduttori con argomenti così perentori, in modo che si emendano o, in mancanza di meglio, perdano il loro prestigio e il potere di nuocere.Non devi trascurare la più detestabile specie d’insensati che esista al mondo : alludo agli eretici e scismatici. Tu lo sai : costoro sono a loro volta pervertiti e pervertitori, autentici cani sbranatori, vere volpi di astuzia. Sì, ben lungi dal trascurarli, consacra a loro le tue migliori cure, sia per correggerli e sottrarli alla loro dannazione, sia per reprimerli e metterli in condizioni di non nuocere ».
Non è quindi « immediatamente », ma dopo aver ricordato a Papa Eugenio III il suo dovere di scagliarsi contro gli eretici e gli scismatici, che san Bernardo ammette una restrizione citata da Benedetto XVI :
« Per quanto riguarda gli ebrei, ammetto che tu abbia una scusa legata al tempo : è stato fissato per loro un momento preciso che non si può anticipare ; i pagani devono precederli nella loro totalità »
Benedetto XVI ne conclude : « Durante questo tempo, Israele mantiene la propria missione. Esso è nelle mani di Dio che, al momento stabilito, lo salverà tutto intero”, quando il numero dei pagani sarà completato » (p. 63).
Ma quale « missione » ? Chi gliel’ha affidata ? Dove sta scritta ? Dove mai la Chiesa ha insegnato tali cose, prima di Benedetto XVI e… Hildegarde Brem ?

LA CONVERSIONE DEGLI EBREI

Comunque sià, san Paolo è pienamente contrario. Egli scrive nella Lettera ai Romani : « Per quanto apostolo dei pagani, sarà per il mio ministero un onore, se  saprò eccitare l’emulazione in quelli della mia razza e salvarne alcuni » (Rom. 11, 13-14).
Infatti, nello stesso capitolo in cui constata che Israele nel suo insieme rifiuta il Vangelo, l’Apostolo afferma che « ne sussiste un resto, eletto per grazia » (Rom. 11, 5), poiché gli ebrei possono essere salvati e lo saranno nel “tempo dei pagani” : « Anch’essi, se non persistono nella loro incredulità, saranno reinnestati: Dio è abbastanza potente da innestarli di nuovo » (Rom. 11, 23).
Nondimeno, rimane che la maggioranza degli ebrei persiste nell’opporsi a Dio e al Suo Cristo ; ma noi non dobbiamo stupircene, perché in effetti questa è una costante della Storia Sacra (Rom. 9, 25-33 ; 10, 21 ; 11, 3-4 ; 11, 8-10 ; Ebr. 3, 7-11 ; 4, 2-5 ; Act. 13, 44-52 ; 1Tim. 2, 15 : Ap. 2, 9 ; 3, 9).
Gli ebrei sono sempre stati « di dura cervice » (Es. 32, 9 ; Act. 7,51). E’ proprio per questo che Dio li ha respinti :
« Essi hanno messo a morte il Signore e i profeti, ci hanno perseguitato ; essi non possono piacere a Dio, ma sono nemici del genere umano, perché c’impediscono di predicare ai pagani per la loro salvezza, portando così al culmine la loro colpa ; e quindi è caduta su di loro la collera (divina), per perderli» (1 Tim. 2, 15-16).
Ma questa ostinazione non ci dispensa dal predicare a loro: « Noi siamo proprio, per Dio, il buon odore di Cristo fra coloro che si salvano e fra coloro che si perdono ; per questi, un odore che dalla morte conduce alla morte ; per quelli, un odore che dalla vita conduce alla vita » (2 Cor. 15-16).
Non esiste nuova rivelazione su questo punto.
Cosa dice san Paolo ?
« L’indurimento è caduto su una parte d’Israele, fino a che sarà entrata la totalità delle nazioni ; allora l’intero Israele  sarà salvato, secondo quello che è stato scritto : Da Sion verrà il Liberatore, e toglierà l’empietà da Giacobbe ; questa satrà la mia alleanza con loro, quando avrò cancellato i loro peccati » (Rom. 11, 25-27).
Secondo Benedetto XVI, « l’intero Israele » si riferisce a una futura generazione ebraica, quella del ritorno di Cristo. Il che porta ad escludere gli ebrei dalla predicazione cristiana durante il « tempo dei pagani », ossia il nostro. Ma questo è inaccettabile, perché equivalerebbe a consegnarli alla sorte delle anime che cadono nell’Inferno « perché non c’è nessuno che si sacrifichi e preghi per loro » ( Nostra Signora di  Fatima, 19 agosto 1917).
Eppure san Paolo ci avvisa che queste anime sono care a Dio, « a Causa dei loro padri » Abramo, Isacco e Giacobbe, « Perché i doni e la chiamata divina sono senza pentimento » (Rom. 11, 28-29).
Ma allora, cosa ha voluto dire l’Apostolo, affermando che « l’intero Israele sarà salvato » ? A chi si riferisce l’espressione « intero Israele » ? A tutti gli ebrei che sono stati salvati per grazia, da Abramo fino ad oggi.
Ma c’è di più : « Non tutti coloro che appartengono alla stirpe d’Israele sono Israele » (Rom. 9,6). Infatti « la carne non serve a nulla » (Gv. 6, 63), non è la razza che conta : «Non sono i figli della carne ad essere figli di Dio, come discendenza contano solo i figli della promessa » (Rom. 11, 8).
« L’intero Israele » dunque designa sia « la totalità dei pagani » (Rom. 11, 25) che « il resto » degli ebrei « eletti per grazia » (Rom. 11, 5), che « così » (outos, Rom. 11, 26) non formeranno che una sola comunità : quella dei salvati lungo i secoli della Chiesa, unendo in un solo corpo l’Israele spirituale a quello carnale : « l’intetro Israele ».
Pertanto, rifiutarsi di predicare la verità agli ebrei è, oggettivamente, fare atto di scisma, vale a dire peccare contro la carità della Chiesa e la sua pratica costante fin dalle origini. Benedetto XVI manifesta di detestare questo zelo apostolico, perché esso implica fare “ proselitismo ” e controversia per difendere quel dogma della Fede senza la quale nessuno può essere salvato.
Bisogna quindi con piena urgenza predicare il Vangelo agli ebrei, fino al secondo avvento di Cristo, poiché ce n’è un « resto » che Dio vuole salvare e « la fede nasce dalla predicazione e la pedicazione si fa col la parola di Cristo » (Rom. 10, 7).
Queste pagine tentano di farlo, con l’aiuto di Dio.
Fra’ Bruno di Gesù
N° 107– Luglio 2011

Nessun commento:

Posta un commento