IL MESSIANISMO TERRENO
Dall’Apocalittica al Mondialismo ebraico/sionista
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d. CURZIO NITOGLIA
4 luglio 2012
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«Chi vuol far Teologia non può ignorare il problema ebraico
e chi fa politica non può non ricorrere alla Teologia».
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Letteratura Apocalittica
● L’Apocalittica non è da confondersi con l’Apocalisse di San Giovanni, che «nel XVIII secolo fu uno dei maggiori bersagli della critica antireligiosa dell’Illuminismo intellettualistico». La Letteratura Apocalittica è il «complesso di scritti pseudonimi giudaici, sorti tra il sec. II a. C. e il sec. II d. C. ». L’Apocalittica nasce al tempo in cui l’Ellenismo pagano trionfa in Israele, che è oppresso e il Tempio viene profanato (168-164 a. C.). Poi dopo il successo di Antioco Epifane (+ 164 a. C.), la conquista della Giudea da parte di Roma con Pompeo (63 a. C.) e la distruzione del Tempio con Tito (70 d. C.) e della Giudea con Adriano (135 d. C.) si accende sempre più la speranza della riscossa nazionale giudaica, sotto la guida dei “falsi profeti” predetti da Gesù. L’Apocalittica apocrifa, per rafforzare questo revanscismo nazionalistico, si serve dei Profeti canonici dell’Antico Testamento e li arricchisce di predizioni immaginifiche che descrivono il trionfo di Israele sui Pagani o non-Ebrei (gojim): «Israele sarà liberato e vendicato, e, guidato da Jahweh e dal suo Messia, si satollerà nella pace e nell’abbondanza; le 12 Tribù torneranno per imperare sulle Genti domate e calpestate». L’Apocalittica apocrifa giudaica ha un carattere eminentemente “esoterico” ed è attribuita comunemente agli Esseni. Monsignor Antonino Romeo scrive che la materia dell’Apocalittica è ideologica, politica ed escatologica, essa tratta «della finale rivincita divina sulle forze del male trionfanti attualmente; della vendetta sulle Genti e della restaurazione gloriosa di Israele. […]. Il Regno di Dio riveste generalmente l’aspetto nazionalistico-terreno: schiacciante rivincita di Israele, colmo per sempre di prosperità e di dominio». Il regno di Israele o del Messia, che coincide con la Nazione giudaica, “sarà di questo mondo, […], e riporterà l’Eden quaggiù. In tale concezione giudaica, la persona umana conta ben poco: Israele diventa realtà assoluta e trascendente, la redenzione è collettiva anziché individuale, anzi cosmica più che antropologica. […]. Il Messia è rappresentato come un re ed un eroe militante. […]. Mai il Messia è intravisto come redentore spirituale, espiatore dei peccati del mondo ” . In breve «il tema supremo appare in funzione esclusiva della glorificazione di Israele, la ‘fede’ è l’impaziente attesa della bramata vendetta sulle Genti. L’aspirazione all’unione con Dio, l’amore di Dio e del prossimo esulano completamente da questi scritti Apocalittici, che fomentano la passione di rivincita e di dominio mondiale. […]. Verso le Genti gli Apocalittici sono implacabili: ogni compassione per loro passerebbe per debolezza di fede. […]. I ‘veggenti’ dell’Apocalittica infieriscono, con voluttà feroce, con odio insaziabile. Le “apocalissi” assumono un posto decisivo nell’astiosa propaganda contro le Genti; sono ordigni di guerra […]; al contrario del Vangelo (Mt. VI, 34), la religione apocalittica ha un solo cruccio e ansia: l’Avvenire […] gli Imperi delle Genti si annienteranno a vicenda finché il dominio universale non passerà a Israele». Ne consegue «il particolarismo giudaico, condannato dal Vangelo. Il più ambizioso nazionalismo vi rincara le sue pretese. Le Genti vi sono più disprezzate ed odiate che mai: il fosso tra Israele ed esse si trasforma in abisso». Secondo alcuni esegeti (J. Klausner) l’Apocalittica “funge da collegamento tra il Vecchio Testamento e il Talmud” e il “suo esoterismo l’accosta alla Cabala” (Romeo/Spadafora, cit.). Tuttavia, specifica monsignor Romeo, «l’Apocalittica ha falsificato il Vecchio Testamento e, abbassando l’ideale messianico dei Profeti, ha ostruito le vie al Vangelo, ha predisposto i Giudei a respingere Gesù. Presentando un Messia che ridona a Israele l’indipendenza politica e gli procura il dominio universale, l’Apocalittica accentuò il particolarismo nazionalistico e spinse Israele alla ribellione contro Cristo e contro Roma, quindi al disastro».
● Monsignor FRANCESCO SPADAFORA qualifica l’Apocalittica come «odio atroce conto i Gentili, morbosa attesa della rivoluzione e della liberazione futura di Israele. All’Apocalittica si deve la formazione del più acceso nazionalismo ebraico, che sfocerà nella ribellione all’Impero romano. Tramite essa si spiega la fiducia cieca dei Giudei per straordinarie rivincite nazionali vaticinate dai ‘falsi profeti’».
● L’Abate GIUSEPPE RICCIOTTI scrive: «ai veri ‘Profeti’ dell’Antico Testamento erano succeduti i falsi ‘veggenti’ dell’Apocalittica: i Rabbini, gli Scribi e i Farisei; ma l’opera di costoro non poteva sostituire adeguatamente quella dei primi. […]. Il Profeta, sotto l’azione dello Spirito Santo, era una “fonte di acque vive” (Ger. II, 13), lo scriba incanalava quelle acque facendole confluire nello stagno della casuistica. […]. I Profeti avevano parlato condizionatamente, e in particolar modo avevano annunciato le grandi promesse di Dio al popolo d’Israele in dipendenza dell’atteggiamento futuro di costui. L’Apocalittica al contrario non conosce condizioni; ciò che fu vaticinato deve avverarsi infallibilmente».
Messianismo
● Monsignor FRANCESCO SPADAFORA scrive ancora: «il Messianismo è la dottrina sul Messia e il suo Regno o Nuova Alleanza; […] esso costituisce il punto centrale d’incontro (nelle Profezie del Vecchio Testamento) e di opposizione (nella realizzazione: Nuovo Testamento) tra il giudaismo e il cristianesimo». Tutto l’Antico Testamento è proteso a Cristo e al suo Regno. Infatti il Messia «verrà ucciso proprio da Israele, che gli resiste e lo disprezza (Is. LIII, 8 s.), ma che espierà con un lutto nazionale il suo crimine (Zach. XII, 8-13; Mt. XXIV, 30; Jo. XIX, 37)». Il vero Messia, Gesù Cristo, è soprattutto Re spirituale di tutti gli uomini e non di una sola Nazione e quindi non potrà non essere odiato, combattuto e messo a morte dai “falsi profeti” o “veggenti” dell’Apocalittica che dal 170 a. C. aveva cominciato a corrompere la Fede del vero Israele in senso millenaristico, temporalistico, mondialistico e di dominazione universale. Non occorre aspettare “I Protocolli dei Savi di Sion” per conoscere le mire di dominazione dell’Israele infedele, basta leggere i Profeti dell’Antico Testamento inverato dal Nuovo ed Eterno Testamento e corrotto dall’Apocalittica apocrifa dei Farisei, Rabbini, Scribi ed Esseni. Questo è il dramma di Israele: aver seguito nella maggior parte un falso concetto di Messia cosmico, militante e temporale (che è un puro uomo o addirittura una collettività: Israele stesso, “Padrone di questo mondo”) ed aver rifiutato, tranne “una piccola reliquia”, il vero Messia, Salvatore di tutti gli uomini, il cui Impero è universale, definitivo, spirituale e soprattutto proteso nell’al di là, pur iniziando già in questo mondo, anche se imperfettamente. La sua morte in Croce è l’Unico Sacrificio perfetto e senza macchia (“oblatio munda”, Mal. I, 11), che oggi il falso Israele cerca di rimpiazzare con l’olocausto o catastrofe che ha subito a partire da Antico Epifane, poi con Tito, quindi con l’espulsione dalla Spagna ed infine durante la seconda guerra mondiale (la cosiddetta “shoah”). Purtroppo «i Giudei [apocalittici], nonostante la paziente insistenza del Redentore nel rettificare e correggere i loro preconcetti falsi, rimasero fatalmente fuori della salvezza (cfr. Mt. VIII, 1 s.)». Certamente l’Antica Alleanza, «concretata nel patto del Sinai, è l’unica vera religione, ma sfocerà in un’Alleanza più perfetta e definitiva, estesa a tutte le genti; Israele ne sarà il veicolo conduttore; un discendente di Davide ne sarà il realizzatore». Tuttavia «il periodo maccabico orientò i Giudei verso un’interpretazione errata del Messia, che si afferma nella letteratura apocrifa e rabbinica. […]. L’opposizione tra la Rivelazione attuata dal Cristo e la interpretazione giudaica dominante non poteva essere più stridente; essa fu fatale a Israele, che rimase fuori dalla salvezza eterna. […]. Gli israeliti avrebbero preso le idee mitologiche [dell’Apocalittica apocrifa] applicandole alla loro Nazione: lo sconvolgimento cosmico avrebbe rovinato i pagani, mentre avrebbe dato a Israele felicità terrena definitiva».
● Padre ALBERTO VACCARI spiega che «il Messianismo è un concetto proprio delle religioni ebraica e cristiana, punto centrale d’intesa e insieme di opposizione fra di esse, d’intesa quanto alle Profezie dell’Antico testamento, di opposizione quanto all’interpretazione di esse». Mentre per i Profeti dell’A. T. il Messia è una persona, per i veggenti dell’Apocalittica apocrifa è una collettività e precisamente il popolo d’Israele, che conseguirà la prosperità nazionale, il predominio su tutte le altre Nazioni. Inoltre «un Messia morto e risorto, un Messianismo che si era adempiuto in Gesù Cristo, era la nuova Fede che gli Apostoli dovevano predicare a tutto il mondo, cominciando dai Giudei. Ma per questi un Messia messo in croce era uno ‘scandalo’ , come per i Pagani una ‘follia’ (I Cor. I, 23). […]. L’opposizione, che tale predicazione trovò presso la maggior parte della nazione giudaica ha la sua prima radice nel diverso concetto che s’era formato del Messianismo […] mentre il mondo romano accettò il Messia ripudiato dai Giudei. […]. La prima conseguenza della venuta del Messia consiste nel ritorno degli Ebrei, numericamente aumentati, in Palestina e la riedificazione di Gerusalemme e del Tempio».
Conclusione
● Dall’Apocalittica e dalla falsa concezione Messianica seguono i diversi errori, che oggi hanno raggiunto il loro vertice e il dominio pressoché mondiale, ma che prelude alla catastrofe universale:
In un prossimo articolo vedremo le principali fonti e caratteristiche dell’Imperialismo ebraico talmudico e il suo odio razzistico e teologico verso i ‘non-Ebrei’ e specialmente verso i Cristiani.
d. CURZIO NITOGLIA
4 luglio 2012
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mercoledì 10 aprile 2013
don curzio - IL MESSIANISMO TERRENO - dall'apocalittittica al mondialismo ebraico/sionista
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