mercoledì 10 aprile 2013

don curzio - “RIVOLUZIONE E CONTRORIVOLUZIONE”, “SOVVERSIONE & RESTAURAZIONE” Quali le differenze?

“RIVOLUZIONE E CONTRORIVOLUZIONE”, “SOVVERSIONE & RESTAURAZIONE” Quali le differenze?



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d. CURZIO NITOGLIA – 13 giugno 2012
● Come non è corretto ridurre alla sola massoneria l’agente principale della ‘Sovversione’[1] tralasciando il giudaismo post-biblico, che ha perseguitato Gesù, gli Apostoli e i primi cristiani è del pari inesatto ridurre i motori della Sovversione personale a due soltanto: “orgoglio e sensualità”, mentre la S. Scrittura ci parla anche di un terzo motore: l’avarizia e la vana curiosità, che è l’attaccamento disordinato ai beni terreni e il frivolo desiderio di sapere ciò che avviene nel mondo  (“Concupiscenza degli occhi”). “L’a-Giudaismo” e “l’a-Avarizia” (alfa privativo) sono le due deficienze del libro “Rivoluzione e Controrivoluzione” di PLINIO CORREA D’OLIVEIRA (San Paolo del Brasile, 1949) cui ho cercato di porre rimedio in “Sovversione & Restaurazione”.
● Secondo la dottrina cattolica (definita ‘di Fede divina’ ed infallibilmente dal Concilio di Trento, sessione 5, DB 788, 792 e 815 ss.) il Peccato originale di Adamo ha lasciato nell’uomo la privazione della Grazia santificante, l’offuscamento dello spirito e lo sconvolgimento dell’armonia del suo essere, facendogli sperimentare la ribellione dei sensi allo spirito e l’insubordinazione dello spirito a Dio (cfr. S. Th., II-II, qq. 164-165). Il Fomite del peccato o l’inclinazione disordinata al male non è invincibile e peccaminosa in sé; lo diviene solo se la libera volontà umana la fa passare dalla potenza all’atto del peccato. In breve la concupiscenza non è peccato, ma inclina ad esso (cfr. Concilio di Trento, DB 792; S. Th., I-II, q. 82, a. 2). Le Concupiscenze sono tre secondo la Rivelazione (1a  Jo., II, 16): “Tutto ciò che è nel mondo, la Concupiscenza della carne, Concupiscenza degli occhi e la Superbia della vita, non viene dal Padre”.
● La “Concupiscenza degli occhi” tende a fare delle ricchezze e delle vanità di questa vita il Fine ultimo. La triplice Concupiscenza è la fonte del male e della sovversione personale; da essa hanno origine i sette Vizi capitali, cattive tendenze che ci spingono al peccato attuale e sono “capo” o fonte di innumerevoli disordini. Se dalla Concupiscenza della Superbia nascono tre Vizi capitali (orgoglio, invidia e collera) e dalla Concupiscenza della Sensualità nascono altri tre Vizi capitali (lussuria, golosità e pigrizia), non bisogna dimenticare che dalla Concupiscenza degli Occhi (avarizia e curiosità) nasce l’attaccamento disordinato a questa vita come se fosse quella eterna (S. Th., I-II, q. 84, aa. 3-4; De Malo, q. 8, a. 1): essa tende a farci scambiare il mezzo per il fine (S. Th., II-II, q. 118; De Malo, q. 113), è una specie d’idolatria, è “il culto del vitello d’oro; non si vive più che per il denaro. Non si dà nulla o quasi nulla ai poveri e alle opere buone: capitalizzare, ecco lo scopo supremo a cui incessantemente si  mira. […]. La civiltà moderna ha sviluppato una forma parossistica dell’amore insaziabile delle ricchezze, la plutocrazia, per acquistare quell’autorità dominatrice che viene dalle ricchezze, onde comanda ai Sovrani, ai Governi e ai popoli. Questa signoria dell’oro degenera spesso in intollerabile tirannia” (A. TANQUEREY, Compendio di Teologia Ascetica e Mistica, Roma-Parigi, Desclée,  1924, pp. 556-557).
● L’errore, che mutila la fonte della “Sovversione personale”, lo si ritrova – come ho anticipato sopra -  in PLINIO CORREA D’OLIVEIRA (Rivoluzione e Controrivoluzione, San Paolo del Brasile, 1949, tr. it. Piacenza, Cristianità, 1977) assieme alla mutilazione del motore della “Sovversione sociale” in quanto  esclude il Giudaismo talmudico per parlare solo en passant di Massoneria.  Non a caso i teoconservatori italo-americani si rifanno a quest’opera del pensatore brasiliano succitato per spostare la ‘Restaurazione’ dell’ordine personale, familiare e sociale dal piano filosofico, spirituale e politico a quello crematistico o affaristico e latifondistico.
● La ‘Sovversione’ è il disordine che l’uomo sperimenta in sé dopo il peccato originale,  dietro la spinta delle tre Concupiscenze (orgoglio, avarizia e lussuria); la ‘Restaurazione’ è il cercare di ritornare all’ordine turbato dalle tre Concupiscenze nell’individuo, nella famiglia e nella Società civile.
● Per poter restaurare l’ordine nella Società civile occorre prima averlo in sé (“nemo dat quod non habet”, nessuno dà quel che non ha), poi nella  famiglia e infine lo si può portare nello Stato, che è un insieme di famiglie unite al fine di conseguire il benessere comune temporale subordinatamente a quello spirituale. L’ordine è la sottomissione dell’anima a Dio e la padronanza dell’anima sul corpo e i suoi istinti, su tutte e tre le Concupiscenze e sui sette Vizi capitali. La ‘Sovversione’ è lo scardinamento di quest’ordine. La vita spirituale consiste nel ristabilire quest’ordine nell’animo del singolo uomo; la vita politica consiste nel riportarlo nella Società civile.
● Oggi ci troviamo nell’ultima fase della  ‘Sovversione’, il Mondialismo, che a partire dall’11 settembre del 2011 cerca di impadronirsi del mondo intero e di edificare un unico Tempio e una sola Repubblica universale per rendere schiava la quasi totalità dell’umanità sotto il giogo di Israele e dell’America, i due Stati dominati dai principali agenti della Sovversione: il giudaismo e la massoneria.
● Dalla Restaurazione della metafisica e del realismo della conoscenza, dipende anche la Restaurazione della morale naturale, la quale ci aiuta ad essere veramente uomini, intelligenti e liberi, e ci impedisce di farci travolgere dalla marea montante della Sovversione nichilistica animalesca, la quale rende l’uomo simile al bruto, schiavo e determinato dai suoi istinti più bassi.
● Per concludere, «dobbiamo riaffermare la dipendenza dell’uomo dal fine ultimo e dalla legge eterna imposta da Dio tramite la legge naturale, che costituisce la nostra stessa essenza di animali intelligenti e liberi e la cui osservanza attua tale nostra natura nel modo migliore»[2].
● Purtroppo la nostra epoca è caratterizzata da una specie di fobia della metafisica, la quale si incentra sull’essere per essenza e per partecipazione e dalla creatura risale al Creatore, il quale trascende sia lo Stato che l’uomo. Quindi la modernità si preclude la possibilità di giungere alla nozione di diritto naturale, il quale «muovendo dall’antichità ebraica e greco-romana, è arrivato sino a noi attraverso la tradizione della scolastica, della filosofia perenne, che riduce il diritto naturale a pochi, sommi princìpi, che non possono mai essere violati, ma sono suscettibili di diverse applicazioni storiche nei casi particolari, e bisognosi di essere determinati nei contenuti, integrati nelle istituzioni, fatti rispettare anche con congegni più positivi»[3].
● La seguente frase di ETIENNE Gilson è più attuale che mai e mi permetto di riportarla a mo’ di chiusa: «Se Dio non esiste, tutto è permesso. Nulla è più proibito, non c’è più limite, non c’è nulla che non si possa tentare, che non si debba tentare perché se tutto ciò che è stato vero un tempo lo è stato partendo dall’ipotesi che Dio esisteva, ora che Dio non esiste, nulla di ciò che era vero allora è adesso vero, nulla di ciò che era bene è bene; dobbiamo ricreare tutto. Ma, prima di ricreare, bisogna cominciare col distruggere […], il migliore augurio che si possa fare all’uomo moderno è di rientrare nell’ordine naturale, che è quello della creazione divina»[4].
d. CURZIO NITOGLIA
13 giugno 2012
http://www.doncurzionitoglia.com/rivoluzione_controrivoluzione_di.htm
[1] Cfr. CURZIO NITOGLIA “Sovversione & Restaurazione”, edito dal Centro Studi Jeanne D’Arc di Milano. Può essere richiesto a redazione@ordinefuturo.info  
[2] R. Pizzorni, Diritto naturale e diritto positivo, in S. Tommaso d’Aquino, Bologna, ESD, 1999, p. 6.
[3] Ibidem, p. 14.
[4] E. Gilson, “Se Dio non esiste tutto è permesso”, ne “Il nostro tempo”, 24 novembre 1960.

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