domenica 12 maggio 2013

SCHEDA : Le società segrete: la Massoneria


 

10 – Le società segrete: la Massoneria

La costruzione del tempio di Salomone, simbolo dell’edificazione interiore dell’iniziato e della costruzione del tempio dell’umanità, tracing board (tavola da lavoro) del XVIII secolo, incisione
La Massoneria è una società segreta, anzi, è la più grande società segreta esistente, ovvero un’istituzione iniziatica avente come fine l’emancipazione dei suoi aderenti attraverso l’acquisizione della conoscenza.
Il temine loggia deriva
dall’antico alto tedesco laubja, a sua volta da laub, fogliame, e significa capanna o baracca di boscaioli, da cui pergola o chiosco; indica laubia, il luogo accanto a un tempio in costruzione dove si custodiscono gli attrezzi di lavoro e dove ci incontra. Nell’Europa centro-occidentale, quando si tratta di costruire una cattedrale gotica, la loggia viene costruita parallelamente alla chiesa ed è, come questa, rivolta da est a ovest (ex oriente lux). La più antica loggia di cui abbiamo notizia è quella di Kilwinning, in Scozia, operante già nell’anno 1150. I maestri muratori, gli artigiani edili e gli architetti formano a partire dall’alto medioevo delle gilde esclusive o logge fortemente gerarchizzate il cui scopo è la difesa degli interessi professionali, la disciplina dei suoi membri e soprattutto la trasmissione dei segreti del mestiere, tra cui la sezione aurea o numero aureo di Pitagora, che è alla base di tutta la filosofia pitagorica e si ritrova come fondamento delle armoniche proporzioni delle cattedrali gotiche. D’altra parte, le gilde provvedono anche alle necessità di mutuo soccorso, che la società del tempo non riesce a soddisfare in altro modo.
Un’altra gilda è documentata a Strasburgo, e sul suo esempio altre se ne ritrovano in città tedesche, austriache, svizzere, ungheresi, finché il 25 aprile 1459 i maestri architetti di tutte le logge si riuniscono a Ratisbona, dove elaborano uno statuto comune alla professione e alle logge. Nel 1563 settantadue maestri di logge si riuniscono a Basilea per dare alla confraternita un nuovo statuto, che conferma la gerarchia interna di maestri, compagni e artigiani che costituiranno i primi tre gradi della Massoneria. Si istituiscono dei segni di riconoscimento tra i gradi e all’interno dei gradi un simbolismo rituale.
Controverso è il passaggio dalle logge operative, costituite dagli architetti, dai maestri muratori, dagli artigiani edili alle logge speculative, che ammettono al loro interno un numero sempre più preponderante di persone estranee alla loro professione, i membri accettati. Qual’è l’interesse che muove questi ultimi, in genere intellettuali o gentiluomini ricchi e istruiti, ad affiliarsi alla corporazione di un mestiere sicuramente inferiore alla loro condizione? Probabilmente l’esoterismo delle tradizioni degli architetti, di cui la sezione aurea è un esempio, e il loro vanto di un’origine antichissima, risalente addirittura alla costruzione del Tempio di Gerusalemme al tempo di Re Salomone, la rendono affascinante a loro occhi; mentre l’afflusso di denaro liquido, e conseguentemente il ruolo di promozione sociale, i divertimenti e la patina culturale che questo garantisce costituiscono un buon affare per i massoni operativi. Sta di fatto che ad un certo punto questi ultimi si accorgono che nelle loro logge non solo essi sono in minoranza, ma in alcune non vi sono affatto.
Il primo massone speculativo è Sir Robert Moray (1608-1675), che entra nella Massoneria nel 1641 e alla fine diviene gran Maestro della sua loggia, ad Edimburgo. Elias Ashmole (1617-1692), studioso dell’occultismo e tra i fondatori della Real Society, entra nella Massoneria nel 1646 a Warrington nel Lancashire. Egli pubblica dei manoscritti di alchimia col nome di Thearum Chemicum Britannicum e un’apologia della Fama fraternitatis e dei Rosa Croce.
Il 24 giugno 1717 avviene l’atto ufficiale di nascita della Massoneria: quattro logge londinesi, The Goose and Gridiron, The Crown, The Apple Tree e The Rummor and Grape, così chiamate dal nome delle taverne presso le quali ciascuna si riunisce, decidono di darsi una nuova organizzazione centralizzata, cui danno il nome di Grande Loggia di Londra, eleggendo come Gran Maestro il gentiluomo Anthony Sayer. Della logge fanno parte il pastore anglicano Theophile Desaguliers (1683-1744), brillante volgarizzatore delle teorie newtoniane e membro della Royal Society, presso la quale, oltre che all’interno della loggia, organizza per tutta la vita esperimenti e dimostrazioni scientifiche con l’uso di macchine per istruire affiliati e uomini di cultura, e il pastore presbiteriano James Anderson (1684-1739), cui si devono le Costituzioni adottate dalla società il 14 gennaio 1723. In esse si dichiara tra l’altro che la Massoneria è “il Centro d’unione e il mezzo per annodare una sincera amicizia tra persone che sarebbero rimaste in perpetuo estranee”. Questa affermazione, in un paese dilaniato dalle lotte religiose, la dice lunga sui principi di tolleranza, egualitarismo e umanitarismo che animano i fondatori della Massoneria.


P. Lambert, Massoni al lavoro, Londra, 1789. La squadra, il compasso e il filo a piombo, i tre grandi lumi (potenza, giustizia e misericordia) del Grande Architetto dell’Universo, sono disposti a croce sopra la Bibbia

Fin dai suoi inizi, la Massoneria cerca delle origini illustri, bel al di là delle gilde di architetti, maestri muratori e lavoratori edili che si tramandano i segreti dell’arte. La storia dei Templari, con i contatti che questi ebbero con la cultura araba ed ebraica, ivi incluse delle ipotetiche ricerche nelle vestigia sotterranee dei templi ebraici, è in questo senso l’ideale per poter dare un contesto alla trasmissione dei segreti dell’arte muratoria. Secondo la leggenda, due giorni prima che Filippo il Bello emanasse l’ordine di arresto dei Templari, un carro di fieno tirato da buoi lasciò il Tempio di Parigi, e sotto il fieno si nascondeva un gruppo di loro, guidato da un certo Aumont. Essi si portavano dietro un grosso carico d’oro, forse di produzione alchemica, e i loro oggetti iniziatici. Si rifugiarono in Scozia, dove si sarebbero uniti alla loggia massonica di Kilwinning. In un certo senso essi ripetevano la storia del mitico Hiram, che fu ucciso perché si rifiutò di rivelare i segreti dell’arte, dopo di che il Re Salomone inviò i maitres elus (maestri scelti) a vendicarne la morte. Ora ad altri maestri sarebbe toccato il compito della vendetta, che sarebbe infine ricaduta sui discendenti di Filippo il Bello, i Re di Francia (tanto che quando Luigi XVI fu ghigliottinato, qualcuno dalla folla balzò sul patibolo e gridò: “Jacques de Molay, sei stato vendicato!”)
Inizia pertanto una interpretazione agiografica della storia, che reinventa le gesta dei Templari, dei Rosa Croce, o di altri antenati mitici dei Massoni. Ad esempio la battaglia di Bannockburn (1314), in cui il Re scozzese Robert sconfisse le armate inglesi, superiori di numero, dopo essere stato sul punto di essere sbaragliato, viene attribuita alla carica di un distaccamento di Cavalieri Templari, versione a cui mostrano di credere anche degli autori moderni, Baigent e Leigh (1989). Questa ricerca si traduce nella produzione di una mole di documenti, di dubbia autenticità, tesi a suffragare queste illustri filiazioni. In realtà quello che si vuol ricostruire più che una storia è una metastoria, un resoconto simbolico delle origini, atto a calare la vicenda dei Massoni in un contesto mitico, dove i rituali ricostruiscono il tempo fuori dal tempo delle origini. Da qui, come per i Rosa Croce, all’idea di una antica sapienza che si è tramandata lungo i secoli attraverso l’esoterismo il passo è breve, e per conseguenza l’arruolamento nelle fila dei precursori di una lunga serie di iniziati, il primo dei quali è addirittura Enoch, e dopo di lui i costruttori delle piramidi, Mosè, Pitagora, gli Esseni, gli Gnostici, gli Alchimisti, i Catari, infine i Rosa Croce.
Una caposaldo in questo senso è rappresentato da Andrew Michael Ramsay (1686-1743), un giacobita scozzese esule in Francia, membro cattolico romano della famiglia Stuart. Nella sua opera più importante, Les voyages de Cyrus (1727), colloca l’origine dell’intero Corpus Hermeticum non in Egitto, ma in Cina. In una conferenza del 1737, egli innesta la cultura massonica nelle crociate medioevali, suggerendo che alcuni cavalieri fossero stati anche spaccapietre, e così avessero avuto accesso alle fondamenta del Tempio di Gerusalemme e ai segreti ivi custoditi, risalenti ai patriarchi dell’Antico Testamento e ai costruttori del Tempio. Egli riprende l’idea di Christopher Love (1618-1651) – poeta e occultista presbiteriano gallese, giustiziato per aver partecipato a un complotto lealista contro il governo puritano – dell’esistenza di un pilastro di bronzo istoriato, che sarebbe stato eretto prima del diluvio universale dal figlio di Adamo ed Eva, Seth, e dal profeta Enoch. L’idea segue la tesi di Josephus (37-100 ca.), considerato un autorevole intermediario tra il Vecchio e il Nuovo Testamento, secondo cui Seth avrebbe costruito delle colonne di mattoni o di pietra per preservare dal degrado degli elementi naturali la conoscenza dei corpi celesti e delle loro proprietà. Su questo materiale si costruisce il Rito Scozzese Antico e Accettato, il cui quarto grado è appunto detto “dell’Arco Reale”, dall’arcobaleno, simbolo dell’alleanza tra Dio e ilpopolo eletto. Si inizia così a sviluppare una gerarchia che va al di là dei tre livelli iniziali di apprendista, compagno e maestro, e prende il nome di Massoneria Scozzese, per l’asserita filiazione dell’ordine dai Templari attraverso le logge scozzesi; in realtà, l’unica cosa scozzese è il fatto che il rito fu introdotto in Francia dagli esuli giacobiti (Katz, 2005). Comunque, con questa nuova versione si va al di là del mito di Hiram, risalendo ad Enoch, patriarca biblico dei cui viaggi celesti si occupano gli scritti apocalittici: egli avrebbe avuto una visione nella quale gli si ordina di edificare un tempio sotterraneo sorretto da nove archi, e contenente una targa d’oro in cui sono incisi dei caratteri occulti rivelatigli nel sogno. Anche fuori dal tempio vengono eretti così dei pilastri, costruiti in modo da poter resistere al diluvio, uno dei quali è di marmo e reca incisi i segreti del tempio, l’altro è di bronzo e reca incisi i segreti delle arti liberali, e in particolare dell’arte muratoria. Migliaia di anni dopo, gli architetti del tempio di Salomone scoprono il tempio ad archi costruito da Enoch sottoterra, con le preziose iscrizioni, e vengono così in possesso della conoscenza degli antichi misteri.
La storia di Enoch sottolinea la conoscenza di tutte le cose di cui dispone Adamo nel giardino dell’Eden, un’onniscenza che ha prodotto i segreti incisi sulle colonne, e che adesso viene tramandata con i misteri dei Massoni. Però apre anche un altro capitolo: Seth, il figlio virtuoso di Adamo, comprende questi concetti fondamentali e li trasmette correttamente alla generazione successiva. Invece, il suo malvagio fratello, Caino, inquina il pozzo della conoscenza e vi introduce numerosi errori e falsità. Pertanto accanto alla iniziazione si profila la minaccia della contro-iniziazione, ossia di un insegnamento esoterico sì, ma difforme dai principi originali, e ciascun sedicente maestro può tacciare i suoi concorrenti e i loro discepoli di praticare la contro-iniziazione. Comunque Enoch, discendente di Seth, preserva fedelmente le proprie conoscenze e le trasmette al genere umano in modo che esse sopravvivono al diluvio, incidendone i principi nel tempio ad archi che egli costruisce. Noè trasmette una parte di questa dottrina alla sua progenie, ma solo quando gli architetti di Salomone rinvengono la targa e i pilastri di Enoch sepolti essa è ripristinata nella sua intierezza. I Templari divengono i depositari della conoscenza a seguito dell’esplorazione delle rovine sotterranee del tempio di Gerusalemme; essa è tramandata attraverso la Massoneria “primitiva” delle corporazioni medioevali, fino alla nascita della Massoneria speculativa, che la rende accessibile a chi vuole istruirsi nei suoi misteri.


Il triangolo d’oro con la parola del maestro sepolto da Hiram in una fossa profonda prima di essere ucciso, Rappresentazione del grado dell’Arco Reale, 1775 ca.

L’interesse per i Rosa Croce di Ashmole fa parte di una più generale riscoperta degli scritti rosacrociani nella seconda metà del XVII secolo. Nel 1652 John Heyden pubblica la prima traduzione inglese della Fama fraternitatis, mentre Thomas Vaugham, sotto lo pseudonimo di Eugenius Philalethes, diffonde i suoi scritti alchemici di carattere rosacrociano; entrambi possono aver influenzato le nascenti logge massoniche. Le corrispondenze nel linguaggio e nella liturgia tra le due associazioni sono riconducibili ad un fondo comune, che è il patrimonio linguistico e rituale dell’esoterismo, prodotto di un continuo lavoro di sintesi e di rielaborazione della letteratura precedente. I primi Rosa Croce parlano in effetti di casa dello Spirito Santo, di costruzione visibile o invisibile, intangibile e indistruttibile, di edifici senza finestra né porta, di pietra angolare, di fondazioni, ma questo sembra essere un insieme di metafore di che origine dalle Sacre Scritture, con saltuari prestiti dall’Alchimia, ben diverso quindi dal vocabolario della muratoria, dall’obbligo del silenzio, dai segni di riconoscimento che la Massoneria riprende dalle gilde degli artigiani edili.
Il centenario della pubblicazione dei manifesti rosacrociani segna una ripresa dell’interesse nei confronti della confraternita, che si manifesta con l’emergere di nuove associazioni che si rifanno ad essa. Esse si sviluppano parallelamente alla nascente Massoneria, e per entrambe le confraternite si pone il problema di darsi lustro rinvenendo le proprie origini lontano nel tempo. Vi sono scambi nei due sensi tra le due confraternite, con personaggi che vestono la doppia affiliazione, e l’assimilazione delle strutture rosacrociane nella Massoneria promuove l’impulso verso la costituzione di gradi sempre più elevati di dignità. Nel 1710, cioè sette anni prima della pubblicazione della Costituzione di Anderson, Sincerus Renatus (Samuel Richter), pastore luterano a tendenza pietista, che si ritiene discepolo di Paracelso e di Jakob Böhme, pubblica La vera e perfetta preparazione della Pietra Filosofale della Fraternità dell’Ordine della Croce d’Oro e della Rosa-Croce, un trattato d’alchimia sulle pratiche di laboratorio con in appendice le cinquantadue regole alla base dell’Ordine della Rosa-Croce d’Oro, che indicano che l’Ordine non deve avere più di sessantatré Fratelli ed è diretto da un Imperator eletto a vita. Nella prefazione, Sincerus Renatus precisa che il testo non è opera sua, ma di un «Professore dell’Arte» del quale non può rivelare l’identità, e che i membri dell’Ordine hanno lasciato l’Europa per le Indie al fine di vivere più tranquillamente. In realtà, l’Ordine descritto da Sincerus Renatus sembra non sia mai esistito. Egli riutilizza un nome, quello di Rosa-Croce d’Oro, che Petrus Mormius aveva già impiegato nel 1630 nel suo Arcani segretissimi di tutta la natura svelata dal collegio del rosario, nel quale narra la leggenda di Federico Rosa, vissuto nel Delfinato e fondatore nel 1622 di una società segreta di tre membri, la Rosa-Croce d’Oro. Ad ogni modo, il termine «Rosa-Croce d’Oro» avrà una certa fortuna e alcune sue regole si ritroveranno più tardi nelle istruzioni del grado massonico-rosacrociano dei Principi Cavalieri Rosa-Croce.
Negli anni successivi nasce un Ordine rosacrociano. Nel 1749, Hermann Fictuld pubblica Aureum Vellus, nel quale parla di una Società dei Rosa-Croce d’Oro che presenta come eredi dell’Ordine del Vello d’Oro fondato da Filippo il Buono nel 1492. Verso il 1757, crea un rito massonico a tendenza alchemica e pietista, composto da un insieme di gradi rosacrociani: la Società Roseæ et Aureæ Crucis o Fraternità dei Rosa-Croce d’Oro. Questa Società migra in diverse città come Francoforte sul Meno, Marburg, Kassel, Vienna e Praga. Sembra spegnersi verso il 1764, si riforma grazie a Schleiss von Löwenfeld e Joseph Wilhelm Schröder, infine dà origine ad un altro rito massonico rosacrociano che si manifesta tra il 1770 e il 1777 in Baviera, Austria, Boemia e Ungheria. È dapprima adottato da una loggia massonica di Ratisbona, la Mezzaluna dalle Tre Chiavi, e nel 1771 anche da una loggia di Vienna, La Speranza, che dà origine a quella delle Tre Spade, che diviene il vivaio di questo rito massonico rosacrociano che coltiva l’alchimia e la teurgia.
Dal 1776 alcuni membri della loggia delle Tre Spade, Johann Rudolf von Bischoffswerder (1714-1803), ufficiale prussiano, poi ministro della guerra alla morte del grande Federico, e Jean Christophe Wollner (1732-1800), pastore, instaurano un nuovo Ordine massonico rosacrociano: l’Ordine della Rosa-Croce d’Oro d’Antico Sistema. La loggia dei Tre Globi di Berlino diviene il centro delle sue attività. Quest’Ordine adotta una gerarchia di nove gradi: Juniores, Teoretici, Pratici, Philosophi, Minores, Majores, Adepti Exempti, Magisteri e Magi, i cui aspetti simbolici sono presentati nei testi della Riforma adottati durante un Convegno dell’Ordine tenutosi a Praga il 1777. L’insegnamento degli Juniores riproduce centodieci pagine dell’Opus mago-cabbalisticum et Theosophicum (1719) di Georg von Welling, il libro attraverso il quale Goethe si inizierà al pensiero rosacrociano. L’istruzione e il rituale dei Teoretici riprendono il Novum laboratorium medico-chymicum, di Christophe Glaser (1677). Le operazioni alchemiche insegnate ai Magistri, sono recuperate da due libri dell’alchimista paracelsiano Henrich Khunrath: la Confessio de Chao Physico-chemicorum catholico (1596) e l’Amphiteatrum sapientiæ æternæ (1609). I rituali e gli insegnamenti di quest’Ordine sono dunque orientati nettamente verso l’Alchimia.In questo ambiente in cui si mescolano Alchimia, Rosacrocianesimo e Massoneria nasce il celebre libro dei Simboli Segreti dei Rosacrociani del XVI e XVII secolo (Altona, 1785 e 1788). Composto essenzialmente di trattati alchemici illustrati in modo magnifico, è spesso presentato come il libro rosacrociano più importante dopo i tre manifesti.


L’accesso al Monte dei Filosofi, con l’alchimista arabo Senior Zadith che pianta l’albero del Sole e della Luna, Geheime Figuren der Rosekreuzer, Altona, 1785

L’Ordine massonico della Rosa-Croce d’Oro d’Antico Sistema (precisiamo «massonico» per distinguerlo dai gruppi recenti che usano lo stesso nome senza tuttavia alcun legame con questi Rosacrociani del 18° secolo), possiede una caratteristica che lo differenzia dal Rosacrocianesimo del XVII secolo: rivendica una filiazione risalente a Ormus, o Ormissus, sacerdote egizio battezzato da San Marco. Ormus, quindi, avrebbe cristianizzato i Misteri dell’Egitto e fondato l’Ordine degli Ormusiani dandogli come simbolo una croce d’oro smaltata di rosso. Nel 151 gli Esseni si sarebbero uniti a loro e l’Ordine avrebbe preso il nome di Guardiani del Segreto di Mosè, Salomone e Ermete. Dopo il IV secolo, l’Ordine non conta ormai più di sette membri. Durante il XII secolo ammette dei Templari e quando nel 1118 i Cristiani perdono la Palestina, i membri dell’Ordine si disperdono per il mondo. Tre di loro vengono a stabilirsi in Europa e fondano l’Ordine dei Costruttori d’Oriente. Raimondo Lullo è ammesso in tale Ordine nel quale inizia Edoardo I. In seguito solo i membri della casa di York e di Lancaster divengono dignitari dell’Ordine; ecco perché alla croce d’oro, utilizzata come simbolo dell’Ordine, viene aggiunta la rosa che figura negli stemmi delle due famiglie. Così sarebbe nato l’Ordine massonico della Rosa-Croce d’Oro. Qualunque sia la sua filiazione mitica, quest’Ordine nasce in Germania nel XVIII secolo e si sviluppa essenzialmente nella scia della Stretta Obbedienza Templare, il rito massonico più importante nel paese. Se finora il Rosacrocianesimo ha dato vita solo a gruppetti dei quali non si conosce alcun rituale sino ad oggi, l’Ordine Massonico della Rosa-Croce d’Oro di Antico Sistema ha lasciato vari documenti sulle sue attività. Conosce una grande diffusione nell’Europa centrale e numerose personalità come il principe Federico Guglielmo o Nicolai Novikov in Russia ne sono membri. Viene messo in sonno dai fondatori nel 1787, dopo aver dato nascita ai Fratelli Iniziati dell’Asia (1779), di cui è Gran Maestro Charles de Hesse-Cassel. È sicuramente in questo ambiente che si situa il Conte di Saint Germain. Infatti, dal 1778 si stabilisce presso Charles de Hesse-Cassel il quale diventa suo allievo e protettore.
Nella Massoneria compare l’alto grado Rosa-Croce in pratica quando nasce l’Ordine della Rosa-Croce d’Oro d’Antico Sistema. La sua esistenza è attestata per la prima volta nel 1757 col nome di Cavaliere Rosa-Croce, nelle attività della loggia dei Figli della Saggezza e Concordia. Questo grado Rosa-Croce è subito considerato il non plus ultra della Massoneria. È il settimo e ultimo grado del Rito Francese del 1786, e il diciottesimo del Rito Scozzese Antico e Accettato. Tuttavia esso presenta una particolarità che susciterà molti dibattiti. Mentre tutti i gradi massonici insistono sull’universalità della saggezza, questo grado è propriamente cristiano. Ecco perché alcuni massoni cercheranno di decristianizzarlo nel XIX secolo proponendo un’interpretazione filosofica del suo simbolismo. Nella sua Stella Fiammeggiante, il barone di Tschoudy vi nota «il Cattolicesimo sotto forma di grado». Il suo simbolismo non evoca i temi del Rosacrocianesimo del XVII secolo e non parla di Christian Rosenkreuz, ma mette in scena il calvario del Golgota, la Resurrezione del Cristo e comporta due agapi nelle quali si condivide il pane e il vino, una cerimonia che ricorda l’Ultima Cena. Durante l’iniziazione a tale grado il candidato rivive le peregrinazioni successive alla distruzione del Tempio di Gerusalemme. Egli cerca la Parola Perduta e il suo viaggio gli consente di scoprire la Fede, la Speranza e la Carità, tre virtù. Infine gli viene svelato il senso segreto di I.N.R.I. I più antichi rituali del grado Rosa-Croce risalgono al 1760 (Strasburgo) e 1761 (Lione), ossia solo pochi anni dopo la comparsa della Societas Roseæ et Aureæ Crucis di Francoforte. Uno scambio di corrispondenza del giugno 1761 tra i Massoni di Metz e quelli di Lione rivela che i Lionesi praticano un grado sconosciuto ai loro fratelli di Metz, quello di Cavaliere dell’Aquila, del Pellicano, Cavaliere di Sant’Andrea o Massone di Eredom, altra designazione del grado massonico Rosa-Croce. Il discorso che accompagna un’altra versione di questo grado parla dell’origine dell’Ordine riferendosi ai Sabei, i Bramani, i Maia, i Gerofanti e i Druidi presentati come gli antenati dei Rosacrociani. I Rosacroce sono indicati come gli eredi di una catena di iniziati i cui anelli sono gli Egizi, Zoroastro, Ermete Trismegisto, Mosè, Salomone, Pitagora, Platone e gli Esseni. Questo lignaggio ricorda quello evocato da Michel Maier nel Silentium Post Clamores che riprende l’idea di Tradizione Primordiale cara all’Ermetismo del Rinascimento. Si ritroverà questa nozione nel Regolatore dei Cavalieri Massoni o i quattro ordini superiori secondo il regime del Grande Oriente.


Tracing board, Francia, XIX secolo

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