domenica 11 agosto 2013

I Francescani dell ' Immacolata sbugiardano Vatican Insider

 

Lo avevamo istintivamente pensato non appena  abbiamo  letto l'articolo di Vatican Insider: " Mentono sapendo di mentire " ! 
Ecco la frase  "inventata" ad hoc nell'articolo citato :  " I francescani dell'Immacolata sono nati invece dopo il Concilio e inoltre un sondaggio tra i frati ha dimostrato che la maggioranza di loro desidera celebrare con il rito ordinario". 
Come poteva Vatican Insider sapere con assoluta certezza il risultato di un'inchiesta che non c'è mai stata ? 
Difatti stamani, come rugiada su terra assetata di pace e di verità, è giunta la "smentita" dei bravi Frati che chiedono solo di   essere lasciati  in pace alla vita di penitenza e di preghiera  che hanno scelto
Apprezziamo che, con spirito di cristiana solidarietà,  un Giornalista di Vatican Insider  ha voluto  rassicurarci ( tramite un sms ) sulle intenzioni di Papa Francesco di non modificare il Motu Proprio "Summorum Pontificum" .
Vedremo come andrà a finire ... però finora non abbiamo letto una sola parola  sui disagi che i Fedeli, spirituamente legati al Motu Proprio che ha avuto attuazione per anni nelle parrocchie e dei Santuari retti dai Francescani dell'Immacolata, subiranno dal provvedimento restrittivo  che andrà in vigore domenica 11 agosto : un silenzio sorprendente e deludente !
Che cosa costava, e costa, dire una parola di cristiana solidarietà ai Fedeli  che a causa del provvedimento citato saranno privati della celebrazione della Santa Messa Antica? 
E' un buon comportamento "cristiano" questo ?
Anche se qualcuno rifiuta ( legittimamente ) il Rito Antico può essere egualmente animato da sentimenti generosi e benevoli per chi l`ama e ne è privato.
Fa invece piacere, infine, che i bravi Frati hanno finalmente ribadito che " l’unico portavoce ufficiale del Nostro Istituto, specialmente in questo caso assai delicato, resta il Nostro Procuratore Generale, P. Alessandro Apollonio " . 
 (Andrea Carradori)

Dal loro bel sito postiamo questa : 

In data 02 agosto 2013, il sito web vaticaninsider.lastampa.it ha pubblicato un articolo intitolato «Lombardi: "Sulla Messa in latino il Papa non contraddice Ratzinger"», firmato «La Redazione» . 
Tale articolo, dopo le affermazioni di P. Lombardi, che prende la stessa linea già da noi adottata, contiene affermazioni calunniose contro il Nostro Fondatore P. Stefano M. Manelli, affermazioni che ci sentiamo in dovere di respingere.
Nel detto articolo ci sono anche informazioni non vere o imprecise che desideriamo sottolineare.
 1) A proposito del Commissariamento del Nostro Istituto di Frati Francescani dell’Immacolato, l’anonimo giornalista scrive (neretto nostro): «La decisione di papa Bergoglio - contro la quale sono insorti alcuni gruppi tradizionalisti e che invece i religiosi hanno subito accettato - è stata motivata dal fatto che il fondatore e superiore generale, padre Stefano Manelli, aveva imposto a tutte le comunità dei francescani dell’Immacolata l’uso esclusivo della forma straordinaria della liturgia, cioè il rito antico».
La frase da noi sottolineata in neretto non corrisponde affatto al vero.
È nostro dovere rispondere, in scienza e coscienza, che in realtà, P. Stefano non solo non ha mai imposto a tutte le Comunità F.I. l’uso – tanto meno l’uso esclusivo – del Vetus Ordo, ma non vuole nemmeno che ne diventi l’uso esclusivo, e lui stesso ne ha dato l’esempio celebrando ovunque secondo l’uno o l’altro Ordo.
È bene sapere che prima, durante e dopo la Visita Apostolica (luglio 2012-luglio 2013), come pure attualmente, l’uso esclusivo o prioritario della maggior parte delle Comunità F.F.I. è il Novus Ordo (S. Messa e Breviario). P. Stefano Manelli, in qualità di Ministro Generale, unitamente al suo Consiglio Generale ha intrapreso legittimamente un’opera di promozione del Vetus Ordo nel rispetto del Motu Proprio Summorum Pontificum (2007), nel rispetto delle decisioni del Nostro Capitolo Generale del 2008 e nel rispetto dell’Istruzione Universae Ecclesiae (2011).
Con lettera Prot. 77/2011, datata 21-11-2011, il Nostro Segretario Generale, a nome del Nostro Consiglio Generale, ha divulgato a tutte le Case Mariane F.F.I., alcune norme indicative (non-precettive!) circa l’uso del Vetus Ordo e l’armonia tra il Vetus Ordo e il Novus Ordo nelle nostre Comunità e nel Nostro Istituto.
Dopo tale lettera, varie comunità hanno continuato pacificamente a privilegiare il Vetus o il Novus Ordo.
Dunque, nessuna imposizione da parte di P. Manelli.
Alcuni frati, però, hanno contestato la suddetta lettera.
Perciò, abbiamo interpellato la Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”, che con R e s c r i t t o del 14-4-2012, Prot. 39/2011L, riscontrava conformità tra la medesima lettera Prot. 77/2011 e la "mens" del Santo Padre Benedetto XVI, espressa nella suddetta Istruzione Universae Ecclesiae, n° 8a. 

 2) L'anonimo giornalista di vaticaninsider, nello stesso articolo, scrive anche (neretto nostro):
«Come rito proprio (dunque esclusivo) possono poi adottarlo gli Istituti religiosi e le comunità monastiche che rientrano nella comunione con Roma dopo aver partecipato allo scisma lefebvriano, e per questo sono sottoposti alla giurisdizione della Pontificia Commissione Ecclesia Dei». Rispondiamo. In realtà, è bene precisare che, nello spirito del Motu Proprio Summorum Pontificum (n° 3) e dell’Istruzione Universae Ecclesiae (n° 8a), il Vetus Ordo come rito "proprio" (esclusivo, oppure non-esclusivo, dunque, almeno "prioritario"), può essere adottato anche da Comunità Religiose non dipendenti dalla Pontificia Commissione "Ecclesia Dei", e non provenienti dallo “scisma” lefebvriano. Tuttavia, non è mai stata intenzione del nostro Fondatore arrivare ad un uso esclusivo. 

 3) L’anonimo giornalista scrive anche (neretto nostro): «I francescani dell’Immacolata sono nati invece dopo il Concilio e inoltre un sondaggio tra i frati ha dimostrato che la maggioranza di loro desidera celebrare con il rito ordinario».
Rispondiamo.
Il fatto di essere nati dopo il Concilio non vieta a noi F.I. di adottare o privilegiare il Vetus Ordo.
Del resto, il Motu Proprio Summorum Pontificum (pubblicato dopo il Concilio) si rivolge anche agli Istituti di Vita Consacrata (senza precisare la loro data di nascita) e inoltre, al n° 8a dell’Istruzione Universae Ecclesiae è precisato che il Motu Proprio Summorum Pontificum si propone, anzitutto, l’obiettivo di «offrire a tutti i fedeli la Liturgia Romana nell’Usus Antiquior, considerata tesoro prezioso da conservare».

In quel «tutti i fedeli» sono inclusi ovviamente anche i Religiosi.
Se, parlando di «maggioranza», l’anonimo giornalista si riferisce al dato citato nell’articolo di Alessandro Speciale del 30-07-2013, «Vaticano, commissariati i Francescani dell’Immacolata» , ossia: «in un sondaggio condotto durante la visita apostolica la stragrande maggioranza dei membri dell'ordine si erano detti non d'accordo con la celebrazione esclusivamente della messa antica, “soprattutto nella pastorale delle parrocchie in Italia e nelle missioni”», teniamo a precisare che questo dato – se vero – non attesterebbe altro che un’unità d’intenzione tra la stragrande maggioranza e il nostro Fondatore sulla questione dell’esclusività.
In ogni caso, se la «maggioranza» dei frati [Che ci risulti, non c’è stato nessun sondaggio che abbia coinvolto tutti i membri dell’Istituto. Perciò, affermazioni a base di sondaggio sul volere della maggioranza dei frati ci risultano del tutto prive di fondamento] preferisce celebrare secondo il Novus Ordo (S. Messa e Breviario), questa poteva benissimo continuare a farlo, come ha fatto finora.
Del resto, lo stesso P. Manelli celebra soprattutto il Novus Ordo (S. Messa e Breviario). 

***** 

Ferma restando la nostra obbedienza alle disposizioni della Santa Sede, tuttavia resta nostro dovere fare chiarezza onde evitare:
1°) calunnie al nostro Fondatore;
2°) ostacoli al sereno svolgimento del presente Commissariamento.
Cogliamo l’occasione per precisare anche che l’unico portavoce ufficiale del Nostro Istituto, specialmente in questo caso assai delicato, resta il Nostro Procuratore Generale, P. Alessandro Apollonio.

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AGGIUNTA

Sempre sul sito dei Francescani dell'Immacolata  questa ulteriore precisazione :


" Un'ulteriore risposta a Vatican Insider In data 03 agosto 2013, il sito web vaticaninsider.lastampa.it ha pubblicato un articolo di Andrea Tornielli intitolato «Lefebvriani, la mossa di Francesco» , in cui, oltre a parlare di tale argomento, si pretende di spiegare «Ciò che davvero è successo con i Francescani dell'Immacolata». Sarebbe questo: «Il problema all'interno dei Francescani dell'Immacolata è che i superiori avevano di fatto esteso l'uso dell'antico rito con una circolare interna, senza una discussione messa ai voti nel capitolo generale. 
L'articolo 3 del Motu proprio prescrive: «Le comunità degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica, di diritto sia pontificio sia diocesano, che nella celebrazione conventuale o “comunitaria” nei propri oratori desiderano celebrare la Santa Messa secondo l’edizione del Messale Romano promulgato nel 1962, possono farlo. Se una singola comunità o un intero Istituto o Società vuole compiere tali celebrazioni spesso o abitualmente o permanentemente, la cosa deve essere decisa dai Superiori maggiori a norma del diritto e secondo le leggi e gli statuti particolari». 
Qui, il testo citato a prova già confuta l’affermazione dell’autore, perché non parla di capitolo generale, ma di Superiori maggiori. 
Essendo preposto all’intero Istituto, P. Stefano M. Manelli era Superiore maggiore (cf. CIC 620). 
Ma se dobbiamo parlare di capitoli generali, si sappia che nel nostro caso, il capitolo generale del 2008 ha demandato la questione al Consiglio Generale dell’Istituto. Infatti, negli atti di tale capitolo, la parte riguardante il motu proprio conclude così: « Per la differenza del calendario liturgico, infine, si aspetta un nuovo documento del Papa. Riguardo le direttive di ordine interno, il Consiglio Generale redigerà un protocollo applicativo in funzione di questo documento pontificio» (p. 50). 
Infatti, si discuteva fra noi a quel tempo se sarebbe stato possibile seguire un calendario differente (quello della forma ordinaria) nella Messa antica. 
Tale possibilità è stata definitivamente esclusa dal n. 24 dell’Istruzione Universae Ecclesiae, resa pubblica il 13-05-2011. 
In funzione di questo documento, il Consiglio Generale pubblicò la lettera Prot. 77/2011, datata 21-11-2011, di cui parla l’ultima nostra nota ufficiale. Inoltre, il medesimo articolo di Tornielli attribuisce la decisione di inviare una visita apostolica a Benedetto XVI. Ciò non è esatto: fu invece una decisione della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

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