presentazione del libro: “I Papi e la massoneria”
Il magistero pontificio contro la massoneria - la chiesa condanna la massoneria
ROMA, martedì, 20 novembre 2007 (ZENIT.org).- Che cos’è la massoneria? Un'associazione filantropica impegnata a diffondere fratellanza, uguaglianza, illuminismo oppure un centro di potere occulto? Perché la Chiesa la condanna? Da dove nasce l’avversione della massoneria alla Chiesa cattolica?
A queste e altre domande cerca di rispondere un libro appena uscito dal titolo “I Papi e la massoneria” (Ares, Milano 2007, 320 pp., 18 Euro) scritto dalla storica del Risorgimento Angela Pellicciari.
Per cercare di capire quali sono i risultati della sua ricerca, ZENIT ha intervistato l’autrice.
Che cos'è la massoneria e quali sono gli argomenti e le ragioni che hanno portato la Chiesa Cattolica e i Papi a condannarla?
Pellicciari: Io mi occupo di massoneria moderna: quella che nasce a Lontra nel 1717 e vede i propri principi definiti nelle Costituzioni scritte dal pastore James Anderson nel 1723. Questo tipo di massoneria è condannata dai ontefici praticamente subito: Clemente XII emette la bolla “In eminenti” appena ventun anni dopo la sua comparsa. Il Papa intende risparmiare alle popolazione i “gravissimi danni” che la nuova associazione può procurare sia sul piano spirituale che su quello temporale. In questa prima bolla sono espressi in nuce i principali argomenti che i Papi svilupperanno nel corso di due secoli per condannare la libera-muratoria. E vale la pena di ricordare che i pronunciamenti antimassonici pontifici sono numerosissimi: secondo il religioso paolino Rosario Esposito ben 586.
Quanto ai motivi della condanna, sinteticamente, sono i seguenti:
- la segretezza dell’associazione (“se non operassero iniquamente, non odierebbero tanto decisamente la luce”)
- il giuramento con cui i massoni si impegnano “a mantenere un inviolabile silenzio intorno alle cose che esse [società segrete] compiono segretamente”, giuramento accompagnato da “esagerazione di gravi pene”.
A questo riguardo basti prendere in considerazione il giuramento del profano [non massone] al suo ingresso in Loggia come apprendista: “prometto e giuro di non palesare giammai i segreti della Libera Massoneria; di non far conoscere ad alcuno ciò che mi verrà svelato, sotto pena di aver tagliata la gola, strappato il cuore e la lingua, le viscere lacere, fatto il mio corpo cadavere in pezzi, indi bruciato e ridotto in polvere, questa sparsa al vento per esecrata memoria ed infamia eterna”.
- l’indifferentismo in campo religioso: “si uniscono fra loro uomini di qualunque religione e setta”.
Mettere sullo stesso piano le varie credenze religiose equivale a svalutarle tutte, ad unico vantaggio di quel centro di unione – la massoneria – in cui tutte possono ‘pacificamente’ convergere.
Pio IX così stigmatizza nel 1846 l’attitudine massonica nei confronti della religione: “quel sistema che ripugna allo stesso lume della ragione naturale, che è l’indifferenza della Religione, con il quale costoro [società segrete], tolta ogni distinzione fra virtù e vizio, fra verità ed errore, fra onestà e turpitudine, insegnano che qualsivoglia religione sia ugualmente buona per conseguire la salute eterna, come se fra la giustizia e le passioni, fra la luce e le tenebre, fra Cristo e Belial potesse mai essere accordo o comunanza” (Qui pluribus).
Perché la massoneria manifesta profonda ostilità nei confronti della religione cattolica?
Pellicciari: Al di là della propaganda, gli stessi massoni, sono ben consapevoli dell’inconciliabilità della Rivelazione con i principi che professano. Nel 1873 così scrive la Rivista della Massoneria Italiana: “Un vero Israelita o un vero cattolico possono essere veraci figli della Massoneria? No – se prima non riconoscono false e non rinnegano quelle parti della loro credenza religiosa che distruggono il principio massonico”. La massoneria esige dagli iniziandi “l’assoluta renunzia e la negazione di quei dogmi delle religioni rivelate, che ostassero alla libertà, alla uguaglianza e alla fratellanza degli uomini”.
A questo proposito i Papi asseriscono che, dietro l’apparente ossequio della legge morale, di alcuni massoni si nasconde un attacco frontale al Decalogo e alla legge naturale.
E’ infatti vero che, stando alle Costituzioni, il massone “per sua condizione” è tenuto ad obbedire alla legge morale, è pur vero però che la legge morale cui il massone fa riferimento è quella stabilita dagli stessi ‘fratelli’ nelle logge. A questo proposito Jean Marie Ragon scrive nel 1853 con l’esplicito beneplacito che “la massoneria non riceve la legge, è lei stessa a stabilirla, dal momento che la sua morale, una e immutabile, è più estesa e più universale di quelle delle religioni dei vari paesi, sempre particolari”;
A giudizio dei Papi l’influenza massonica sulla morale sociale è particolarmente nefasta. Ecco cosa scrive Leone XIII nell’Humanum genus del 1884: “poiché quasi nessuno è disposto a servire tanto passivamente uomini scaltriti e astuti come coloro il cui animo è stato fiaccato e distrutto dal dominio delle passioni, sono state individuate nella setta dei Massoni persone che dichiarano e propongono di usare ogni accorgimento e artificio per soddisfare la moltitudine di sfrenata licenza; fatto ciò, esse l’avrebbero poi soggiogata al proprio potere arbitrario, e resa facilmente incline all’ascolto”.
Fin dalla prima enciclica i Pontefici mettono in chiaro che non ci sono Logge buone e Logge cattive: sono tutte ugualmente accomunate nell’universale condanna: “condanniamo e proibiamo le predette Società, Unioni, Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole dei Liberi Muratori o des Francs Maçons, o con qualunque altro nome chiamate”.
Nell'Ottocento l’internazionale socialista e la nascita dei partiti comunisti si incrociano con la massoneria. Cosa hanno detto i Papi in proposito?
Pellicciari: I Papi, nel loro magistero, hanno anticipato, e di molto, i fatti. Fin dal 1849 Pio IX afferma che socialismo e comunismo sono il naturale sviluppo dell’azione delle società segrete. Ecco cosa scrive nell’allocuzione Quibus quantisque: “le domande di nuove istituzioni ed il progresso tanto predicato da tali uomini [i membri delle società segrete] mirano unicamente a tenere sempre vive le agitazioni, a eliminare ogni principio di giustizia, di virtù, di onestà, di religione; e ad introdurre, a propagare ed a far largamente dominare in ogni luogo, con gravissimo danno e rovina di tutta la società umana, l’orribile e fatalissimo sistema del Socialismo, o anche Comunismo, contrario principalmente al diritto ed alla stessa ragione naturale”.
Anche Leone XIII ipotizza un legame di figliolanza fra massoneria e comunismo. Così scrive nell’Humanum genus: “ai propositi di costoro non si direbbe aliena la setta dei Massoni, che accoglie con favore le loro opinioni e ha in comune con essi i più importanti assiomi”.
Trent’anni prima La Civiltà Cattolica aveva affermato la stessa cosa: “Le sette socialistiche che di presente minacciano l’Europa e che massimamente dopo il 1838 cominciarono a prendere forme e sembianze spiccate, altro non sono che sviluppamenti novelli e trasformazioni dell’Illuminismo, variatine i soli accidenti. La sostanza, lo scopo, i mezzi, lo spirito, i principii, sono i medesimi”.
Secondo i Papi massoneria e comunismo sono quindi contigui?
Pellicciari: Nel mio libro elenco una serie di forti analogie fra l’ideologia massonica e quella comunista. Mi limito qui alla constatazione di un unico fatto: al centro della bandiera della defunta DDR (Repubblica Democratica Tedesca) spiccava il disegno di un compasso.
Che tipo di provvedimenti sono stati presi nel passato? Quale validità hanno oggi?
Pellicciari: I Papi hanno reiteratamente scomunicato i massoni. Nel 1983 il nuovo Codice di Diritto canonico promulgato da Giovanni Paolo II non fa menzione della massoneria. Questa circostanza ha offerto ai ‘fratelli’ lo spunto per sostenere la fine della condanna pontificia nei confronti dell’istituzione cui appartengono (cosa che peraltro avevano reiteratamente affermato nel corso del tempo, sempre immotivatamente).
Questo il contesto in cui il Cardinal Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, pubblica nel 1983 una Dichiarazione sulla massoneria con l’esplicita approvazione del Santo Padre. Scrive Ratzinger: “È stato chiesto se sia mutato il giudizio della Chiesa nei confronti della massoneria per il fatto che nel nuovo Codice di Diritto Canonico essa non viene espressamente menzionata come nel Codice anteriore. Questa Congregazione è in grado di rispondere che tale circostanza è dovuta a un criterio redazionale seguito anche per altre associazioni ugualmente non menzionate in quanto comprese in categorie più ampie. Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione”.
Com'è arrivata ad occuparsi di massoneria?
Pellicciari: Ho studiato per tanti anni il Risorgimento che è un fenomeno tipicamente massonico: I Papi e la massoneria sono il naturale prolungamento degli studi che ho fatto. Sono contenta che Dio mi abbia concesso di scrivere questo libro perché ritengo che il magistero pontificio sulla libera-muratoria (io mi limito ad illustrarlo con considerazioni di tipo storico-documentario) sia di grande aiuto per capire le dinamiche, le contraddizioni, i drammi, della modernità.
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Ci sono state e rimangono molte massonerie diverse tra loro, ma la Chiesa le ha sempre condannate.
La Massoneria si diffuse nel 18° secolo quando la disgregazione religiosa, culturale e politica dell’Europa sembrò prendere corpo ed offrire una prospettiva ideologica universale alternativa a quella cattolica messa in crisi dalla Riforma protestante, dalle guerre di religione e dall’Illuminismo. Essa offrì un “dio unico” ed una efficace solidarietà tra gli adepti, i “fratelli”, che si riunivano nelle varie logge.
La Chiesa percepì subito la sfida radicale che le fu portata: una idea universale che credeva in un “Grande Architetto dell’Universo” ma che voleva eliminare ogni rivelazione soprannaturale in quanto contraria alla ragione. Ragione, unica vera divinità secondo la concezione massonica. E’ il razionalismo del secolo dei “lumi” rischiava di eliminare la Rivelazione, cioè l’essenza del cristianesimo che si fonda sul fatto che Iddio si è fatto uomo per salvare ogni individuo.
Così, da papa Clemente XII con la sua “lettera apostolica” del 1738, fino alla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1983, per circa duecento anni le massonerie furono condannate come le società segrete ed affini. La condanna dottrinale più approfondita si trova nell’enciclica di papa Leone XII “Humanus Genus” del 1884, dove venne ricostruito il pensiero massonico, il suo naturalismo razionalistico che esclude la Rivelazione come inconcepibile per la ragione umana.
Della Massoneria non fu condannato soltanto il pensiero, ma anche il metodo che escludeva che nelle logge si potessero possedere convinzioni assolute, dogmi in cui l’uomo credeva per autorità di Colui che si sarebbe “rivelato”. Soprattutto con questo attacco al mistero, alla possibilità di Iddio di venire incontro all’uomo per puro amore, che la Massoneria pone la sua distanza e la impossibile riconciliazione con la Chiesa cattolica.
Negli ultimi secoli la Massoneria, regolare o deviata che sia, è stata condannata dai papi in almeno 600 documenti ufficiali. Con molta chiarezza, essi hanno invitato i cattolici ad astenersi dalle associazioni massoniche o segrete, condannate o non riconosciute dalla Chiesa. L’appartenenza contemporanea alla comunità cristiana ed alle “libere muratorìe” è stata categoricamente esclusa. Nel 1983 la Congregazione per la Dottrina della fede, diretta dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, con la dichiarazione “Quaesitum est” ha ribadito la chiarezza sul tema. Il documento citato afferma anche che gli appartenenti alle associazioni massoniche sono in peccato grave e proibisce loro di fare la comunione.
Nonostante all’interno della libera muratorìa esistono anche logge con tendenze umanitarie, come la tedesca “Grosse Landesloge”, detta anche "Ordine Cristiano dei Liberi Muratori”. Tuttavia tra il 1974 ed il 1980 la Conferenza episcopale tedesca ha costituito una commissione con l’incarico di esaminare la compatibilità dell’appartenenza contemporanea alla Chiesa ed alla Massoneria.
Le conclusioni sono state nette: il rapporto tra Chiesa e Massoneria non sarebbe mutato rispetto al passato. I massoni infatti negano in linea di principio il valore della Rivelazione e con ciò escludono a priori una religione come il Cristianesimo mettendo in discussione i valori cristiani. Il relativismo, ad esempio, nega la possibilità di una conoscenza oggettiva della verità: soltanto il linguaggio dei simboli massonici sarebbe adeguato a rappresentarla. E’ evidente che un concetto del genere non può essere compatibile con la dottrina teologica cattolica ! In effetti i massoni sono convinti di partecipare ad una religione universale in cui tutti concordano. Ma la divinità in cui credono, il “Grande Architetto” è un‘entità neutra, indefinita ed aperta ad ogni possibilità di interpretazione. Non è il dio “personale e personalizzato” di quasi tutte le religioni. Tanto meno si avvicina alla concezione cattolica di un Dio padre e signore, trattasi invece di una divinità vaga ed assai lontana dagli uomini.
A queste e altre domande cerca di rispondere un libro appena uscito dal titolo “I Papi e la massoneria” (Ares, Milano 2007, 320 pp., 18 Euro) scritto dalla storica del Risorgimento Angela Pellicciari.
Per cercare di capire quali sono i risultati della sua ricerca, ZENIT ha intervistato l’autrice.
Che cos'è la massoneria e quali sono gli argomenti e le ragioni che hanno portato la Chiesa Cattolica e i Papi a condannarla?
Pellicciari: Io mi occupo di massoneria moderna: quella che nasce a Lontra nel 1717 e vede i propri principi definiti nelle Costituzioni scritte dal pastore James Anderson nel 1723. Questo tipo di massoneria è condannata dai ontefici praticamente subito: Clemente XII emette la bolla “In eminenti” appena ventun anni dopo la sua comparsa. Il Papa intende risparmiare alle popolazione i “gravissimi danni” che la nuova associazione può procurare sia sul piano spirituale che su quello temporale. In questa prima bolla sono espressi in nuce i principali argomenti che i Papi svilupperanno nel corso di due secoli per condannare la libera-muratoria. E vale la pena di ricordare che i pronunciamenti antimassonici pontifici sono numerosissimi: secondo il religioso paolino Rosario Esposito ben 586.
Quanto ai motivi della condanna, sinteticamente, sono i seguenti:
- la segretezza dell’associazione (“se non operassero iniquamente, non odierebbero tanto decisamente la luce”)
- il giuramento con cui i massoni si impegnano “a mantenere un inviolabile silenzio intorno alle cose che esse [società segrete] compiono segretamente”, giuramento accompagnato da “esagerazione di gravi pene”.
A questo riguardo basti prendere in considerazione il giuramento del profano [non massone] al suo ingresso in Loggia come apprendista: “prometto e giuro di non palesare giammai i segreti della Libera Massoneria; di non far conoscere ad alcuno ciò che mi verrà svelato, sotto pena di aver tagliata la gola, strappato il cuore e la lingua, le viscere lacere, fatto il mio corpo cadavere in pezzi, indi bruciato e ridotto in polvere, questa sparsa al vento per esecrata memoria ed infamia eterna”.
- l’indifferentismo in campo religioso: “si uniscono fra loro uomini di qualunque religione e setta”.
Mettere sullo stesso piano le varie credenze religiose equivale a svalutarle tutte, ad unico vantaggio di quel centro di unione – la massoneria – in cui tutte possono ‘pacificamente’ convergere.
Pio IX così stigmatizza nel 1846 l’attitudine massonica nei confronti della religione: “quel sistema che ripugna allo stesso lume della ragione naturale, che è l’indifferenza della Religione, con il quale costoro [società segrete], tolta ogni distinzione fra virtù e vizio, fra verità ed errore, fra onestà e turpitudine, insegnano che qualsivoglia religione sia ugualmente buona per conseguire la salute eterna, come se fra la giustizia e le passioni, fra la luce e le tenebre, fra Cristo e Belial potesse mai essere accordo o comunanza” (Qui pluribus).
Perché la massoneria manifesta profonda ostilità nei confronti della religione cattolica?
Pellicciari: Al di là della propaganda, gli stessi massoni, sono ben consapevoli dell’inconciliabilità della Rivelazione con i principi che professano. Nel 1873 così scrive la Rivista della Massoneria Italiana: “Un vero Israelita o un vero cattolico possono essere veraci figli della Massoneria? No – se prima non riconoscono false e non rinnegano quelle parti della loro credenza religiosa che distruggono il principio massonico”. La massoneria esige dagli iniziandi “l’assoluta renunzia e la negazione di quei dogmi delle religioni rivelate, che ostassero alla libertà, alla uguaglianza e alla fratellanza degli uomini”.
A questo proposito i Papi asseriscono che, dietro l’apparente ossequio della legge morale, di alcuni massoni si nasconde un attacco frontale al Decalogo e alla legge naturale.
E’ infatti vero che, stando alle Costituzioni, il massone “per sua condizione” è tenuto ad obbedire alla legge morale, è pur vero però che la legge morale cui il massone fa riferimento è quella stabilita dagli stessi ‘fratelli’ nelle logge. A questo proposito Jean Marie Ragon scrive nel 1853 con l’esplicito beneplacito che “la massoneria non riceve la legge, è lei stessa a stabilirla, dal momento che la sua morale, una e immutabile, è più estesa e più universale di quelle delle religioni dei vari paesi, sempre particolari”;
A giudizio dei Papi l’influenza massonica sulla morale sociale è particolarmente nefasta. Ecco cosa scrive Leone XIII nell’Humanum genus del 1884: “poiché quasi nessuno è disposto a servire tanto passivamente uomini scaltriti e astuti come coloro il cui animo è stato fiaccato e distrutto dal dominio delle passioni, sono state individuate nella setta dei Massoni persone che dichiarano e propongono di usare ogni accorgimento e artificio per soddisfare la moltitudine di sfrenata licenza; fatto ciò, esse l’avrebbero poi soggiogata al proprio potere arbitrario, e resa facilmente incline all’ascolto”.
Fin dalla prima enciclica i Pontefici mettono in chiaro che non ci sono Logge buone e Logge cattive: sono tutte ugualmente accomunate nell’universale condanna: “condanniamo e proibiamo le predette Società, Unioni, Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole dei Liberi Muratori o des Francs Maçons, o con qualunque altro nome chiamate”.
Nell'Ottocento l’internazionale socialista e la nascita dei partiti comunisti si incrociano con la massoneria. Cosa hanno detto i Papi in proposito?
Pellicciari: I Papi, nel loro magistero, hanno anticipato, e di molto, i fatti. Fin dal 1849 Pio IX afferma che socialismo e comunismo sono il naturale sviluppo dell’azione delle società segrete. Ecco cosa scrive nell’allocuzione Quibus quantisque: “le domande di nuove istituzioni ed il progresso tanto predicato da tali uomini [i membri delle società segrete] mirano unicamente a tenere sempre vive le agitazioni, a eliminare ogni principio di giustizia, di virtù, di onestà, di religione; e ad introdurre, a propagare ed a far largamente dominare in ogni luogo, con gravissimo danno e rovina di tutta la società umana, l’orribile e fatalissimo sistema del Socialismo, o anche Comunismo, contrario principalmente al diritto ed alla stessa ragione naturale”.
Anche Leone XIII ipotizza un legame di figliolanza fra massoneria e comunismo. Così scrive nell’Humanum genus: “ai propositi di costoro non si direbbe aliena la setta dei Massoni, che accoglie con favore le loro opinioni e ha in comune con essi i più importanti assiomi”.
Trent’anni prima La Civiltà Cattolica aveva affermato la stessa cosa: “Le sette socialistiche che di presente minacciano l’Europa e che massimamente dopo il 1838 cominciarono a prendere forme e sembianze spiccate, altro non sono che sviluppamenti novelli e trasformazioni dell’Illuminismo, variatine i soli accidenti. La sostanza, lo scopo, i mezzi, lo spirito, i principii, sono i medesimi”.
Secondo i Papi massoneria e comunismo sono quindi contigui?
Pellicciari: Nel mio libro elenco una serie di forti analogie fra l’ideologia massonica e quella comunista. Mi limito qui alla constatazione di un unico fatto: al centro della bandiera della defunta DDR (Repubblica Democratica Tedesca) spiccava il disegno di un compasso.
Che tipo di provvedimenti sono stati presi nel passato? Quale validità hanno oggi?
Pellicciari: I Papi hanno reiteratamente scomunicato i massoni. Nel 1983 il nuovo Codice di Diritto canonico promulgato da Giovanni Paolo II non fa menzione della massoneria. Questa circostanza ha offerto ai ‘fratelli’ lo spunto per sostenere la fine della condanna pontificia nei confronti dell’istituzione cui appartengono (cosa che peraltro avevano reiteratamente affermato nel corso del tempo, sempre immotivatamente).
Questo il contesto in cui il Cardinal Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, pubblica nel 1983 una Dichiarazione sulla massoneria con l’esplicita approvazione del Santo Padre. Scrive Ratzinger: “È stato chiesto se sia mutato il giudizio della Chiesa nei confronti della massoneria per il fatto che nel nuovo Codice di Diritto Canonico essa non viene espressamente menzionata come nel Codice anteriore. Questa Congregazione è in grado di rispondere che tale circostanza è dovuta a un criterio redazionale seguito anche per altre associazioni ugualmente non menzionate in quanto comprese in categorie più ampie. Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione”.
Com'è arrivata ad occuparsi di massoneria?
Pellicciari: Ho studiato per tanti anni il Risorgimento che è un fenomeno tipicamente massonico: I Papi e la massoneria sono il naturale prolungamento degli studi che ho fatto. Sono contenta che Dio mi abbia concesso di scrivere questo libro perché ritengo che il magistero pontificio sulla libera-muratoria (io mi limito ad illustrarlo con considerazioni di tipo storico-documentario) sia di grande aiuto per capire le dinamiche, le contraddizioni, i drammi, della modernità.
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LA CHIESA CONDANNA LA MASSONERIA
(di Marco Invernizzi)
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(di Marco Invernizzi)
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Ci sono state e rimangono molte massonerie diverse tra loro, ma la Chiesa le ha sempre condannate.
La Massoneria si diffuse nel 18° secolo quando la disgregazione religiosa, culturale e politica dell’Europa sembrò prendere corpo ed offrire una prospettiva ideologica universale alternativa a quella cattolica messa in crisi dalla Riforma protestante, dalle guerre di religione e dall’Illuminismo. Essa offrì un “dio unico” ed una efficace solidarietà tra gli adepti, i “fratelli”, che si riunivano nelle varie logge.
La Chiesa percepì subito la sfida radicale che le fu portata: una idea universale che credeva in un “Grande Architetto dell’Universo” ma che voleva eliminare ogni rivelazione soprannaturale in quanto contraria alla ragione. Ragione, unica vera divinità secondo la concezione massonica. E’ il razionalismo del secolo dei “lumi” rischiava di eliminare la Rivelazione, cioè l’essenza del cristianesimo che si fonda sul fatto che Iddio si è fatto uomo per salvare ogni individuo.
Così, da papa Clemente XII con la sua “lettera apostolica” del 1738, fino alla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1983, per circa duecento anni le massonerie furono condannate come le società segrete ed affini. La condanna dottrinale più approfondita si trova nell’enciclica di papa Leone XII “Humanus Genus” del 1884, dove venne ricostruito il pensiero massonico, il suo naturalismo razionalistico che esclude la Rivelazione come inconcepibile per la ragione umana.
Della Massoneria non fu condannato soltanto il pensiero, ma anche il metodo che escludeva che nelle logge si potessero possedere convinzioni assolute, dogmi in cui l’uomo credeva per autorità di Colui che si sarebbe “rivelato”. Soprattutto con questo attacco al mistero, alla possibilità di Iddio di venire incontro all’uomo per puro amore, che la Massoneria pone la sua distanza e la impossibile riconciliazione con la Chiesa cattolica.
Negli ultimi secoli la Massoneria, regolare o deviata che sia, è stata condannata dai papi in almeno 600 documenti ufficiali. Con molta chiarezza, essi hanno invitato i cattolici ad astenersi dalle associazioni massoniche o segrete, condannate o non riconosciute dalla Chiesa. L’appartenenza contemporanea alla comunità cristiana ed alle “libere muratorìe” è stata categoricamente esclusa. Nel 1983 la Congregazione per la Dottrina della fede, diretta dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, con la dichiarazione “Quaesitum est” ha ribadito la chiarezza sul tema. Il documento citato afferma anche che gli appartenenti alle associazioni massoniche sono in peccato grave e proibisce loro di fare la comunione.
Nonostante all’interno della libera muratorìa esistono anche logge con tendenze umanitarie, come la tedesca “Grosse Landesloge”, detta anche "Ordine Cristiano dei Liberi Muratori”. Tuttavia tra il 1974 ed il 1980 la Conferenza episcopale tedesca ha costituito una commissione con l’incarico di esaminare la compatibilità dell’appartenenza contemporanea alla Chiesa ed alla Massoneria.
Le conclusioni sono state nette: il rapporto tra Chiesa e Massoneria non sarebbe mutato rispetto al passato. I massoni infatti negano in linea di principio il valore della Rivelazione e con ciò escludono a priori una religione come il Cristianesimo mettendo in discussione i valori cristiani. Il relativismo, ad esempio, nega la possibilità di una conoscenza oggettiva della verità: soltanto il linguaggio dei simboli massonici sarebbe adeguato a rappresentarla. E’ evidente che un concetto del genere non può essere compatibile con la dottrina teologica cattolica ! In effetti i massoni sono convinti di partecipare ad una religione universale in cui tutti concordano. Ma la divinità in cui credono, il “Grande Architetto” è un‘entità neutra, indefinita ed aperta ad ogni possibilità di interpretazione. Non è il dio “personale e personalizzato” di quasi tutte le religioni. Tanto meno si avvicina alla concezione cattolica di un Dio padre e signore, trattasi invece di una divinità vaga ed assai lontana dagli uomini.
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Nel 1993 è caduto il decimo anniversario della pubblicazione dell’ultimo documento ufficiale ed esplicito della Santa Sede sulla massoneria, appunto la Dichiarazione sulla massoneria, emessa dalla Congregazione per la Dottrina della Fede con la specifica approvazione del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II e con la data del 26 novembre 1983 (6). Il trascorso decennale offre occasione opportuna e felice per rivisitare, sia pure brevemente, il Magistero ecclesiastico in argomento, in questo modo offrendo qualche risposta anche ai quesiti che la cronaca culturale e politica, quando non quella giudiziaria, con frequenza maggiore o minore, spinge a formulare in proposito e che di rado vengono adeguatamente soddisfatti. 1. La fondazione della massoneria nel 1717 e la sua prima condanna nel 1738 Il 28 aprile 1738 Papa Clemente XII pubblica la lettera apostolica In eminenti apostolatus specula, il primo documento pontificio di condanna delle associazioni massoniche (7), la cui data di nascita pare si possa fissare nel 1717, al dire, fra altri, del professor Giordano Gamberini, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia dal 1961 al 1970: l’ex alto dignitario massonico, protestante di denominazione valdese nonché a suo tempo vescovo della Chiesa Gnostica Italiana, pur riconoscendo che "varie strutture che ad essa [alla massoneria] fanno capo non mancano di ispirarsi a miti e a dottrine dell’antichità", afferma che "la Massoneria quale oggi si intende non è più remota di tre secoli", e ne definisce la ragion d’essere, quindi l’orizzonte, dicendo che "si è organizzata per rispondere a quelle esigenze di universalità che il mondo occidentale si era visto mortificare con lo spegnimento dell’idea imperiale e col frantumamento della religione cristiana", "ossia, per offrire un’etica universale in luogo di quella perdutasi poiché era stata fondata su una fede universale di cui era venuta a mancare l’unità" (8). Dunque, a seguito del frantumarsi dell’ecumene cattolico costituito dalla civiltà cristiana romano-germanica — consuetamente indicata come civiltà medioevale o "Medioevo" —, il 24 giugno 1717, a Londra, con l’intento di promuovere un "ecumenismo" surrogatorio e alternativo nasce la massoneria come corpo regolare, vale a dire come organizzazione delle logge, e nel 1723 riceve le sue Costituzioni dal pastore presbiteriano James Anderson (9). Già poco più di vent’anni dopo il prender corpo della fermentazione "filosofica" tardo-medioevale, umanistico-rinascimentale e proto-illuministica — ma non tutti i collegamenti talora pretesi dalla cultura di area massonica sono veri —, la Santa Sede, con una tempestività straordinaria per rapporto ai tempi, ritiene di dover mettere in guardia contro tale organizzazione, e questa messa in guardia è contenuta nella lettera apostolica In eminenti apostolatus specula. A partire da questo documento di condanna e di diffida, il tema massonico ha costituito esplicita materia di circa seicento — sembra siano precisamente 586 (10) — interventi magisteriali da parte dei Romani Pontefici. Tali interventi sono stati sia diretti — cioè si sono tradotti in costituzioni, in encicliche, in bolle, e così via —, sia indiretti, cioè si sono realizzati attraverso istanze della Santa Sede e strumenti a diverso titolo impegnativi dell’autorità dei Papi. Agli interventi pontifici si sono poi accompagnate innumerevoli espressioni di magistero episcopale — delle quali, a mia scienza, non esiste catalogo —, a firma di un solo presule o di un gruppo di vescovi. Inoltre, sul tema dei rapporti fra la Chiesa cattolica e la massoneria si è venuta sviluppando una consistente letteratura, caratterizzata da una vistosa disomogeneità sia dal punto di vista delle intenzioni degli autori che della qualità degli esiti (11).
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