di Autori Vari 1
Nonostante abbia
diversi secoli, la Kabbalah ebraica non ha smesso di esercitare anche ai
nostri giorni il suo fascino sulle persone che vogliono conoscere i «misteri»
divini e angelici. È proprio di questi ultimi anni la tendenza sempre più
diffusa, soprattutto fra le star di Hollywood e quelle del rock,
ad interessarsi a questa forma di conoscenza occulta. Ma la Kabbalah non
è solo una moda di passaggio per VIP annoiate o in cerca di
illuminazione. Da anni gli studiosi più rinomati di Società Segrete e di
occultismo hanno ampiamente dimostrato che il nucleo dottrinale di ogni sètta
massonica o di ogni congrega che pratica la magia cerimoniale è totalmente
impregnato di teorie emanazioniste o gnostiche di indubbia provenienza
cabalistica. Come un camaleonte, nel corso dei secoli la Kabbalah ha
subito diverse metamorfosi adattandosi alle diverse situazioni contingenti
storiche, sociali, religiose e filosofiche, e riproponendo sostanzialmente gli
stessi concetti (come la deificazione dell'uomo) e una sorta di Conoscenza per
soli iniziati, infarcita di superstizione e di mitologia che nulla ha a che fare
con l'autentica Rivelazione veterotestamentaria giunta sino a noi.
|
l
Prefazione
Perché
parlare di Kabbalah? Innanzi tutto per una ragione di attualità. In
questi ultimi tempi, infatti, un certo numero di star hollywoodiane si è
immerso nello studio e nella pratica del misticismo ebraico. Tra queste, la più
famosa è certamente Luisa Veronica Ciccone, in arte «Madonna», che
a partire dal 2004 è divenuta un'assidua frequentatrice del Kabbalah Learning
Centre di New York, fondato dal rabbino Philip Shagra Berg (il cui
vero nome è Feivel Gruberger), la guida spirituale del Centro. Questi,
dal 1971, insieme alla moglie Karen Cohen, ha costruito un vero e proprio
impero miliardario vendendo bottiglie di «acqua kabbalah» (da lui
«benedetta» che, secondo Berg, avrebbe miracolose proprietà curative nei
confronti del cancro, dell'AIDS e della SARS), braccialetti rossi contro il
malocchio ed elargendo la sua sapienza a generosi personaggi dello spettacolo
dietro cospicui compensi. Tra questi figurano nomi prestigiosi come Demi
Moore, Ashton Kutcher (che si è sposato con la Moore davanti ad un rabbino con un rito
cabalistico), Elizabeth Taylor (1932-2011), Britney Spears,
Lindsay Lohan, Gwyneth Paltrow, Paris Hilton, Sharon
Osbourne (figlia di Ozzy Osbourne),
Winona Ryder, David e Victoria Beckham, Sarah Jessica
Parker, Diane Keaton, Mick Jagger, Naomi Campbell e
Courtney Love (moglie del suicida Kurt
Cobain) 2.
Philip Shagra Berg | L'acqua Kabbalah | Madonna |
Ma al di là
di questi aspetti mondani - stile New Age - della Kabbalah,
abbracciata in molti casi più per moda che per vera convinzione, il misticismo
ebraico è degno di interesse come componente molto importante della cultura
occultista in generale. Ma prima di affrontare questo aspetto, è bene dirimere
una questione di fondo: cosa pensano gli studiosi cattolici della
Kabbalah? Fondamentalmente, la riflessione cattolica sulla Kabbalah
ha dato origine a due scuole di pensiero:
- Una prima
corrente sostiene l'esistenza di una Kabbalah primitiva «buona». Secondo
tale corrente, oltre alla Rivelazione scritta (la Bibbia) esisterebbe una
rivelazione orale che avrebbe dovuto rimanere segreta fino alla venuta del
Messia. Dio avrebbe realmente rivelato ad Adamo, a Noè, ad Abramo e a Mosè
alcuni aspetti della Sua vita interiore, compresa la Trinità delle Persone
nell'unità della natura e l'Incarnazione del Verbo. Ma col passare dei secoli, e
soprattutto a causa della contaminazione causata dal contatto con le religioni
pagane dei popoli circostanti (caldei, egizi, babilonesi, ecc...), tale
rivelazione sarebbe stata inquinata da elementi esterni di natura magica e
gnostica che l'avrebbero deturpata. Di questa opinione era il grande studioso
dello gnosticismo ebraico Padre Julio Meinvielle (1905-1973), che la
espone nel suo bellissimo libro De la Cábala al progresismo
(«Dalla Cabala al progressismo») 3.
- Una
seconda scuola di pensiero sostiene invece che la Kabbalah sarebbe una
produzione tardiva facente parte, insieme al Talmud, della letteratura
rabbinica post-biblica e anticristiana - anche se spesso Talmud
(giuridismo) e Kabbalah (misticismo) sono stati in opposizione - e che
l'unica tradizione orale e scritta esistente prima della venuta di Gesù Cristo,
e contenente in nuce misteri cristiani, sarebbe stata quella dei
Profeti.
Chi delle
due ha ragione? A mio modesto avviso la seconda. In effetti, sia Padre
Meinvielle che gli altri autori cattolici che sostengono l'esistenza di una
Kabbalah primordiale «buona» e una «cattiva» 4
più tardiva (spuria) - poggiano tutti unicamente sulle tesi alquanto bizzarre
dell'ex rabbino convertito David-Paul Drach. Sebbene non si possa dubitare della
sincerità della sua conversione al cattolicesimo 5
e sulla sua onestà e buona fede, nella sua opera in due volumi De
l'Harmonie entre l'Église et la Synagogue (1844), Drach
espone una tesi che non sta in piedi.
Padre Julio Meinvielle | De la Cábala al... | De l'Harmonie entre... |
Nel
tentativo ingenuo e stiracchiato di dimostrare una certa continuità tra
religione mosaica e religione cattolica, l'ex rabbino giunge a paragonare il
Tempio di Gerusalemme e il Sommo Sacerdote alla Chiesa di Roma e al Papa. Anche
la segretezza della presunta Kabbalah «buona», che avrebbe dovuto cessare
con la venuta del Messia e rivelata a tempo debito al popolo dai suoi depositari
(i dottori della Legge), è in contrasto con lo spirito vetero-testamentario, che
non contempla alcun genere di rivelazioni segrete, seppure temporanee. Appianato
questo equivoco di fondo, che ha tratto in inganno molti studiosi, è necessario
ora capire come la Kabbalah sia riuscita ad insinuarsi nella cristianità.
Tale penetrazione risale al Rinascimento e coincide con la diffusione
dell'Umanesimo. A differenza dell'uomo medievale, il filosofo
rinascimentale era tormentato dal bisogno di liberarsi dalle ferree categorie
tracciate dalla Scolastica di San Tommaso d'Aquino (1224-1274). Per aggirare
questo ostacolo, gli umanisti, con la scusa di riportare alla luce la saggezza
degli antichi, ripescarono le opere degli scrittori classici pagani
6.
Per far ciò si rendeva necessario tornare alle lingue originali in cui erano
state scritte tali opere. Anche la Rivelazione non sfuggì a questa sorta di
revisione. Ma chi meglio di un ebreo poteva conoscere la lingua in cui erano
state redatte le Sacre Scritture? Fu così che gli israeliti, interpellati dai
vari umanisti, ebbero l'insperata occasione di rivelare a questi imprudenti
cristiani in cerca di vane novità l'«antica sapienza ebraica» in tutto il suo
«splendore», una conoscenza dei misteri divini e angelici che risaliva niente
meno che ad Adamo, che era rimasta nascosta per due millenni, e che ora
finalmente era a portata di mano. Naturalmente, questi ebrei, eredi dei farisei
e custodi secolari della «sapienza» giudaica, si guardarono bene dal dire a
questi umanisti quale opinione avessero del cristianesimo, e si limitarono a
trasmettere la «sublime» conoscenza degli arcani segreti della Kabbalah a
cristiani giudaizzanti tanto entusiasti quanto sprovveduti. In realtà, dietro
parolone altisonanti, si trattava della paccottiglia rabbinica di cui trasuda il
Talmud, ovvero di un intruglio di neoplatonismo, di gnosticismo
ellenizzante, di Numerologia, di Astrologia e di superstizioni varie che nulla
ha a che fare con l'autentica Rivelazione divina. Al posto del Dio onnipotente
ed eterno dell'Antico e del Nuovo Testamento, la Kabbalah presenta un
concetto emanatista 7
di divinità (abiurando così di fatto il rigido monoteismo ebraico), una divinità
che non è increata ed eterna, ma che proviene dall'En Sof, ossia
dal nulla (aprendo così le porte al nichilismo e all'ateismo) e che
sarebbe anche autore del male 8.
Come dimostra magistralmente Padre Meinvielle nel succitato libro, queste idee
velenose sono lentamente penetrate nell'ambiente cristiano trovando
l'humus adatto al loro sviluppo nella mentalità frivola e
classicheggiante dell'epoca. Di lì a poco, queste idee giudaizzanti avrebbero
prodotto i loro frutti rovinosi, primo fra tutti la pseudo-riforma protestante e
la conseguente fine della cristianità intesa come unità dei cristiani sia
religiosa che politica. Nel volgere di breve tempo, la Kabbalah divenne
il punto di riferimento spiritualistico di ogni forma di esoterismo simbolico e
parte integrante della dottrina professata dai membri delle Società Segrete di
ogni risma. Anche se con alcune varianti, la ritroviamo presso i Rosacroce, e
più tardivamente presso la Massoneria e in tutte le altre confreternite magiche
di un certo prestigio (l'Hermetic Order of the Golden
Dawn, l'Ordo Templi Orientis, la Società Teosofica,
l'Ordine Martinista, ecc...). Da qui l'importanza di conoscere, almeno a grandi
linee, le idee portanti di quella che può essere definita la madre di ogni
gnosticismo e che ha pesantemente influenzato lo sviluppo della cultura europea
dando vita a mostruosità filosofiche e pseudo-religiose.
Paolo Baroni |
l
Premessa
«Non si
trovi in mezzo a te chi immola, facendoli passare per il fuoco, il suo figlio o
la sua figlia, né chi esercita la divinazione o il sortilegio o l'augurio o la
magia; né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli indovini, né
chi interroghi i morti, perché chiunque fà queste cose è in abominio al Signore;
a causa di questi abomini, il Signore tuo Dio sta per scacciare quelle nazioni
davanti a te» (Dt 18, 10-12). In numerosi passi dell'Antico
Testamento, possiamo constatare che gli israeliti non rispettarono la Legge
divina e abbracciarono la stregoneria, la magia, il culto di Baal e ogni genere
di idolatria. Tutto l'Antico Testamento è un continuo alternarsi tra
l'obbedienza e la disubbidienza, tra il pentimento e la lotta continua per
rimanere fedeli al Signore e alla Sua Legge. La loro tenacia e il loro desiderio
di rispettare i comandi divini non possono essere messi in discussione. La vera
questione consiste nel conoscere se queste pratiche trasgressive della Legge
divina da parte degli ebrei erano - e sono tutt'oggi - insegnate nelle
tradizioni orali che si evolsero nel Talmud e nella Kabbalah, e
quali sono raccomandate da numerosi leader ebraici.
l Misticismo
ebraico
La
Kabbalah consiste in una grande raccolta di speculazioni sulla natura
della divinità, sulla creazione, sull'origine e sul destino dell'anima, e sul
ruolo degli esseri umani. Generalmente, essa è suddivisa in quattro sezioni: la
meditativa, la devozionale, la mistica e la magica. Per questa ragione, la
Kabbalah è considerata una propaggine esoterica del giudaismo. La
Gnosi (dal greco gnôsis, «Conoscenza») della Kabbalah è ben
conosciuta dagli studiosi ebrei. Un articolo citato in The Jewish Encyclopedia
(«L'Enciclopedia ebraica»), illustra l'intima relazione tra lo gnosticismo e la
Kabbalah: «"The Jewish Encyclopedia" cita l'opinione secondo cui "la
dottrina centrale dello gnosticismo - un movimento strettamente connesso con il
misticismo ebraico - non sarebbe stata nient'altro che il tentativo di liberare
l'anima e unirla a Dio"; ma che tale unione sarebbe stata apparentemente
raggiunta "attraverso l'impiego di misteri, di incantesimi, dell'uso dei
nomi degli angeli, ecc..."; appare a tutti evidente come questa fase dello
gnosticismo differisca dal cristianesimo e si identifichi con la Kabbalah magica
degli ebrei. In effetti, gli studiosi riconoscono generalmente come il fondatore dello
gnosticismo, un ebreo comunemente noto come Simon Mago, non solo era un
cabalista mistico, ma dichiaratamente uno stregone […]. Egli
istituì un sacerdozio dei Misteri, delle arti occulte esercitate e degli
esorcismi» 9.
Jacques Matter asserisce nell'opera Histoire critique du
Gnosticisme («Storia dello gnosticismo»), che gli studiosi
ebrei concordano pienamente sul fatto che le tradizioni orali e segrete della
Kabbalah sono precedenti ad ogni tipo di gnosticismo cristiano. «La
Kabbalah è anteriore alla Gnosi, un'opinione poco condivisa dagli autori
cristiani, ma che gli eruditi del giudaismo professano con una legittima
sicurezza» 10.
Nel libro Some Notes on Various Gnostic Sects and their Possible Influence in
Freemasonry («Note sulle varie sètte gnostiche e sulla loro possibile
influenza sulla Massoneria»), D. F. Ranking annota che la
tradizione orale segreta degli gnostici conferma la loro matrice cabalistica:
«L'affermazione del possesso di una tradizione orale segreta, conosciuta sia
con il nome di "yvwois" (in greco) [...] o di Kabbalah, conferma la
concezione cabalista degli gnostici e mostra come essi si fossero allontanati
dall'insegnamento cristiano. Attraverso la sola idea secondo cui esisterebbe
"una dottrina per l'ignorante e un'altra per l'iniziato", gli gnostici avevano
ripristinato il sistema di idee che il cristianesimo era venuto a
distruggere» 11.
L'opinione di Nesta Helen Webster (1876-1960) coincide con quella di
Jacques Matter e degli altri storici: lo gnosticismo è stato un tentativo
di «cabalizzare» il cristianesimo. «J. Matter è quindi nel
giusto quando afferma che lo gnosticismo non è stato una defezione del
cristianesimo, ma una combinazione di sistemi in cui furono introdotti alcuni
elementi cristiani. Il risultato dello gnosticismo non fu quello di
cristianizzare la Kabbalah, ma, al contrario, di cabalizzare il
cristianesimo mescolando il suo insegnamento puro e semplice con la teosofia
e con la magia» 12.
Tuttavia, Jacob Prasch di Moriel Ministries non riconosce il
misticismo ebraico come gnosticismo: «La gente iniziò a reinterpretare la
Bibbia usando non più il metodo ebraico della midrash, ma utilizzando metodi
greci. La tipologia e l'allegoria. La midrash usa la tipologia e l'allegoria - i
simboli - per illustrare e illuminare la dottrina [...]. Il simbolismo
illustra la dottrina che viene chiaramente affermata altrove nelle Scritture
[...]. Nel mondo gnostico del pensiero greco accade l'opposto. Gli gnostici
affermano di aver ricevuto un'illuminazione soggettiva e mistica - detta appunto
"Gnosi" - nei simboli. Essi poi reinterpretano il chiaro significato del testo
alla luce della Gnosi. Per gli gnostici, il simbolismo è la base della loro
dottrina, contrariamente agli antichi metodi ebraici» 13.
Simon Mago | Nesta Helen Webster | Jacob Prasch |
Nell'articolo «The Sacred
Books of the Jews» («I Libri Sacri degli ebrei»), Harry Gersh
illustra le origini primordiali del misticismo ebraico: «Il misticismo
ebraico iniziò nei giorni biblici, molto prima che il termine "Kabbalah" fosse
inventato. A partire dal I secolo, esso divenne un argomento proprio dello
studio accademico. Filone d'Alessandria (Philo Judæus; 20 a.C.-41
d.C.) speculò sull'idea platonica di "emanazioni" come intermediari tra Dio e il
mondo fisico. Il filosofo romano Plotino (205-270) viaggiò in Oriente e
ritornò combinando teorie mistiche indiane, persiane, greche ed ebraiche in
un'unica struttura sistematica di queste emanazioni» 14.
«H. Loewe, in un articolo sulla Kabbalah scritto per l'"Hastings'
Encyclopoedia of Religion and Ethics", afferma: "Questo misticismo segreto non è
stato uno sviluppo tardivo [...]. Possiamo essere abbastanza certi del
fatto che le sue radici sono molto più antiche e che la Kabbalah medievale e
geonica sono stati il culmine e non l'inizio del misticismo esoterico
ebraico"» 15.
La Kabbalah deriva dall'antica saggezza, come sostiene il già citato
Jacob Prasch: «Evolvendosi, la Kabbalah condivise certe idee con gli altri
antichi sistemi mistici, incluso quelli degli gnostici e dei pitagorici. La
Kabbalah non si limitò unicamente all'istruzione su come conoscere Dio, ma
incluse gli insegnamenti sulla cosmologia, sull'angelologia e sulla
magia» 16.
Nonostante i numerosi richiami di Dio, gli ebrei incorporarono il paganesimo
nelle loro tradizioni. «Malgrado le molteplici condanne contro la magia
contenute nella Legge di Mosè, gli ebrei trascurarono questi avvertimenti, ne
furono contagiati e mescolarono la sacra tradizione che avevano ereditato, in
parte con le idee magiche prese in prestito dagli altri popoli, e in parte con
quelle da loro stessi concepite. Allo stesso tempo, il lato speculativo della
Kabbalah ebraica attinse dalla filosofia dei Magi persiani, dai neo-platonici e
dai neopitagorici. Ecco, dunque, alcune giustificazioni nella contesa
anti-cabalistica: oggi noi sappiamo che la Kabbalah non è di origine totalmente
ebraica» 17.
Harry Gersh illustra la migrazione dei cabalisti mediorientali in tutta
l'Europa: «Da Babilonia e dalla Palestina, il misticismo ebraico si spostò
nelle comunità ebraiche d'Europa e ivi fiorì. Ogni comunità produsse la propria
letteratura, credenza, e pratiche mistiche. C'erano Cabale caratteristiche
spagnole, francesi, italiane e tedesche. Alcune erano principalmente "pratiche",
e sfociavano nella magia; altre erano principalmente "speculative", ed
enfatizzavano spiegazioni filosofiche; molti combinarono la Kabbalah pratica e
speculativa in parti uguali» 18.
Filone d'Alessandria | Plotino |
l Storia della
Kabbalah
La
Kabbalah FAQ di Colin Low indica che le origini della Kabbalah
datano dall'antichità remota: «La Kabbalah è una tradizione mistica e
magica nata quasi duemila anni fa, che è stata praticata nel tempo senza
interruzione. Essa è stata praticata dagli ebrei e dai non-ebrei
approssimativamente per cinquecento anni. Da parte ebraica si è trattato di una
parte integrante ed influente del giudaismo. Per quel che riguarda invece la
componente ermetica, la Kabbalah ha creato una ricca tradizione mistica e
magica con una propria validità, una tradizione che è sopravvissuta
nonostante i pregiudizi generati da una cultura fortemente cristiana»
19.
Michael Sidlofsky, di Toronto, nell'articolo «Kabbalah and Jewish
Renewal» («Kabbalah e rinnovamento ebraico»), afferma che Kabbalah «è il
termine più comunemente usato per indicare la tradizione mistica ebraica, e in
special modo quel filone che nacque nel XII secolo in Francia e si
diffuse per tutta l'Europa, nel Medio Oriente e alla fine in tutto il mondo fino
ai nostri giorni. Le due varietà principali di misticismo ebraico
pre-cabalistico sono state chiamate "Maaseh Merkavah" e "Maaseh Bereshit"
(più oltre ne parleremo in modo più approfondito), mentre il tipo
particolare emerso nell'Europa Orientale e settecentesca, che è stato coltivato
fra gli ebrei askenaziti fino ad oggi, è stato chiamato
"hassidismo"» 20.
La maggior parte degli studiosi è d'accordo sul fatto che queste tradizioni
orali segrete furono messe per la prima volta per iscritto circa nel XIII
secolo. Christian David Ginsburg (1831-1914) afferma nella sua opera
The Kabbalah: «La prima data
in cui lo Zohar è apparso in maniera definitiva coincide con la fine del XIII
secolo, quando fu messo per iscritto da un ebreo spagnolo, Mosè de
Leon» 21.
Colin Low | Christian David Ginsburg | Mosè de Leon |
Lo studioso
rinascimentale Giovanni Pico della Mirandola (1463-1494) - gnostico,
ermetista e cabalista - è stato descritto dal visconte Léon de Montaigne de Poncins
(1897-1976), nell'opera Judaism and the Vatican («Il
giudaismo e il Vaticano») come un giudaizzante di cristiani: «Pico della
Mirandola, che morì a Firenze, in Italia, nel 1494, era un giudaizzante che si
dedicò allo studio della Cabala sotto la direzione di maestri ebrei come Jehuda Abravanel. Era nella casa
principesca di Pico della Mirandola che gli studiosi ebrei erano soliti riunirsi
[...]. La scoperta della Kabbalah ebraica, che egli insegnò ai vari
cristiani "illuminati", ha contribuito - molto di più del ritorno alle fonti
greche - a quella straordinaria fioritura spirituale che è nota come
"Rinascimento". Circa mezzo secolo dopo, la riabilitazione del Talmud aprì la
strada alla Riforma protestante [...]. Pico della Mirandola aveva capito
che l'indispensabile purificazione del dogma cristiano avrebbe potuto essere
effettuata solamente dopo un studio profondo della vera Kabbalah
ebraica» 22.
James Webb, autore del libro The Occult Underground («Il
sottosuolo occulto»), scrive che Pico della Mirandola, uno studente di
Marsilio Ficino, fondatore dell’Accademia neo-platonica di Firenze,
«concepiva Ermete Trismegisto e Platone come altrettanti aiuti per persuadere
quegli uomini di religione che non avrebbero accettato la sola Sacra
Scrittura (come fonte della Rivelazione; N.d.T.). Sembra che alla fine
questo ragionamento sia stato approvato dalla Chiesa nel caso di Pico della
Mirandola, il quale congiunse il suo ermetismo ad una "Kabbalah cristiana", e
preparò un sistema universale in cui le idee cabalistiche giocarono una parte
considerevole. Anche se condannata da un tribunale ecclesiastico, nel 1493 la
sintesi di Pico venne riabilitata da Papa Alessandro VI, il cui riconoscimento
del cabalismo come figlio fedele della Chiesa sembrò dare autorità alla
posizione di Pico. In tale contesto, dovrebbe essere ricordato che Papa Sisto IV
aveva tradotto circa settanta libri cabalistici in latino, e che il concetto di
"Kabbalah cristiana" non era peculiare del pensiero italiano. Reuchlin, il primo
orientalista del tempo, e autore del primo testo di grammatica ebraica, giunse
più vicino al successo nel tentativo di trasformare la Kabbalah nella filosofia
cristiana, anche se il suo alunno Widmanstadt considerava la tradizione ebraica
come "un cavallo di Troia nella Chiesa". Ma gli ermetisti e i cabalisti del
Rinascimento si mantennero sempre nei limiti dell'ortodossia cattolica»
23.
L'opera dell'ex rabbino convertito al cattolicesimo David-Paul Drach
(1791-1865) intitolata De l'Harmonie entre l'Église et la Synagogue
(«Dell'armonia tra la Chiesa e la sinagoga») conferma che Pico della Mirandola
venne istruito sulla Kabbalah. Questi era convinto di professare ancora
la dottrina cattolica, e tuttavia incoraggiò Papa Sisto IV (1414-1471) a
far tradurre la Kabbalah in latino per gli studenti in Teologia 24.
Pico della Mirandola | Marsilio Ficino | Papa Sisto IV |
Un
riferimento preso dagli articoli della Jewish Encyclopoedia sulla
Kabbalah e su Johann Reuchlin (1455-1522), mostra la storia
dell'afflusso del cabalismo nel cattolicesimo e nel cristianesimo in
generale. «Nello stesso periodo, la Kabbalah venne presentata in Germania da
Reuchlin, che aveva imparato l'ebraico dal rabbino Jacob Ben Jechiel Loans,
medico di corte di Federico III, e nel 1494 pubblicò il trattato cabalistico "De
Verbo Mirifico", in cui cercava di dimostrare che ogni saggezza e ogni vera
filosofia provengono dagli ebrei. Tuttavia, l'espansione della letteratura
rabbinica provocò un allarme considerevole, e nel 1509 un ebreo convertito al
cattolicesimo, Johannes Pfefferkorn, convinse l'Imperatore Massimiliano I
a far bruciare tutti i libri ebraici eccetto l'Antico Testamento. Consultato su
tale questione, Reuchlin consigliò solamente la distruzione del "Toledot Yeshu"
e del "Sepher Nizzachon", del rabbino Lipmann, perché queste opere "erano piene
di bestemmie contro Cristo e contro la religione cristiana", ma esortò la
conservazione del resto. In questa difesa della letteratura ebraica, egli fu
sostenuto dal Duca di Baviera, che lo nominò professore ad Ingoldstadt, ma fu
tenacemente condannato dai domenicani di Colonia. In risposta ai loro attacchi,
Reuchlin scrisse in sua difesa "De Arte Cabalistica", un'opera che glorifica la
Kabbalah, la cui "dottrina centrale è - secondo lui - rappresentata dalla
messianologia", attorno alla quale tutte le altre dottrine sono
raggruppate» 25.
«Tutto il suo sistema filosofico - come egli stesso ammise - era infatti
completamente cabalistico, e le sue vedute furono condivise dal suo
contemporaneo Cornelio Agrippa di Nettesheim. Il
risultato di questi insegnamenti fu una vera e propria mania per il cabalismo
che si diffuse fra i prelati, fra gli uomini di Stato e fra gli uomini d'arme;
un certo numero di pensatori cristiani approfondì lo studio delle dottrine della
Kabbalah e tentò di adattarle al proprio sistema. Nel corso del XVII secolo, il
gesuita Padre Athanasius Kircher s.j. e il Barone Knorr von
Rosenroth, autore de "La Kabbala Denudata", cercarono di diffondere la
Kabbalah fra i cristiani traducendo opere cabalistiche che essi consideravano la
saggezza più antica. La "Jewish Encyclopoedia" osserva, non senza un pizzico di
derisione, che "la maggior parte di essi, era convinta dell'assurda idea che la
Kabbalah contenesse le prove della veridicità del cristianesimo [...].
Molto di ciò che (nella Kabbalah) appare cristiano non lo è affatto, ma è
solamente lo sviluppo logico di certe antiche dottrine
esoteriche» 26.
L'introduzione a The Kabbalah Unveiled
(«Introduzione alla Kabbalah svelata») dell'occultista Samuel Liddell McGregor Mathers
(1854-1918), non è che la traduzione inglese di Mathers della summenzionata
opera del Barone von Rosenroth (1631-1689) Kabbala Denudata. Questo libro
venne usato per propagare l'idea - ritenuta assurda dalla Jewish
Encyclopoedia - di una Kabbalah cristiana.
Johann Reuchlin | Padre Kircher | Knorr von Rosenroth |
Da notare
l'asserzione di McGregor Mathers secondo cui la Kabbalah è la base del
giudaismo: «Nel tempo presente, una potente ondata di pensiero occultista si
sta diffondendo nella società; molti pensatori stanno iniziando ad accorgersi
del fatto che "ci sono più cose in cielo e in terra che non ne sogni la loro
filosofia"; e, per ultima ma, non meno importante, che probabilmente la Bibbia
sarebbe stata fraintesa più di ogni altro libro mai scritto, che conterrebbe
innumerevoli passi oscuri e misteriosi che sono totalmente inintelligibili senza
l'ausilio di una chiave per capire il loro vero significato. Quella chiave ci
viene data dalla Qabalah. Perciò, questo libro dovrebbe essere di grande
interesse per ogni studioso della Bibbia e di Teologia. Lasciate che ogni
cristiano si ponga questa domanda: "Come posso anche solo pensare di capire
l'Antico Testamento se sono ignorante a riguardo della costruzione di quella
nazione che formò il Libro sacro? E se non conosco il significato dell'Antico
Testamento, come posso aspettarmi di capire il Nuovo"? Se la vera e sublime
filosofia della Bibbia fosse conosciuta ci sarebbero meno fanatici e meno
séttari. E chi può calcolare la vastità del danno causato a persone
impressionabili ed eccitabili dall'entusiasta bigotto che presto o tardi si fà
avanti per insegnare alla gente? Quanti suicidi sono il risultato della follia
religiosa e della depressione! Che accozzaglia di sciocchezze sacrileghe è stata
creduta come il vero significato dei vaticini dei Profeti e dell'Apocalisse!
Date come fondamenta ad una mente infiammata e squilibrata una traduzione del
Libro Sacro ebraico, in molti casi errata; che genere di edificio ci si potrà
aspettare da un simile costruttore? Io dico impavidamente ai fanatici e ai
bigotti del giorno presente: "Avete cacciato il Sublime e l'Infinito dal Suo
trono, e al Suo posto avete incoronato il demone della forza squilibrata; avete
sostituito una divinità di disordine e di gelosia ad un Dio di ordine e di
amore; avete pervertito gli insegnamenti del Crocifisso. Dunque, al momento
presente una traduzione inglese della Qabalah è quasi una necessità, in quanto
lo Zohar non era mai stato tradotto nella lingua di questo Paese, né, per quanto
ne sappia, in alcun altra lingua vernacolare europea moderna» 27.
Leggendo ulteriormente troviamo la presentazione della Trinità e altre
asserzioni «cristiane», ma il contenuto non è chiaramente cattolico. La via per
il Paradiso è descritta attraverso l'uso della Gematria: «Poi la
Qabalah è stata chiamata ChKMh NSThRH, Chokhmah Nesthorah, "la saggezza
segreta"; e se prendiamo le iniziali di queste due parole, "Ch" e "N", formiamo
il secondo genere di Notariqon, la parola ChN, Chen, "la grazia". Similmente,
dalle iniziali e dalle finali delle parole MI IOLH LNV HShMIMH, Mi Iaulah Leno
Ha-Shamayimah, "Chi salirà per noi in paradiso"? (Dt 30, 12), otterremo una
parola che è formata da MILH, Milah, "la circoncisione", e da IHVH, il
Tetragrammaton, il che implica che Dio ha ordinato la circoncisione come la via
per il Cielo» 28.
La Gematria è basata sui valori numerici delle parole. Si pensa che le
parole dai valori numerici simili siano esplicative l'una dell'altra. In altre
parole, essa è la Numerologia delle parole che spiega che la circoncisione è la
via del Cielo. Tuttavia, afferma l'Apostolo delle genti: «Ecco, io Paolo vi
dico: se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà nulla. E
dichiaro ancora una volta a chiunque si fà circoncidere che egli è obbligato ad
osservare tutta quanta la legge. Non avete più nulla a che fare con Cristo voi
che cercate la giustificazione nella legge; siete decaduti dalla grazia. Noi
infatti per virtù dello Spirito, attendiamo dalla fede la giustificazione che
speriamo. Poiché in Cristo Gesù non è la circoncisione che conta o la non
circoncisione, ma la fede che opera per mezzo della carità» (Gal 5,
2-6).
l L'influenza
della Kabbalah
Il
misticismo ha incontrato diverse reazioni all’interno della comunità ebraica.
«Come per numerosi altri oggetti della credenza ebraica, l'area del
misticismo è spalancata all'interpretazione personale. Alcuni ebrei tradizionali
prendono il misticismo molto seriamente. Ad esempio, il misticismo è una parte
integrante del giudaismo chassidico, e molti passi provenienti da fonti
cabalistiche vengono solitamente inclusi nei tradizionali libri di
preghiera» 29.
«Altri ebrei tradizionali si accostano al misticismo "cum grano salis". Un
noto ebreo ortodosso, presentando un oratore che avrebbe parlato del misticismo
ebraico, disse fondamentalmente che "esso è un’ assurdità, ma è
un’assurdità ebraica, e lo studio di qualsiasi cosa di ebraico, anche delle
sciocchezze, vale la pena"» 30.
Lo storico ebreo Heinrich Hirsch Graetz (1817-1891) affermò che la
Kabbalah è in disaccordo con il giudaismo ortodosso. Un altro ebreo
anti-cabalista come Théodore Reinach (1860-1928) dichiarò che la
Kabbalah è «un veleno sottile che penetra nelle vene del giudaismo e
lo infesta completamente». Lo storico e archeologo ebreo Salomon
Reinach (1858-1932) la definisce «una delle peggiori aberrazioni della
mente umana» 31.
Michael Sidlofsky, nella succitata opera Kabbalah: A Brief History,
mostra come la Kabbalah abbia fluttuato nella sua popolarità fra gli
ebrei: «La storia del misticismo ebraico ha conosciuto alcune svolte
drammatiche; dall'élite del club segreto al movimento di massa, all'oggetto del
disprezzo, e così avanti e indietro. Ai nostri giorni sembra che la Kabbalah
stia godendo di una popolarità senza precedenti. È destinata, sia nelle sue
forme di rinnovamento che nell'ortodossia ebraica, a divenire il giudaismo del
futuro? È prematuro dirlo, ma una cosa sembra chiara: dato il trend di
comunicazione massiva più facile e più veloce, e la fame in aumento di
spiritualità genuina, il misticismo ebraico è un fenomeno molto esteso destinato
a riempire questo vuoto» 32.
La Kabbalah sta conoscendo un enorme successo anche negli Stati Uniti.
Michael Sidlofsky sostiene che l'interesse per il misticismo è cresciuto in
maniera esponenziale: «Uno dei rabbini ortodossi americani più tradizionali,
Aryeh Kaplan, ha passato gli anni
Settanta e i primi anni Ottanta a ricostruire l'ormai dimenticata tradizione
meditativa ebraica e ha studiato testi cabalistici da tempo trascurati, molti
dei quali giunti a noi solo in forma di manoscritto. Egli ha audacemente
ignorato il plurisecolare divieto rabbinico riguardante la disseminazione di
pratiche cabalistiche fra coloro che sono sotto i quarant'anni e che sono
ignoranti in materia di Bibbia e di Talmud - uno dei motivi che portò alla
tragedia di Sabbatai Zevi - insegnando
meditazione ebraica classica e pubblicando manuali pratici e bibliografie
sull’argomento. Grazie agli sforzi di Kaplan, molti rabbini ortodossi e molti
laici hanno insegnato e scritto sulla Kabbalah, raccogliendo il suo appello agli
ebrei non-praticanti in cerca di una guida spirituale» 33.
Heinrich Hirsch Graetz | Théodore Reinach | Salomon Reinach |
Il
giornalista israeliano Hannah Newman ha scritto l'opera Masters of the
Blinding Light («I Maestri della Luce Accecante») per avvertire i credenti
ebrei dell'infiltrazione del misticismo New Age, per mezzo della
Kabbalah, nel giudaismo. La vendita casa per casa dello Zohar in
tutto Israele può dar luogo alla sostituzione della Toràh con la
Kabbalah. «Davanti ad un simile sviluppo dell'aspetto mistico del
giudaismo, i portavoce del New Age hanno applaudito quegli insegnanti ebrei
ortodossi che recentemente hanno liberato la Kabbalah dall'accesso limitato
imposto alle generazioni passate dai savi ebrei, rendendo così i suoi insegnamenti disponibili a tutti, e incoraggiando la
libera esplorazione senza la supervisione rabbinica. In Israele, lo "Zohar" (la
maggiore opera cabalistica) è stato venduto anche porta a porta. (Ciò era
severamente proibito sotto "il vecchio ordine" del giudaismo, ma i newagers non
sono interessati alla comprensione corretta dell'insegnamento, giacché per loro
la Kabbalah è semplicemente un percorso in vista della loro méta, che
consisterebbe nel mettere il maggior numero di persone possibile, il più
rapidamente possibile, in "contatto con il regno dello spirito"). Questi
insegnanti vengono salutati come "co-cospiratori" che stanno favorendo il piano
del New Age. (Non si sa se lo fanno intenzionalmente o inconsapevolmente, ma i
risultati saranno gli stessi). Tuttavia, dal punto di vista del New Age, il
valore della Kabbalah ebraica risiede unicamente nei suoi insegnamenti che
coincidono con "le altre antiche dottrine occulte", e specificamente con
la reincarnazione, con il commercio con gli angeli, con i demoni e con
gli spiriti dei defunti. C'è poi il monismo (la luce e l’oscurità, il bene e
il male sarebbero tutti aspetti di Dio); si attribuiscono "messaggi segreti" o
"significati nascosti" a parole o ad asserzioni che intendono qualcosa di
diverso da ciò che apparentemente vogliono dire; per non parlare degli stati di
trance auto-indotti, che darebbero luogo a visioni o a viaggi "astrali" (fuori
dal corpo). C'è poi lo sfruttamento dei poteri sovrumani che si ottiene
pronunciando nomi sacri 34.
La mèta dei newagers è di promuovere nella comunità ebraica un tipo di Kabbalah
che procederà attraverso successive "trasformazioni" finché‚ finalmente, verrà
spezzato ogni collegamento con la Toràh, "ricuperando" così la sua
"purezza"» 35.
Come disse Gesù ai farisei, «così avete annullato la parola di Dio in nome
della vostra tradizione» (Mt 15, 6). L'articolo di H.
Loewe alla voce «Kabbalah»
nella Hastings' Encyclopedia of Religion and Ethics, testimonia il suo
impatto sull'ebraismo moderno: «Il cabalismo ha contribuito alla formazione
di giudaismo moderno, poiché, senza l'influenza della Kabbalah, oggi il
giudaismo sarebbe unilaterale, mancando di calore e immaginazione. In effetti,
esso è penetrato così profondamente nel corpo della fede ebraica che molte idee
e preghiere ora sono irremovibilmente radicate nel corpo generale della dottrina
e della pratica ortodossa. Questo elemento non solo è stato incorporato, ma ha
fatto presa sugli affetti degli ebrei e non può essere sradicato» 36.
l Cos'è la
Kabbalah?
«Le cose
occulte appartengono al Signore nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e
per i nostri figli, sempre, perché pratichiamo tutte le parole di questa
legge» (Dt 29, 29). Secondo il sito web The Kabbalah
Unveiled, la Kabbalah è una dottrina esoterica: «La Qabalah
può essere definita come la dottrina esoterica giudaica. In ebraico, essa è
stata chiamata "QBLH", "Qabalah", che deriva dalla radice "QBL", "Qibel", che
significa "ricevere". Questo appellativo si riferisce all'usanza di tramandare
oralmente la tradizione esoterica, ed è molto prossimo al significato di
"tradizione"» 37.
Un altro sito web, Kabbalah: The Misunderstood Doctrine, rivela che il Talmud allude ad una
saggezza segreta destinata ad un gruppo ristretto di studiosi. «Il Talmud
contiene vaghe allusioni ad una scuola mistica di pensiero che viene insegnato
solamente agli studiosi più avanzati e che non è mai stato messo per
iscritto» 38.
Secondo la tesi di Pico della Mirandola, la tradizione orale segreta dei savi
rabbini era stata divinamente ispirata esattamente come la Legge data a Mosè.
Mirandola affermava che essa non era mai stata messa per iscritto e che veniva
trasmessa attraverso una «regolare successione di rivelazioni».
«Esattamente allo stesso modo, quando la vera interpretazione della Legge,
secondo il comando di Dio, venne divinamente tramandata a Mosè, venne rivelata,
e venne chiamata "Kabbalah", una parola che sia fra gli ebrei che presso di noi
viene comunemente interpretata come "ricezione"; per questa ragione,
chiaramente, solo pochi uomini, per una sorta di diritto ereditario, ricevettero
quella dottrina non per iscritto, ma attraverso una regolare successione di
rivelazioni [...]. In questi libri risiede principalmente [...] la
primavera della comprensione, ossia la teologia ineffabile della divinità
supersostanziale; la fonte della saggezza, ovvero la metafisica esatta delle
forme intellettuali e angeliche; il flusso della conoscenza, vale a dire la
filosofia più costante delle cose naturali» 39.
Gerry Rose, autore di The Venetian Takeover of England and Its
Creation of Freemasonry («La presa di possesso veneziana dell'Inghilterra e
la creazione della Massoneria»), presenta la fallacia di questa Antica Saggezza
che sarebbe stata trasmessa da Mosè ad un'élite di discepoli e che
solamente gli iniziati potessero capire la Kabbalah. «Secondo la
tradizione [...], la Kabbalah era la fonte dell'Antica Saggezza che Mosè
trasmise ad un gruppo ristretto di discepoli, una dottrina esoterica che
solamente un iniziato poteva interpretare» 40.
The Authenticity of Kabbalah («L'autenticità della Kabbalah»)
attribuisce alla Kabbalah i segreti della vita che sono apparentemente
nascosti nella Toràh: «La Kabbalah rivela molti degli infiniti strati
dei segreti della vita, della creazione, dell'anima e delle sfere paradisiache.
Essa penetra oltre gli indumenti e il corpo della Toràh - la rivelazione
definitiva della Divinità - mettendo in mostra il significato interiore, gli
effetti e lo scopo della Toràh e del mitzvot. L'illuminazione che emana dalla
Kabbalah infiamma l'anima dell’uomo, accendendo in essa la fiamma della
consapevolezza di una realtà più profonda e più elevata. Il suo studio e le sue
intuizioni costituiscono le esperienze mistiche. La Kabbalah è tutto questo, ma
sempre ed esclusivamente all'interno del contesto della Toràh» 41.
Mosè ammonì Israele con queste parole: «Non aggiungerete nulla a ciò che
io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del
Signore Dio vostro che io vi prescrivo» (Dt 4, 2).
l Tradizioni
orali
Il termine
Qabalah in ebraico significa «ricezione», ossia «una dottrina ricevuta
oralmente» in cui sono presenti «le dottrine speculative, filosofiche e
teosofiche d'Israele. Queste dottrine erano originariamente contenute in due
libri: il Sepher Yetzirah e lo Zohar» 42.
Il primo libro, il Sepher Yetzirah, si crede contenga le contemplazioni
di Abramo. Ciò contraddice l'opinione secondo cui le tradizioni orali sarebbero
state insegnate da Dio in un primo tempo agli angeli e quindi ad Adamo. «Lo
Sepher Yetzirah, o "Libro della Creazione", è [...] un monologo da parte
di Abramo in cui, partendo dalla contemplazione di tutto ciò che lo circonda,
egli giunge infine alla conclusione dell'unità di Dio» 43.
La seconda e principale opera della Kabbalah è stata chiamata
Zohar. Secondo il filosofo Adolphe Franck (1809-1893) e altre
fonti, inclusi i trattati sullo Zohar, esistono interpretazioni
lievemente diverse su come lo Zohar venne concepito. «L'immensa
compilazione nota come “Sepher-Ha-Zohar”, o "Libro della Luce", è [...]
della massima importanza per lo studio della filosofia cabalistica. Secondo
lo Zohar stesso, i "Misteri della Saggezza" vennero impartiti ad Adamo da Dio
mentre era ancora nel Giardino dell'Eden, nel libro consegnato dall'angelo
Razael. Da Adamo il libro passò a Seth, ad Enoch, a Noè, ad Abramo, e più tardi
a Mosè, uno dei suoi principali esponenti. Altri autori ebrei sostengono
[...] che Mosè lo ricevette [...] per la prima volta sul Monte
Sinai, e che tale libro venne poi trasmesso ai Settanta Savi, a Davide, a
Salomone, ad Ezra, a Nemiah e finalmente ai rabbini dei primi secoli dell'era
cristiana» 44.
L'autorità ebraica sul misticismo, Adolphe Franck, e l'ex rabbino Drach,
riportano dai trattati del Talmud la strana maniera in cui gli
insegnamenti orali segreti dello Zohar furono sviluppati e messi per
iscritto: «Lo Zohar rimase una tradizione puramente orale [...] finché
venne trascritto dai discepoli di Simon Jochai. Il Talmud riferisce che per
dodici anni il rabbino Simon e suo figlio Eliezer si nascosero in una caverna,
dove rimanendo nella sabbia fino al collo, meditarono sulla sacra legge e furono
spesso visitati dal profeta Elia. In questo modo, continua la leggenda ebraica,
il grande libro dello Zohar fu composto e messo per iscritto da Eliezer, figlio
del rabbino, e dal suo segretario, il rabbino Abba» 45.
Sepher Yetzirah | Adolphe Franck |
Secondo
l'Introduction to The Kabbalah Unveiled, di McGregor Mathers - che fu il
co-fondatore dell'Hermetic Order of the Golden Dawn («Ordine Ermetico
dell'Alba Dorata») - nel 1888 si credeva che questa tradizione orale segreta dei
Savi fosse stata insegnata da Dio agli angeli, che poi l'avrebbero insegnata
alle creature umane. In questa opera, Abramo appare come un mistico che
insegnò agli egizi alcune dottrine occulte. «La Qabalah venne
inizialmente insegnata da Dio stesso ad un numero ristretto di angeli, che
formarono una scuola teosofica in Paradiso. Dopo il peccato originale, questi
angeli privilegiati comunicarono benevolmente la dottrina paradisiaca ai figli
disobbedienti della Terra, fornendo loro i protoplasti e i mezzi per ritornare
alla loro primigena nobiltà e felicità. Da Adamo, tale dottrina passò a Noè, e
poi ad Abramo, l'amico di Dio, che emigrò con essa in Egitto, dove il patriarca
permise che una parte di questa dottrina misteriosa venisse rivelata. Fu in
questo modo che gli egizi ne ottennero una parziale conoscenza, e che le altre
nazioni orientali poterono presentarla nei loro sistemi filosofici. Mosè, che
venne a conoscenza dell'intera saggezza dell'Egitto, fu dapprima iniziato alla
Qabalah nella terra della sua nascita, ma divenne molto abile in essa durante i
suoi viaggi nelle regioni selvagge, quando non solo dedicò ad essa il tempo
libero per interi quarant'anni, ma ricevette lezioni sulla Kabbalah da uno degli
angeli. Grazie all'aiuto di questa scienza misteriosa, il liberatore d'Israele
fu in grado di risolvere le difficoltà che sorsero durante la sua gestione degli
israeliti, nonostante i pellegrinaggi, le guerre e le numerose sofferenze della
nazione. Egli espose segretamente i principî di questa dottrina segreta nei
primi quattro libri del Pentateuco, ma li escluse dal Deuteronomio. Mosè iniziò
anche i settanta savi ai segreti della dottrina cabalistica, ed essi li
trasmisero di padre in figlio» 46.
l Kabbalah
speculativa e Kabbalah pratica
Fino alla
sua morte avvenuta nel 1982, Gershom Scholem è stato un rinomato
professore di misticismo ebraico all'Università Ebraica di Gerusalemme, e fu
considerato il pioniere dello studio moderno di tale misticismo. Le sue numerose
opere spiegano questi concetti presenti nel Talmud, nello Zohar e
nella Kabbalah. Nel libro Zohar, the Book of Splendor: Basic
Readings from the Kabbalah («Lo Zohar, il Libro dello Splendore: letture di
base dalla Kabbalah»), Scholem descrive l'importanza e l’autorità dello
Zohar nel giudaismo: «Il libro dello Zohar, la più importante opera
letteraria della Kabbalah, giace di fronte a noi in una misura inaccessibile e
silenziosa, come conviene ad un'opera di saggezza segreta [...]. Ciò ha
determinato la formazione e lo sviluppo, in un lungo lasso di tempo, delle
convinzioni religiose delle cerchie più ampie del giudaismo, e particolarmente
di quelle più sensibili alla religione, e - cosa strabiliante - la Kabbalah è
riuscita a divenire nel giro di tre secoli, approssimativamente dal 1500 al
1800, come una fonte di dottrina e di rivelazione pari in autorità alla
Bibbia e al Talmud, e dello stesso peso canonico. Si tratta di una prerogativa
che non può essere riconosciuta a nessun altra opera della letteratura
ebraica» 47.
Gershom Scholem spiega i contenuti dello Zohar, e i suoi vari componenti,
inclusa «la Midrash ha-Neelam ("La Midrash Segreta") e la Sitre Toràh ("I
Segreti della Toràh"), che riguardano un gran numero di passi del
Pentateuco» 48.
Secondo Scholem, il secondo è un trattato profondamente mistico della
Toràh: «La Midrash Segreta [...] evita schiettamente il corso
dei pensieri mistici e teosofici [...]. D'altra parte, "I Segreti della
Toràh", che venne principalmente composta senza l'uso della forma della Midrash
o somma dei nomi, rappresenta la transizione dall'allegoria
filosofico-escatologica all'esegesi prettamente mistica. L'"Idra Rabba"
("La Grande Assemblea") descrive [...] la "figura"
mistica della Divinità nel simbolo dell'Uomo Primitivo» 49.
Scholem espone la credenza secondo cui lo Zohar, pieno di contraddizioni
e di leggende popolari, sarebbe una plurisecolare opera anonima, «come la
Bibbia»: «Lo Zohar è stato presentato [...] come un libro privo di
unità [...] in cui le più varie e spesso contraddittorie forze del
movimento cabalistico hanno trovato espressione. Mosè de Leon [...] è
stato ritenuto il redattore delle antiche scritture e dei frammenti
[...]. La teoria secondo cui le fonti e i documenti "primitivi" sarebbero
stati conservati nello Zohar [...] in una forma riveduta, oggi è assai
diffusa. Dunque, lo Zohar [...] vorrebbe realmente essere, anche nei suoi
inizi esterni, un deposito dello spirito popolare creativo e, come la Bibbia e
il Talmud, una plurisecolare opera anonima» 50.
Gershom Scholem | Adolphe Franck |
Noi invece
asseriamo che la Sacra Scrittura, diversamente dagli insegnamenti e dalle
tradizioni orali segrete‚ non è affatto un'opera anonima‚ né
contiene contraddizioni, miti, o fiabe popolari:
- «Tutta
la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere,
correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben
preparato per ogni opera buona» (2 Tm 3, 16);
- «La
verità è principio della tua parola, resta per sempre ogni sentenza della tua
giustizia» (Sl 119, 160);
- «Ogni
parola di Dio è appurata; egli è uno scudo per chi ricorre a lui. Non aggiungere
nulla alle sue parole, perché non ti riprenda e tu sia trovato bugiardo»
(Pro 30, 5-6).
Gershom
Scholem afferma che gli scritti della «Midrash Segreta» dello
Zohar costituivano con ogni probabilità la parte più antica dell'opera.
Il profilo che egli traccia del mistico ebreo che padroneggia la Kabbalah
inizia con la sua istruzione nel Talmud: «Dietro l'apparenza c'è
la personalità vivente di un mistico che, cominciando con l'istruzione
filosofica e talmudica del suo tempo, si sente sempre più profondamente attratto
dalle idee mistiche e gnostiche della Kabbalah, e alla fine rinuncia
completamente al suo interesse filosofico, e sviluppa invece un genio veramente
stupefacente per la predicazione mistica [...]. Tale è l'autore delle
parti più importanti dello Zohar: non un redattore o un raccoglitore, ma un
genio della predicazione. Era la Kabbalah, poiché essa era stata sviluppata
prima del suo tempo, ed era divenuta la sua casa spirituale, che lui, con
inatteso e impressionante potere, aveva costruito al di fuori del testo delle
Sacre Scritture e degli antichi motivi haggadici della Midrash» 51.
l Fuori
dall'abbondanza del cuore
I
«motivi haggadici della Midrash», costruiti al di fuori dal testo delle
Sacre Scritture, comprendono un volume esoterico intitolato Hebrew Myths: The
Book of Genesis («Miti ebraici: il Libro della Genesi»), di Robert
Graves e Raphael Patai. Graves ha scritto anche The Hebrew Goddess («La dea
ebraica) e I, Claudius («Io, Claudio»). La prima delle due opere è spesso
oggetto di studio da parte di chi è coinvolto nell’occulto e nella stregoneria.
Raphael Patai ha scritto anche molti libri ed è stato Direttore di Ricerca del
Theodor Herzl Institute di New York, e Direttore del Palestine
Institute of Folklore and Ethnology. Inoltre, sull'opera Hebrew Myths:
The Book of Genesis è scritto che è uno studioso della Bibbia. In una
lettera privata, questo autore ha ricevuto la seguente descrizione della tesi
secondo cui il Libro della Genesi non sarebbe nient'altro che una
raccolta di miti haggadici: «La premessa del libro sembra essere che la
Bibbia sarebbe una raccolta di miti, molto simili a quelli greci. E gli autori
tentano di dimostrare come i miti ebraici e miti greci siano collegati. Mentre
scrivono sul Libro della Genesi, essi citano estensivamente altre scritture,
come il Talmud, Il Vangelo di San Tommaso, la Midrash, i libri apocrifi, i miti
pagani, la Kabbalah e diverse opere cabalistiche, Il Libro dei Morti, La Caverna
dei Tesori, lo Sepher, l’Enuma Elish, il Sephir Hadar Zeqenim ("Spiegazioni
midrashiche della Bibbia"), l'Imre Noam, il Corano, la Mishnà, il Massekhet
Soferim, la Megilla, la Mekhilta, la Midrash Alphabetot - attribuita al rabbino
Akiba (II sec. d.C.), ma in realtà compilata molto più tardivamente - molti
"Sepher", incluso lo Sepher Raziel, un'opera cabalistica sui segreti del
Paradiso, sulla creazione, sugli angeli, sugli amuleti, ecc...; il Sode
Raza, un libro cabalistico di Eleazar ben Judah di Vorms, il Targum, lo Zohar -
che secondo gli autori è la "Bibbia dei cabalisti" - le opere del cabalista
spagnolo Mosè de Leon, scritte in aramaico durante il XIII secolo. Essa è un
commentario sulla Bibbia, pseudo-epigraficamente attribuito al rabbino Simeon ben Yohai, il famoso
insegnante di Mishna. Stampato per la prima volta a Mantova negli anni 1558-1560
in tre volumi, e altri Zohar» 52.
A sinistra,
Robert Graves e Raphael Patai. A destra, la loro opera tradotta e pubblicata per
il lettore italiano.
|
Gli autori
di Hebrew Myths: The Book of Genesis suggeriscono anche che sono andati
perduti molti altri documenti sacri che contengono un racconto più accurato
della creazione di quello riportato nella Genesi: «Gli autori del
libro sostengono che tutti i documenti sacri pre-biblici in ebraico sarebbero
andati perduti o sarebbero stati intenzionalmente soppressi [...]. I
documenti sacri post-biblici sono abbondanti. Nei mille anni successivi alla
creazione del canone della Bibbia, gli ebrei d'Europa, d'Asia e d'Africa
scrissero in maniera prolifica. Essi tentarono di fare luce sulla legge mosaica
o di commentare certi passi biblici di carattere storico, moralistico,
aneddotico e predicativo [...]. Mentre i libri canonici erano considerati
come scritti sotto ispirazione divina, e dunque la minima macchia di politeismo
doveva essere da essi esorcizzata, verso i libri apocrifi fu usata molta più
clemenza. A molti miti soppressi fu permesso di riemergere nel contesto
indiscutibilmente ortodosso del midrashim post-biblico [...].
Lilith, la precorritrice di Eva, era stata completamente esorcizzata
dalle Sacre Scritture, sebbene fosse stata ricordata da Isaia come colei che
abita tra le rovine desolate. Dai racconti midrashici sulla sua promiscuità
sessuale, sembra essere stata una dea della fertilità [...]. Quindi, pare che questi due
autori abbiano usato questi scritti cabalistici per dimostrare che la Bibbia
sarebbe un libro di miti, e nel citare queste scritture vogliono rivelare al
lettore come i redattori della Kabbalah, della Midrashim e di altre opere siano
disonesti e malvagi. E così mi chiedo, come chiunque abbia letto questa roba
orribile, chi vorrebbe esortare altri a leggerla e a conferirgli una certa
rispettabilità» 53.
In An Explanation of Midrash («Una spiegazione della Midrash»), Jacob
Prasch afferma: «Un'opera classica della Midrash nel giudaismo è la Midrash
Rabba sulla Genesi (Berashith). Un'altra è Lamentazioni Rabba». Prasch
elogia anche il Talmud presentandolo come un libro autorevole per
comprendere la Bibbia: «Il Talmud ci dice che ci sono interpretazioni
multiple [...]. Esso ricorre alla saggezza degli antichi per capire
realmente queste cose [...]; non la saggezza del XVI secolo, ma quella
del I secolo» 54.
In un altro articolo, Prasch afferma che la Midrash dei savi ebrei del
secondo periodo del Tempio è una saggezza che i cristiani possono accettare con
piena fiducia, poiché questi savi non negarono mai l'autenticità dei racconti
biblici. «Seguendo questa linea, abbiamo difeso quei cristiani che hanno
familiarizzato con le opere cabalistiche, da Alfred Edersheim ad
Arnold Fruchtenbaum. Abbiamo anche tentato di far conoscere alla Chiesa
l'arte perduta dell'ermeneutica ebraica dei termini della Midrash usati dal
Nuovo Testamento, e i modelli illustrativi ebraici di tipologia e
d'allegoria [...]. Quel che forse è più che assurdo è il fatto che ciò è
contrario sia al cristianesimo del Nuovo Testamento che al giudaismo ortodosso.
Similmente, nel midrashismo giudaico non vediamo mai un rifiuto dell'autenticità
storica dei racconti biblici [...]. Questi primi esempi di scritti di
midrashismo rabbinico sono più vicini ai tempi in cui è stato redatto il Nuovo
Testamento. Per anni, ho analizzato la narrativa del Nuovo Testamento da una
prospettiva midrashica e ho letto ogni studioso cristiano di un certo spessore
che ha affrontato l'argomento» 55.
Siamo consapevoli del fatto che Prasch sta riferendosi alla stessa
Genesi, al Midrash e al Talmud citati da Graves e da Patai
nel loro Hebrew Myths: The Book of Genesis? Il nostro corrispondente
continua ad essere stupito del fatto che gli insegnanti di Hebrew Roots of
Christianity («Radici Ebraiche del Cristianesimo») promuovano tali opere:
«Quel che io trovo interessante è che i passi estratti da queste fonti siano
più che malvagi. Questa ricerca "al di fuori della Bibbia" presente in questi
scritti non solo è molto diverso, ma fà fare alle persone descritte nella Bibbia
azioni molto cattive che non abbiamo mai letto nel Libro Sacro. E anche di Dio
vengono riportate affermazioni o azioni di ogni genere che sono estranee al
racconto biblico e non trovano posto nella Sacra Scrittura. In questi scritti,
moventi ed azioni malvagie vengono attribuite al Creatore. Non sono affatto
sorpreso che gli autori di questo libro, che evidentemente non credono che la
Bibbia sia sincera, facciano un uso indiscriminato di tali scritti, ma sono
molto perplesso per il fatto che molte persone di "Hebrew Roots of
Christianity", che affermano di essere cristiane, si servano anche di questi
pessimi libri» 56.
Alfred Edersheim | Arnold Fruchtenbaum | Avi ben Mordechai |
Inoltre,
Peter A. Michas ci informa che Gesù avrebbe citato il
Midrashim e il Talmud, apparentemente approvandoli: «Il Nuovo
Testamento imita l'opera tradizionale ebraica della Toràh, della Mishnàh,
dell'Haggadàh, dell'Halakàh, del Talmud e della Midrash, ma è inspirato da Dio
stesso per le persone comuni. Questi libri ebraici, così come le Sacre Scritture
ispirate, furono citati da Gesù e da tutti gli autori del Nuovo Testamento. Ma
anche oggi, per comprenderle pienamente, dobbiamo leggere le Sacre Scritture nel
tipico contesto giudaico [...]. Soprattutto gli scritti ebraici sono
stati preservati per noi, e ora sono stati tradotti direttamente dall'ebraico in
un inglese corretto» 57.
Anche Avi ben Mordechai afferma che la legge orale, separata e distinta
dalla Bibbia scritta, sarebbe stata insegnata da San Paolo e da Gesù: «Rabbi
(Haham) Sha'ul era un dotto insegnante della Toràh, sia dei codici orali che di
quelli scritti. Non solo egli improntò la sua vita su questi insegnamenti, ma li
insegnò anche ad altri, sia ebrei che gentili. Poiché Sha'ul seguì il Messia
Y'shua, che anch'egli insegnò la Toràh orale e scritta, credo (a questo punto
della mia vita) che dovremmo seguire le orme dei grandi insegnanti del giudaismo
della Legge di Dio […]. Riconosco anche che il nostro rabbino
Y'shua aveva la sua Gemarà (la discussione e l'insegnamento) sulla Mishnah
rabbinica e sul codice scritto del Sinai. Dunque, noi siamo i suoi "talmidim" o
studiosi delle sue tradizioni orali, che sono la definizione corretta del
termine "Vangelo". Stiamo seguendo la sua Mishnah e la sua Gemara, ossia il suo
Talmud [...]. Gli antichi saggi erano ben più informati sulle tradizioni
orali di quanto noi potremmo mai sperare di essere» 58.
Nell'opera Hebrew Myths: The Book of Genesis, e in pagine provenienti dal
Talmud e dalla Midrash vengono citati estratti riguardanti i
rapporti sessuali di bestialità di Adamo, il mito di Lilith e altri
insegnamenti estranei alla Bibbia:
- Capitolo
X: «(b) Alcuni dicono che nel sesto giorno Dio creò l'uomo e la donna a Sua
immagine e somiglianza, conferendo loro il dominio sul creato (come nella
Bibbia), ma che Eva non esisteva ancora. Ora, Dio aveva chiesto ad Adamo di dare
un nome ad ogni animale, uccello o essere vivente. Quando essi passarono di fronte a lui appaiati, maschio e femmina, Adamo - che
aveva già vent'anni - provò invidia per il loro amore, e sebbene provò ad
accoppiarsi con ogni femmina, non trovò alcuna soddisfazione nell'atto. Egli
dunque gridò: "Ogni creatura tranne me ha una compagna", e pregò Dio perché
rimediasse a questa ingiustizia» 59.
-
«(c) Quindi
Dio formò Lilith, la prima donna, nel momento in cui aveva formato Adamo, ma al
posto di polvere pura usò sudiciume e sedimento. Dall'unione di Adamo con questa
donna-demone, e con un altro essere come lei di nome Naamàh - la
sorella di Tubal Cain - nacquero Asmodeo e innumerevoli demoni che ancora
oggi affliggono l'umanità. Molte generazioni dopo, Lilith e Naamah si
presentarono davanti al trono di re Salomone, travestite da meretrici di
Gerusalemme» 60.
-
«Poi Lilith
abbandonò Adamo perché non voleva giacere sotto di lui durante l'atto sessuale
perché era uguale a lui. Adamo si lamentò con Dio che inviò degli angeli a
cercarla. Essi la trovarono accanto al Mar Rosso mentre aveva dei rapporti
sessuali con dei demoni (più di cento al giorno). Gli angeli le dissero di
ritornare da Adamo, altrimenti l'avrebbero affogata. Essa disputò con loro e
disse che Dio le aveva ordinato di strangolare dei bambini. (Essa seduce
anche gli uomini mentre sognano). Poi Dio diede ad Adamo un'altra compagna,
ma Adamo rimase disgustato dalla vista della sua creazione. Dio capì che
aveva fallito un'altra volta, e portò via la prima Eva (Dio
fallisce?). Dio tentò una terza volta, e la creò con una costola di Adamo,
intrecciando i suoi capelli e adornandola con ventiquattro pezzi di gioielleria
prima che Adamo si svegliasse. Adamo approvò» 61.
-
«Alcuni
dicono che Dio creò Eva con la parte finale di una coda che terminava con un
pungiglione, che era stata parte del corpo di Adamo. Dio lo tagliò, e il
moncherino - ora un coccige inutile - è ancora parte del corpo umano»
62.
-
«Altri
dicono che il pensiero originale di Dio fosse di creare due esseri umani,
maschio e femmina; ma che invece progettò un unico essere con un volto maschile
che guarda in avanti, e un volto femminile che guarda indietro» 63.
-
«Altri
ancora sostengono che Adamo venne originariamente creato come un androgino dotato di un corpo
maschile e di uno femminile schiena contro schiena. Ciò rese difficile la
deambulanzione e goffa la conversazione; così Dio divise l'androgino e diede ad
ogni metà una nuova schiena. Egli mise questi esseri separati nell'Eden,
proibendogli di accoppiarsi» 64.
Gli
insegnanti giudaizzanti di Hebrew Roots of Christianity stanno realmente
dicendo che questi scritti non contraddicono la Parola di Dio? Ma ecco che il
Signore Gesù ci mette in guardia: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a
voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li
riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni
albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi;
un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre
frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato
nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere» (Mt 7,
15-20).
Note
1 Traduzione dall’originale
inglese The Kabbalah refuted! («La Cabala confutata»!), a cura di Paolo Baroni. Scritto reperibile alla
pagina web
2 Per alcuni di questi
VIP l'interessamento al misticismo ebraico non è casuale. La Paltrow, la
Ryder e la Parker sono ebree, mentre la Love è di ascendenze
ebraiche.
3 Cfr. P. J. Meinvielle, De la Cábala al
progresismo, Ed. Calchaquí, Salta 1970, pagg. 463. Il libro è stato tradotto
e pubblicato in Italia con il titolo L'influsso dello gnosticismo ebraico in
ambiente cristiano (Sacra Fraternitas Aurugarum in Urbe, Roma 1995), a cura
di don Ennio Innocenti.
4 Non bisogna dimenticare
che l'idea di una Tradizione Primordiale è propria di certi esoteristi come René
Guenon (1886-1951).
5 A causa della conversione
a Cristo, Drach e i suoi figli subirono diversi attentati alla vita da parte dei
loro ex correligionari. Non bisogna inoltre dimenticare l'influenza esercitata
sul suo pensiero dall'errore del tradizionalismo, assai diffuso
nell'Ottocento.
6 Non a caso l'arte di
questo periodo è in buona ispirata ai temi classici della mitologia
greco-romana.
7 Dottrina neoplatonica
secondo la quale gli esseri non sono creati dal nulla da Dio, ma sono una
diffusione o irradiazione continua della sua potenza. Dall'emanatismo
all'immanentismo (negazione della trascendenza di Dio sul creato), al panteismo
(tutto è Dio), e all'ateismo pratico il passo è breve.
8 Secondo la
Kabbalah, «in conseguenza dell'emanazione si crearono dei vasi per
contenere l'energia divina. I vasi superni, i più forti, resistettero bene alla
pressione della luce, ma gli inferiori si ruppero e dispersero l'energia. I
frammenti dei vasi rotti contengono ancora particelle di luce: queste sono le
qelippót (scorze), «le forze del male» (cfr. http://www.esopedia.it/index.php?title=Cabala).
Questa concezione blasfema di Dio autore del male è molto diffusa nella cultura
giudaica, tanto che in diverse occasioni, come ha confermato il sopravvissuto
all'Olocausto Elie Wiesel, consigli di rabbini hanno giudicato e condannato Dio,
come sarebbe accaduto per il Suo presunto «silenzio» durante la
Shoah.
9 Cfr. The Jewish
Encyclopoedia, voce «Kabbalah»; cit. in N. H. Webster, Secret Societes and
Subversive Movements («Società Segrete e movimenti sovversivi»), Omni
Publications, 8ª Ed., 1964, pag. 29.
10 Cfr. M. Matter, Histoire du Gnosticisme,
1844, vol. I, pag. 44; cit. in N. H. Webster, op. cit., pag.
28.
11 Cfr. D. F. Ranking, Some Notes on Various
Gnostic Sects and their Possible Influence in Freemasonry, Ars Quatuor
Coronatorum (vol. XXIV, pag. 202, 1911); cit. in N. H. Webster, op. cit., pag.
32.
12 Cfr. N. H. Webster, op. cit., pag.
29.
13 Cfr. J. Prasch, Explaining the Midrash
(«Spiegando la Midrash»); www.cw.co.za/moriel/midrash.html
14 Cfr. H. Gersh, «The Sacred Books of the
Jews»; http://marlowe.wimsey.com/rshand/streams/thera/canaan.html
15 Cfr. N. H. Webster, op. cit., pag.
10.
16 Cfr. «Ancient Wisdom
and Secret Sects» («Antica saggezza e sètte segrete»); http://marlowe.wimsey.com/rshand/streams/thera/canaan.html
17 Cfr. N. H. Webster, op. cit., pag.
11.
18 Cfr. H. Gersh, art. cit..
19 Cfr. C. Low, Kabbalah FAQ, 1996; www.digital-brilliance.com/kab/faq.htm
20 Cfr. M. Sidlofsky, Kabbalah: A Brief
History («Kabbalah: una breve storia»); www.shamash.org/kavannah/kabbalah.html
21 Cfr. C. Ginsburg, The Kabbalah, pagg.
172,173; cit. in N. H. Webster,
op. cit., pag. 9.
22 Cfr. J. Jehuda, L'antisemitisme, miroir du
monde («L'antisemitismo, specchio del mondo»), pag. 164.
23 Cfr. J. Webb, The Occult Underground,
Open Court Press, 1976, pag. 221.
24 Nella sua opera De
l'Harmonie entre l'Èglise et la Synagogue (vol. II, pag. 30) Drach dice che
Pico della Mirandola pagò ad un ebreo 7.000 ducati perché questi gli rivelasse i
misteri della Kabbalah, a partire dalla quale egli elaborò la sua tesi
(cfr. N. H. Webster, op.
cit., pag. 85).
25 Cfr. Jewish
Encyclopoedia, voci «Kabbalah»
e «Reuchlin»; N. H. Webster, op. cit., pag.
86.
26 Cfr. Jewish
Encyclopoedia, voce «Kabbalah»; N. H. Webster, op. cit., pag.
86.
27 Cfr. S. L. McGregor Mathers, Introduction To
Kabbalah Unveiled; www.webvs.com/hogd/kabalah_unveiled.html
28
Ibid.
29 Cfr. Kabbalah: The
Misunderstood Doctrine («Kabbalah: la dottrina fraintesa»); http://baptist1.com/judaism/kabbalah.htm
30
Ibid.
31 Cfr. T. Reinach, Historie des Israelites
(«Storia degli ebrei»), pag. 221; S. Reinach, Orpheus, pag. 299; cit. in N.
H. Webster, op. cit., pag.
9.
32 Cfr. M. Sidlofsky, op. cit.; www.shamash.org/kavannah/kabbalah.html
33 Ibid. Sabbatai
Zevi (1626-1676), un ebreo dell'attuale Smirne, in Turchia, si convinse, ma
soprattutto convinse gli altri, di essere il nuovo Messia. Prima e dopo di lui
ce ne sono stati parecchi, ma Sabbatai ebbe un successo sorprendente. Studioso
di Kabbalah, Sabbatai godeva del titolo di hakham, «saggio». Ma
dal 1648 cominciò ad avere strani comportamenti e soprattutto proclamò di essere
il Messia; cacciato da Smirne, girovagò tra Grecia, Tracia, Palestina ed Egitto.
Nel 1665, incontrò Nathan di Gaza, un personaggio carismatico che lo persuase di
essere davvero il Messia. Evidentemente non convinse solo lui perché Sabbatai,
che prese il nome di «1666» dall'anno in cui cominciò la sua predicazione (e a
cui i cristiani davano un valore speciale), raccolse moltissimi seguaci,
soprattutto in Palestina e tra gli ebrei della Diaspora. Dall'Inghilterra alla
Persia, dal Marocco alla Polonia, fino allo Yemen furono moltissimi gli ebrei
che si convinsero che Sabbatai fosse davvero l'incarnazione di Dio e non
soltanto un profeta. Nello stesso anno, il predicatore tentò di sbarcare a
Costantinopoli, ma fu catturato dalle autorità turche, piuttosto seccate dai
suoi sermoni. Bastò magicamente la minaccia di metterlo a morte e Sabbatai si
convertì all'islamismo. Verrebbe da pensare che sia stato abbandonato da tutti i
suoi seguaci. Macché, venne addirittura fornita la versione che la falsa
conversione di Sabbatai era una sorta di «compimento dei tempi». Ovvero Sabbatai
realizzava la necessaria fusione tra tutte le religioni monoteistiche e la sua
falsa conversione all'islàm costituiva il suo «sacrificio» pari a quello
di Gesù di salire sulla Croce. Sfuggito al carcere, il predicatore ebbe stretti
rapporti con i sufisti e morì in esilio nell'attuale Montenegro. Il suo
movimento esiste tuttora.
34 È notevole il fatto che
nessuna di queste pratiche possa essere avvallata da un solo passo -
pashat o darash - della Toràh, mentre alcuni di essi
vengono espressamente vietati; e tuttavia, oggi essi sono discutibilmente gli
elementi più famosi della Kabbalah. Il fatto che siano accettati da così
tanti ebrei, nonostante la loro attinenza equivoca alla Toràh, può dare
un'idea del successo dei missionari del New Age.
35 Cfr. H. Newman, Masters of the Blinding
Light; http://www.ovrlnd.com/Cults/exposeofthenewage.html
36 Cfr. Hastings'
Encyclopoedia of Religion and Ethics; voce «Kabbalah», di H. Loewe; cit. in N. H.
Webster, op. cit., pag.
374.
37 Cfr. The Kabbalah
Unveiled; www.webvs.com/hogd/kabalah_unveiled.html
38 Cfr. Kabbalah: The
Misunderstood Doctrine; http://baptist1.com/judaism/kabbalah.htm
40 Cfr. G. Rose, The Venetian Takeover of
England and Its Creation of Freemasonry; http://marlowe.wimsey.com/rshand/streams/thera/canaan.html
41 Cfr. The
Authenticity of Kabbalah; http://marlowe.wimsey.com/rshand/streams/thera/canaan.html
42 Cfr. N. H. Webster, op. cit., pag.
7.
43
Ibid.
44 Cfr. Zohar, sez.
Bereschith, fol. 55; sez. Lekh-Lekha, fol. 76; A. Franck, La Kabbale («La Cabala»),
pag. 39; J. P. Stehelin, The
Traditions of the Jews («Le tradizioni degli ebrei»), 1748, vol. I, pag.
145; cit. in N. H. Webster, op.
cit., pag. 8.
45 Cfr. A. Franck, op. cit., pag. 68-69;
trattato talmudico Sabbath, fol. 34; C. Ginsburg, The Kabbalah, pag. 85;
D.-P. Drach, op. cit., vol.
I, pag. 457; cit. in N. H. Webster, op. cit., pag.
8.
46 Cfr. S. L. McGregor Mathers, Introduction To
Kabbalah Unveiled; www.webvs.com/hogd/kabalah_unveiled.html
47 Cfr. G. Scholem, Zohar, the Book of Splendor:
Basic Readings from the Kabbalah, pag. vii.
48 Ibid., pag.
xi.
49 Ibid., pag. xii.
L'«Uomo Primitivo» in questione sarebbe l'Adam-Kadmon, l'uomo
divinizzato dalla Kabbalah così caro ai massoni e agli
occultisti.
50 Ibid., pag.
xiii.
51 Ibid., pagg.
xi-xvi.
52 Cfr. R. Graves-R. Patai, Hebrew Myths: The
Book of Genesis, Doubleday and Co. Inc., 1964; il testo è stato estratto da
un'e-mail privata del 2 febbraio 1999.
53 Cfr. E-mail
privata del 2 febbraio 1999.
54 Cfr. J. Prasch, Explaining the Midrash;
www.cw.co.za/moriel/midrash.html
55 Cfr. J. Prasch, Satan's Seduction of the
"Hebrew Root Movement" («La seduzione satanica del "Movimento delle Radici
Ebraiche"»).
56 Cfr. E-mail
privata del 2 febbraio 1999.
57 Cfr. P. Michas; http://www.ez/com/~peterm/HB.GK.RF.HTML
58 Cfr. A. ben Mordechai, Halacha; www.millenium7000.com/halacha.htm
59 Cfr. Gen. Rab.
17-4; B. Yebamot 63a.
60 Cfr. Yalqut Reubeni
ad. Gen. II 21; IV. 8.
61 Cfr. Gen. Rab.
161.
62 Cfr. Gen. Rab.
134; B. Erubin 18a.
63 Cfr. B. Erubin
18a.
64 Cfr. Gen. Rab.
55; Lev. Rab. 14.1, e altre fonti; R. Graves-R. Patai, op. cit
Nessun commento:
Posta un commento